La sorgente dell’amore, dopo Il Concerto la ribellione è donna

“La sorgente dell’amore” è un inno alla donna, al suo riscatto sociale e sentimentale. Dopo aver trattato dell’ebraismo e del nazismo in Train de vie e il Concerto, il regista rumeno Radu Mihaileanu approda all’islam ed ambienta la sua ultima fatica cinematografica in un piccolo e sperduto paesino tra l’Africa settentrionale e il medio oriente. Qui un gruppo di donne guidate da ‘la straniera” mette in atto lo sciopero dell’amore: non vogliono più andare in cima alla montagna a prendere l’acqua, troppe di loro hanno perso, durante il percorso impervio e pericoloso, il bambino che portavano in grembo, dovranno essere gli uomini a sostituirle. Fino a quel momento niente più effusioni, niente più sesso.

La storia è tratta da un evento di cronaca realmente accaduto in Turchia nel 2001, ma su un piano più filosofico il regista ammette di essersi ispirato a “Lisistrata di Aristofane in cui una donna indice lo sciopero dell’amore per mettere fine ad una guerra”. Una tale decisione scatenerà l’ira e la violenza degli uomini. Ma nel film si passa costantemente dalla tragedia alla commedia perché “la vita non è mai monocromatica. All’epoca di Train de vie ho conosciuto molti ex deportati che sono sopravvissuti ai campi di concentramento grazie al senso dell’umorismo che li aveva fatti sentire sempre degli esseri umani – spiega il regista – In modo analogo ho capito che quelle donne, incontrate durante le mie ricerche nei villaggi, che si lasciavano picchiare e violentare dai loro mariti, erano dotate di un umorismo graffiante”. Nel film una di loro, malmenata dal suo uomo a causa della sua adesione allo sciopero, giustifica i lividi con una caduta dalle scale e quando le sue amiche le fanno notare che a casa sua non ci sono scale spiega ridendo “Si ma è quello che dicono le donne nelle soap opere messicane”.

Radu Mihaileanu, regista

Il film, che uscirà il 9 marzo nelle sale, è il grido delle mogli che dicono ai loro uomini “amateci e guardateci”. Un urlo che nasce da Leila ‘la straniera’, la più decisa, che contagerà tutte le altre, grazie anche all’appoggio della vecchia Lupa, un personaggio di cui non ci si può non innamorare: sfrontata, forte, ribelle e libera perchè vedova del marito che la violentò a 14 anni. La sua voce matura e bellissima accompagnerà gli eventi salienti del villaggio con dei canti che stigmatizzano i difetti e la pigrizia degli uomini.

Anche con la cultura e l’istruzione si costruisce la strada per la libertà. “In questo tipo di comunità, le donne si ritrovano in luoghi dove possono parlare lontano dalle orecchie degli uomini, leggere e scrivere lettere. Ed è lì che Leila spiega ad Esmeralda l’importanza dell’istruzione per poter essere libera”. In paesi come il Marocco, la Tunisia e il Libano un numero crescente di donne è istruita, ma rimane per loro il tabù di leggere il Corano e di dare un parere sulla sura “Eppure nel Corano c’è scritto che l’uomo deve elevarsi attraverso il sapere’ un’affermazione che comprende sia gli uomini che le donne. E così si pone la questione: chi impedisce alla donna di elevarsi?’”. A questa domanda Leila offre un’altro punto di vista sulle scritture che coinvolgerà le sue amiche e anche alcuni uomini che per umiltà, per saggezza o per amore ammetteranno che ‘la straniera’ ha ragione. Come ricorda la Lupa ‘tante formiche spostano un leone’.

Melissa Neri
(7 Marzo 2012)

Trailer “La sorgente dell’amore”