Cronache e storia della Galleria Nazionale d’Arte Moderna

La sala del mito durante l'incontro

Nel 2011 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna ha festeggiato oltre il centocinquantesimo dell’unità d’Italia anche il suo centenario. Due ricorrenze tra loro strettamente legate. La sede della GNAM infatti è stata inaugurata nel marzo 1911 come padiglione centrale dell’Esposizione internazionale in onore del cinquantesimo dell’Unità ed è stata istituita per dare un luogo ed identità nazionale all’arte che nel nostro paese si manifestava priva di connotazione unitaria. E in ciò si potrebbe trovare pregio di varietà.

da sinistra Clarelli, Bon di Valsassina, Mazzocca

Per l’occasione è stato pubblicato il volume La Galleria Nazionale d’Arte Moderna cronache e storia 1911-2011, presentato mercoledì 18 presso la sala del Mito, che attraverso i diversi saggi e autori esplora la nascita e lo sviluppo della galleria. La ricca appendice che riporta documenti dell’Archivio di Stato e il carteggio delle direttrici e direttori che si sono susseguiti, permette al lettore di sviluppare un proprio percorso analitico in una storia piena di contraddizioni e negli allestimenti che ne sono stati specchio, come ha spiegato Fernando Mazzocca docente alla Statale di Milano, uno dei massimi esperti d’arte ottocentesca nonchè curatore di mostre italiane.

Sartori, Diana di Efeso e gli Schiavi 1890-1899

La Galleria nata dall’esigenza di essere luogo, stimolo e identità per l’arte italiana del presente si è dovuta rapportare con il difficile ruolo di acquirente, promotrice e collezionista da un lato e di museo aperto al pubblico dall’altro. Da museo del presente, oggi la Gnam è testimonianza del passato e la complessità della sua storia costituisce il senso della sua attuale forma espositva: l’allestimento tematico. Un percorso che affronta e confronta il modo in cui gli artisti ottocenteschi e novecenteschi italiani esprimono i diversi aspetti dell’esistenza. Tragitti nei quali gli autori stranieri sono arricchimento al contesto nazionale o motivo per esaltarne le caratteristiche proprie. Si pensi alla sala titolata Il mito, la storia e la realtà dove attraverso i ritratti di Gogol e James si documentavano i nuovi stranieri in Italia; a Utopia umanitaria, sala dove primeggia Il Sole di Pellizza da Volpedo, introdotta dai ritratti sociali di Van Gogh; o ancora alle assai note L’Arte del sogno e Le vie dell’astrazione dove autori italiani del calibro di Previati e Balla si accostano con armonia ad artisti stranieri quali Klimt, Mondrian e Kandinskij.

M. Daniela Basile(19 aprile 2011)