![sala del mito GNAM roma](https://www.piuculture.it/wp-content/uploads/2012/04/IMG_5341-300x200.jpg)
Nel 2011 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna ha festeggiato oltre il centocinquantesimo dell’unità d’Italia anche il suo centenario. Due ricorrenze tra loro strettamente legate. La sede della GNAM infatti è stata inaugurata nel marzo 1911 come padiglione centrale dell’Esposizione internazionale in onore del cinquantesimo dell’Unità ed è stata istituita per dare un luogo ed identità nazionale all’arte che nel nostro paese si manifestava priva di connotazione unitaria. E in ciò si potrebbe trovare pregio di varietà.
![Claretti Bon di Valsassina Mazzocca sala del mito](https://www.piuculture.it/wp-content/uploads/2012/04/IMG_5340-300x200.jpg)
Per l’occasione è stato pubblicato il volume La Galleria Nazionale d’Arte Moderna cronache e storia 1911-2011, presentato mercoledì 18 presso la sala del Mito, che attraverso i diversi saggi e autori esplora la nascita e lo sviluppo della galleria. La ricca appendice che riporta documenti dell’Archivio di Stato e il carteggio delle direttrici e direttori che si sono susseguiti, permette al lettore di sviluppare un proprio percorso analitico in una storia piena di contraddizioni e negli allestimenti che ne sono stati specchio, come ha spiegato Fernando Mazzocca docente alla Statale di Milano, uno dei massimi esperti d’arte ottocentesca nonchè curatore di mostre italiane.
![Sartori, Diana di Efeso e gli Schiavi 1890-1899](https://www.piuculture.it/wp-content/uploads/2012/04/IMG_5345-300x190.jpg)
La Galleria nata dall’esigenza di essere luogo, stimolo e identità per l’arte italiana del presente si è dovuta rapportare con il difficile ruolo di acquirente, promotrice e collezionista da un lato e di museo aperto al pubblico dall’altro. Da museo del presente, oggi la Gnam è testimonianza del passato e la complessità della sua storia costituisce il senso della sua attuale forma espositva: l’allestimento tematico. Un percorso che affronta e confronta il modo in cui gli artisti ottocenteschi e novecenteschi italiani esprimono i diversi aspetti dell’esistenza. Tragitti nei quali gli autori stranieri sono arricchimento al contesto nazionale o motivo per esaltarne le caratteristiche proprie. Si pensi alla sala titolata Il mito, la storia e la realtà dove attraverso i ritratti di Gogol e James si documentavano i nuovi stranieri in Italia; a Utopia umanitaria, sala dove primeggia Il Sole di Pellizza da Volpedo, introdotta dai ritratti sociali di Van Gogh; o ancora alle assai note L’Arte del sogno e Le vie dell’astrazione dove autori italiani del calibro di Previati e Balla si accostano con armonia ad artisti stranieri quali Klimt, Mondrian e Kandinskij.
M. Daniela Basile(19 aprile 2011)