Libri in onda. E’ il nome della due giorni, venerdì 23 pomeriggio e tutto il 24 marzo, dedicato a nove case editrici indipendenti, ospitata a Roma dalla libreria L’argonauta di Cristina Loizzo e Valentina Emili, non distante da piazza Fiume.
Cavallo di ferro, Edizioni della Sera, Ensemble, GB Editoria, Giulio Perrone Editore, Il caso e il vento, Edizioni Il Lupo, Lozzi Publishing e Palombi Editore: queste le Case presenti.Non è facile il lavoro di chi si muove come casa minore nel contesto oligopolistico italiano: oltre il 60% di fatturato realizzato dai cinque grandi gruppi Mondadori, RCS, GeMS, Giunti e Feltrinelli.“Negli ultimi 10-15 anni abbiamo assistito a un concentramento notevole: se in Italia c’erano 10 grandi gruppi ora si sono dimezzati”. A parlare è Diogo Madredeus, portoghese che sin dai suoi primi passi si sperimenta nell’ambito editoriale e che nel 2005 diviene direttore della Cavallo di ferro.“Cavallo di Ferro percorre tre vie: cerchiamo di aumentare in Italia la conoscenza degli autori lusofoni, uscendo dai binari mainstream, quindi non solo Saramago, Pessoa e António Lobo Antunes. Abbiamo autori come Miguel Sousa Tavares che con Equatore tratta tematiche coloniali portoghesi nelle isole di San Tomé e Principe, il thriller di Juan Tordo Il buon inverno ambientato con occhio straniero nell’italianissima Sabaudia, e Valter Hugo Mae con L’apocalisse dei lavoratori. La seconda è una strategia sempreverde per le case indipendenti: ripubblicare i fuoricatologo delle grandi case. La terza via è lo scouting: scovare nuovi talenti. Ogni anno navighiamo a vista e giochiamo una partita senza esiti certi”.Da settembre 2010 è nata la Beat, la Biblioteca degli Editori Associati di Tascabili raccoglie in pubblicazioni economiche inedite i “tesori” letterari di varie case italiane indipendenti. Giano, L’Ancora del Mediterraneo, La Nuova Frontiera, Minimum fax, Neri Pozza, Nottetempo, Nutrimenti e di recente anche Cavallo di Ferro. “L’unione fa la forza: ogni casa propone agli Editori Associati alcuni dei propri fiori all’occhiello che grazie alla Beat vengono ripubblicati godendo di un apparato pubblicitario, distributivo che è più competitivo nei confronti dell’oligopolio e il prezzo si abbassa. Buona parte delle uscite riescono a mantenersi sotto i 10 Euro.”
Ensemble: battere il terreno per difendersi dalle vetrine bloccate. Sono vari i giovani direttori di case editrici a Libri in Onda. Matteo Chiavarone non ha ancora 30 anni con Massimiliano Coccia realizzano Ensemble a partire dal settembre 2011, ma essendo persone che si muovono da tempo nell’editoria hanno già il loro parterre. Una nutrita lista di contatti, una platea mutuata dai precedenti contesti dove hanno imparato a farsi conoscere. Così come hanno ripreso l’abilità dei tuttofare per coprire di persona buona parte della filiera creativa del libro, scouting e correzione bozze inclusi.“Una nostra forza è sicuramente il radicamento sul territorio specie quello romano dove presentiamo anche un libro a sera in locali diversi. In questa modalità faccia a faccia arriviamo anche a Torino, Milano e riusciamo a difenderci abbastanza dal fatto che Mondadori o Feltrinelli ‘blocchino’ le vetrine alle nostre uscite. La poesia, che per altro nelle presentazioni al pubblico ha una sua teatralità, è senz’altro una componente importante della nostra casa. L’Ensemble ha trattato la questione migratoria con un volume su Lampedusa: Cronaca dall’isola che non c’è di Laura Bastianetto e Tommaso Della Longa, entrambi giornalisti, lui è portavoce della Croce Rossa. L’abbiamo presentato a Roma, Milano e Torino. Prossimamente proprio nel capoluogo piemontese al Salone del libro porteremo una nuova collana di poesia: Scrittori migranti che avrà questi ultimi al centro come autori e che, anche se non ufficializziamo ancora il nome, sarà diretta da uno dei maggiori poeti europei.”
Amando una Grecia che fa impietrire la poesia. Massimiliano Damaggio che ha da poco finito una lettura al pubblico di un estratto del suo Poesia come pietra, edizioni Ensemble, da oltre un decennio vive prevalentemente in Grecia, per – e a dirlo è un brianzolo di nascita – “la socializzazione, la facilità di relazione che ancora vi si trovano, cose che in Italia invece da Roma inclusa in su sono assenti”.Questa presenza in Grecia sembra influenzare cognitivamente, stilisticamente Damaggio e contribuisce al “pessimismo” quasi da Montale che intride i suoi versi secchi. E dà lo spunto per un approfondimento sulla condizioni del disastrato Paese.“Il poeta Carlo Bordini che ha curato la prefazione delle mie poesie riferisce che quasi deformo l’italiano in cui scrivo: ritengo probabile che la mia lunga permanenza ellenica mi abbia inculcato quasi un frame culturale specifico. Anche se qui dentro c’è un lavoro lungo 20 anni, molti testi sono stati scritti inizialmente in greco. Nella mia prospettiva tanto l’Italia che la Grecia hanno di negativo di essere profondamente provinciali e in una qualche condizione di miseria. La Grecia però dal canto suo, pur nella tragedia, ha il fatto che le città sono ancora luoghi da vivere, dove la gente parla e ascolta. Simile per certi versi all’Italia meridionale di 50 anni fa dove i bar avevano una funzione essenziale. In quelli grechi trovi anche i colletti bianchi che discutono di affari: di converso è una società profondamente patriarcale in cui le donne italiane migrate tempo fa con e per un compagno greco oggi si trovano a rimpiangere la pur provinciale Italia.Uno scritto/spaccato vivido di DamaggioTra dossier e storia. Giovani sono anche Ginevra e Matteo. Ginevra Bentivoglio è l’editrice di GB Editoria; per questa Matteo Liberti è direttore responsabile per la collana In storia. Quaderni di percorsi storici. Inizialmente (2005) Instoria era solo on line, poi confluendo progettualmente in GB è divenuto anche un quadrimestrale che sembra mostrare sin dall’estetica la sua vocazione a immettere nel presente la ricerca di un passato. Nella sua versione cartacea dai luoghi e regioni italiani si è un po’ alla volta allargato verso quelli esteri: Marocco, Tunisia, Persia, Istanbul …GB nel 2006 ha pubblicato Dossier Portopalo, il naufragio fantasma. Verità a confronto di Sergio Taccone. “Il riferimento è al naufragio al largo di Portopalo che nel Natale del ’96 portò alla morte quasi 300 persone. Secondo Livio Quagliata e lo stesso Taccone il peggior disastro nel mar Mediterraneo dalla IIa guerra mondiale. Quando diciamo Portopalo parliamo dopo Lampedusa e Pozzallo, di quello che è ai numeri il terzo punto di sbarco per migranti verso le nostre coste” dice Liberti.Il dossier oltre che una ricostruzione meticolosa ha aperto una querelle essendo un’implicita risposta – anche se Liberti riferisce che è stata lasciata in sordina nei media nazionali – alle analisi condotte da Giovanni Maria Bellu sul quotidiano La Repubblica nel 2001, confluite nel 2004 nel libro Fantasmi di Portopalo. Natale 1996: la morte di 300 clandestini e il silenzio dell’Italia. “La ricostruzione di Bellu dipinge una Portopalo fatta di connivenze e silenzi. La ricostruzione di Taccone mostra come sia stato calunniato un intero paese, per un reato di pochissime persone, reato nella tempistica frainteso da Bellu”Un pregiato documentario su sceneggiatura di Liberti tratta dal dossier di TacconeSempre di Gb Editoria è Guerre a tappeto. Storia dell’Afghanistan nelle trame dei tappeti di guerra di Edoardo Marino. L’autore, perito ed esperto di tappeti, viene a conoscenza nel 1994 di tappeti che riportano intessuti motivi bellici: carri armati, kalashnikov, … made in Afghanistan che i talebani impongono di tessere in pessime condizioni, anche con intenti ideologici, prevalentemente a minori. Marino dopo studi dedicati fonda Cooperaction e dal 2007 inizia a comprare questi tappeti con lo scopo di toglierli dal commercio, spesso legato a militari occidentali, e a promuovere invece iniziative di sensibilizzazione al contesto sociale che ha prodotto tali tappeti. Un esempio è calpesta la guerra
Donne, migranti. Oralità. “Il caso e il vento è una piccola casa nata con l’idea di ribaltare i rapporti di forza che la realtà propone tra uomo e donna. Così i nostri autori sono e saranno prevalentemente, anche se non esclusivamente, donne. Stampiamo solo in carta ecologica.”. L’editrice Sandra Giuliani è anche una delle quattro fondatrici dell’associazione Donne di carta, rivolta anzitutto ma non esclusivamente alle donne. “Donne di carta sono persone che recitano a memoria brevi estratti di testi, non per forza di libri … siamo aperte alla multimedialità, in contesti prevalentemente informali, anche di strada e assolutamente non solo biblioteche. Lo scopo è portare la sensibilità verso contenuti che riteniamo fondamentali attraverso l’oralità. Abbiamo già visto funzionare questo approccio con la comunità iraniana che sia a Campo de’ Fiori che a S. Lorenzo in passato è stata presente e si è anche proposta spontaneamente per comunicare in madrelingua poesie della poetessa Forugh Farrokezad. Nei prossimi mesi abbiamo in programma di intercettare attraverso un Bibliobus – biblioteca su 4 ruote – che vede la diretta partecipazione di Cooperaction, la comunità straniera nella zona de L’Aquila e farla divenire persona narrante con noi. Potranno proporre personalmente testi, non per forza di classici, della loro cultura, parlo anche della poesia di un bambino che prima del terremoto aveva casa a L’Aquila”
Marco Corazziari (5 aprile 2012)