Indonesia al Colosseo al suono di bambù

L'angklung

Duemila cinquecento indonesiani alle pendici del Celio ed all’ombra del Colosseo. E’ quanto è accaduto il tre maggio 2012 e quanto si ripeterà con le stesse modalità il sette dello stesso mese.

Si tratta di un viaggio sponsorizzato che raccoglie i dipendenti indonesiani della compagnia assicurativa Prudential. “Ogni anno la compagnia offre viaggi ai dipendenti. Quest’anno a Roma, l’anno prossimo si farà a Los Angeles” dice un ragazzo di 24 anni che lavora per la compagnia.

Tutti portano una t-shirt rossa, il colore della compagnia per la quale lavorano. Un piccolo palco è stato allestito nei pressi dell’uscita del Colosseo dal lato dell’Arco di Costantino. Da qui una donna anima la folla sulla base di canzoni tradizionali ed altre tradotte in indonesiano. Da We are the world alla più italiana Le ragazze dei Neri per caso. In alcuni momenti la cantante “dirige” il pubblico con le mani, indicando dei numeri. “Lo strumento di bambù che hanno tutti in mano – spiega Arindya Anindita III segretario dell’ambasciata della repubblica d’Indonesia – si chiama Angklung ed è recentemente stato dichiarato patrimonio dell’Indonesia all’umanità dall’Unesco. Ce ne sono otto, uno per ognuna delle note musicali. Facendolo oscillare suona la nota indicata, ed in questo modo si può prendere parte collettivamente alla performance componendo una melodia”. La donna sul palco, infatti, sulle note dell’orchestra, indica al pubblico quali strumenti devono suonare e quando, e l’aria si riempie di suoni di canne di bambù a passo con la musica. “L’angklung si può suonare anche professionalmente, ma bisogna avere lo spazio” continua Arindya, indicando un voluminoso telaio di legno a cui sono appesi molti angklung che vengono suonati alternativamente come uno xilofono.

D.B4 Maggio 2012