“Siamo sull’orlo di un precipizio”

Presentazione Fondazione Romanì Italia, Roma 14 Maggio 2012
La Fondazione Romanì Italia è stata presentata a Roma, il 14 maggio 2012, presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il suo obiettivo è raggiungere una partecipazione attiva e qualificata della comunità romanès (Rom, Sinte, Kale, Manousches, Romanichels) nella nostra società e, in particolare, intende occuparsi del disagio giovanile, dell’interculturalità, del fanciullo e del giovane, con l’intento di accompagnare i ragazzi nell’intero percorso scolastico, sino all’università.“Una partecipazione professionale dei rom, qualificata e competente è il nostro scopo” sottolinea il Presidente della Fondazione Nazzareno Guarnieri. All’interno dei progetti che intendono realizzare, dai tempi medio-lunghi, è fondamentale la ricerca, da parte del costituito comitato scientifico della fondazione, di azioni e modalità volte a sradicare i pregiudizi verso la comunità romanès e diffondere così una reale e piena conoscenza del loro variegato mondo.“La situazione attuale è molto grave” evidenzia Guarnieri e riporta come esempio lo stato di emergenza per la presenza rom dichiarato nel 2008 dall’allora governo Berlusconi e che faceva riferimento ad una comunità di  150.000 persone. In seguito, il Consiglio di Stato dichiarò che non esisteva alcuna emergenza. Successivamente, il governo Monti ha presentato un ricorso per annullare tale sentenza e la situazione è ancora in divenire. Ciò che permane è il ragionevole dubbio che si sia dichiarata l’emergenza sulla base della percezione della presenza romanès più che sulla loro reale portata territoriale. Tali problemi di metodo sono centrali, poiché, di fatto, falsano i risultati, come si è verificato anche nel Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di Rom, Sinti, e Caminanti in Italia” del 2011 che, secondo Guarnieri, “è da considerarsi nullo poiché, la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica, che l’ha realizzato, ha fatto delle audizione per redigerlo ma ascoltando le organizzazioni e le associazioni che si occupavano di quelle comunità quando invece sarebbe stato fondamentale ascoltare Rom Sinti e Caminanti professionisti e competenti nei rispettivi settori. E ve ne sono numerosi”.Verso un’interculturalità di qualità. La preoccupazione è che le ingenti risorse devolute dal 1994 per la comunità romanès, circa 6 milioni di euro, siano di fatto investite in maniera non sistematica, né coerente, “Il metodo e gli strumenti sono l’anima di una ricerca, questa lo è, e va trattata con la medesima dignità, non abbiamo bisogno di buonismo e assistenzialismo” ribadisce infine Guarnieri. La Fondazione è di partecipazione, per poter unire pubblico e privato, singoli ed enti a seconda che si scelga di essere soci partecipanti o soci sostenitori, mettendo cioè a disposizione beni materiali, immateriali, denaro e professionalità. L’obiettivo è pertanto quello di tracciare una nuova strada, per accrescere la competenza e la professionalità della comunità romanès, strumenti imprescindibili per andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi che li accompagnano da molto, troppo tempo e poter realmente iniziare a parlare con loro, alla pari, di interculturalità.Piera F. Mastantuono