L’idea dell’Italia. Nato a Bagdad, laureato a Mosca, ha debuttato come giornalista nel 1987. Per 18 anni è stato corrispondente all’estero dell’Agenzia TASS. Oleg Ossipov, oggi direttore del Centro Russo di Scienza e Cultura e primo segretario dell’Ambasciata della Federazione Russa racconta: “Prima di partire, un russo pensa che l’Italia sia un paradiso e non ha torto. Quando arriva, scopre i difetti e i pregi della penisola, aspetti che la fanno amare anche di più. Per me è diverso, non sono un emigrato, mi sento bene in Italia perché ho il sostegno della madre Russia”. Dopo aver vissuto per 9 anni qui, per Ossipov il nostro paese è diventato quasi la seconda patria. Ma una volta finita la missione, come ogni dipendente statale, vorrebbe ritornare a casa.
La nascita del centro è avvenuta il 24 novembre 2011 a Palazzo Santacroce, in base all’accordo intergovernativo tra Italia e Russia per la creazione dell’Istituto Italiano di Cultura a Mosca e del Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma. Oleg Ossipov ha avuto il compito di creare il primo centro governativo nell’occasione della proclamazione, nel 2011, dell’anno della cultura e della lingua russa in Italia. Hanno dovuto lottare con la burocrazia per legalizzare tutto: “Incredibile, ma non abbiamo ancora il permesso dalla sovrintendenza per esporre la nostra bandiera”.La comunità. Il centro è dedicato a tutti: russi, stranieri e italiani e si occupa di scienza, cultura e istruzione con l’obiettivo di promuovere la cultura russa in Italia. Grazie alle attività svolte si riesce ad alleviare la nostalgia per la madre Russia. “Siamo una piccola diaspora, circa 35-40 mila persone. Gran parte sono cittadini provenienti dal nostro paese, più quelli di nazionalità russa venuti dell’ex repubbliche sovietiche. L’immigrazione russa in Italia è costituita al 95% da donne colte, laureate, di età tra 35-50 anni”, spiega il direttore. Sono donne sposate con cittadini italiani e famiglie con la seconda casa in Italia. “Fino a qualche anno fa le mogli degli italiani non lavoravano. Con la crisi sono state costrette a cercare una occupazione in base alla loro professionalità”. Le donne russe hanno un orgoglio che non consente loro di fare dei lavori al di sotto della loro preparazione. Incontriamo pochi uomini, di solito medici, ingegneri, giornalisti o scrittori, che non sono venuti per sposare un’italiana, ne per fare lavori umili come coloro che provengono dall’Ucraina o della Moldova. Il primo segretario Ossipov pensa che non sia nella mentalità di un maschio russo di andare fuori dal suo paese per guadagnare: “L’Italia è vista più come un paese dove spendere i soldi, come un paese dei piaceri: del cibo, del mare, della montagna, dello sci alpino”. Quelli che impostano la loro vita qui, invece, non la percepiscono più come un paese di Sanremo, pizza, vestiti e Ferrari, ma come un paese normale, con gente comune, con i loro piaceri e dispiaceri, con la cucina e il clima meraviglioso, con una storia ricca e una cultura tutta da scoprire ed esplorare.
Rossotrudnichestvo è l’agenzia federale per la CSI (comunità degli stati indipendenti, n.d.r.) per i connazionali russi all’estero e per la cooperazione internazionale umanitaria. In collaborazione con le ambasciate della CSI, è responsabile degli eventi e della biblioteca del Centro Russo, dove invita i rappresentanti di tutti questi paesi, che non hanno un centro di cultura, a proporre le loro idee per svilupparli e realizzarli. Il programma si arricchisce con mostre, concerti, sfilate di moda, festival di cinema, il prossimo sarà di cartoni animati. Ogni mese si tiene l’incontro di un circolo letterario. “Abbiamo preso contatti con diverse istituzioni italiane per tenere dei convegni sul turismo, sull’economia, sulle scienze sociali”, aggiunge il direttore. I giovani possono avere informazioni per andare a studiare in 100 università russe scegliendo tra i 500 indirizzi diversi, dall’agricoltura alla politica. La biblioteca è aperta da lunedì a sabato. Sono iniziati i corsi della lingua russa per i principianti e gli avanzati, si prevede una maggior affluenza a settembre 2012. L’invito a tutti e di recarsi a piazza Cairoli, nelle belle sale di Palazzo Santacroce, dove c’è un mondo in fermento.
Raisa Ambros(10 maggio 2012)