Le donne scendono in campo in difesa dei consultori

Qual è il futuro dei consultori romani? Dopo le polemiche contro la proposta di legge Tarzia, poche sono le informazioni chiare. Nei mesi scorsi sono state consegnate a Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, ben 80mila firme, raccolte nella petizione popolare voluta dall’Assemblea permanente per dire No alla proposta Tarzia di riforma dei consultori. Anche nel nostro Municipio le donne si sono mobilitate e si è formata la Rete delle donne, impegnata attivamente contro le riforma dei consultori. Prossimo appuntamento 8 maggio presso la sede della Commissione Salute del comune di Roma in Largo Loria.

Che cosa prevede la proposta di legge regionale proposta dell’onorevole Tarzia del Movimento per la vita? Sembra voler subordinare il servizio pubblico a quello privato, affidando alle associazioni delle famiglie i servizi. In particolare l’art. 26 prevede l’istituzione in ogni consultorio di un “Comitato bioetico” composto da un esperto in materia di bioetica, un giurista, un medico-legale, un educatore, uno psicologo e un farmacologo, che avrà un ruolo primario in quello che viene definito il “primo procedimento”, la fase di ascolto della donna che intende ricorrere all’aborto. Si teme che consultori pubblici vengano dati in concessione ad istituzioni private anti-abortiste e anche se i consultori rimanessero a gestione totalmente pubblica le donne che volessero abortire sarebbero sottoposte ad una sorta di lunghe lezioni preliminari al termine delle quali – dopo adeguata “verbalizzazione” – potrebbero essere sottoposte all’interruzione di gravidanza come previsto dalla legge 194. Nel “primo procedimento” tutte le donne indipendentemente dalle loro richieste si troveranno davanti ad una “corte” di professionisti che, visti gli obiettivi della  proposta di legge, devono condividerne o difenderne i presupposti rigidamente anti-abortisti”.

Cosa richiedono le donne della Rete? “Vogliamo che le strutture del nostro Municipio e in generale  i consultori rimangano pubblici, laici e gratuiti per tutte le donne”. Sul probabile trasferimento del consultorio di via Salaria 140 a via Tagliamento nell’edificio della Asl  “Non vogliamo che sia spostato dalla sua sede originaria. Il consultorio di via Salaria eroga servizi pubblici e si trova in una buona posizione, vicino alle scuole e all’università” spiega  Maria Rosa Torriglia della Rete “Trasferirlo nella sede dell’Asl creerebbe una concorrenza con i servizi a pagamento e si perderebbe il significato del consultorio, diventerebbe una sede sanitaria e perderebbe il suo ruolo sociale. Un esempio sono i gruppi di ascolto o di contributo per mamme e papà nel periodo post gravidanza,  in  un paese dove il parto si è medicalizzato, moltissimi sono i parti cesari, a differenza di altri paesi europei”.

La Rete da anni chiede che il locale di via Salaria 144 sia assegnato al consultorio in quanto “essendo a piano terra – spiega Carla Fermarielli, avvocato e membro della Rete – sarebbe più accessibile per le visite delle mamme incinte, che al momento devono invece andare al civico 140, e salire una scalinata piuttosto scomoda. I locali del 144 sono del comune e prima accoglievano un centro anziani. Fino al 2003 era totalmente di proprietà pubblica: una parte del comune e una parte del Demanio dello Stato”. Poi con decreto dello Stato del 21 luglio 2003 l’intero edificio è stato trasferito alla Patrimonio Spa, società nata allo scopo di alienare i beni dello stato. “Nel 2006 la Patrimonio Spa ha ceduto la piena proprietà sul bene alla Vip Tassi. Ma da accertamenti – continua l’avvocato Fermarielli – una parte degli immobili erano da considerarsi in comproprietà fra Demanio e Comune di Roma. Successivamente la Vip Tassi ha ceduto al Gruppomio Srl tutti i diritti sugli immobili. In breve la Vip Tassi ha alienato come se fossero interamente propri parti dell’edificio che in realtà sarebbero per il 50 % anche del Comune, di conseguenza da quanto emerge dagli atti, il Gruppomio è diventata proprietaria di diritti che in realtà sono ancora del Comune . La Vip Tassi non avendo acquistato la piena proprietà dei beni non avrebbe potuto cederli”. A questo si aggiunge il fatto che il locale di via Salaria144 ora sarebbe ceduto a terzi, o meglio, occupato dal signor Lucio Gentiletti. Il rischio qual è? L’usucapione abbreviata di un bene pubblico. “Perciò urge mobilitarsi tempestivamente – conclude Carla Fermarielli –  è stata già convocata la commissione trasparenza ed  l’8 maggio ci incontreremo presso la Commissione Salute del Comune per decidere una strategia comune”

Melissa Neri

(19 Aprile 2012)