Wesak: le luci in festa

“Il buddhismo è parte integrante della nostra cultura.quando ero bambino aspettavo con ansia questo periodo dell’anno, per me non era solo una festa con rituali e preghiere, si andava al di là della religione. Io la consideravo una festa di colori e luci.” cosi ricorda Ari il “Wesak”. “In Sri Lanka, oltre ad essere una festa religiosa, è  una festa nazionale di due giornate in cui si ricordano i tre momenti fondamentali della vita del Buddha: nascita, illuminazione e morte.”

Secondo la tradizone buddhista infatti, questi tre eventi si verificarono nel giorno di luna piena del mese  del “Wesak” che coincide  col periodo che va dalla seconda metà di aprile alla prima metà di maggio, per questo motivo è  chiamata  anche Festa delle Luci.

Religiosità e Folklore “Ogni anno mi dedicavo, assieme ai miei fratelli, alla costruzione dei Koodu: particolari  lanterne fatte di carta di riso di colori diversi e di varie misure, illuminate da candele poste all’interno. Secondo la tradizione si appendono in casa e sugli alberi. Io andavo molto fiero dei miei lavori! In quel periodo dell’anno si creava un’atmosfera bellissima poichè tutta la famiglia si riuniva per i preparativi” le celebrazioni iniziano molti giorni prima e vi è una minuziosa preparazione.

 

“Si costruivano anche i “Wesak Pendals”: grandi  figure di legno che rappresentano personaggi storici e mitologici del Buddismo e che raffigurano molti aspetti della vita del Buddha. Queste  venivano erette lungo le strade ed io e i miei genitori andavamo ad ammirarle la sera, una ad una. Di solito rimanevano appese per più di una settimana.” L’arte diviene un mezzo attraverso il quale celebrare i momenti salienti della vita del Buddha.

Nei villaggi c’era l’abitudine di cucinare insieme il pasto da offrire ai monaci e da condividere con tutti. i miei fratelli maggiori facevano delle collette e raccoglievano soldi per organizzare questi banchetti ” Celebrare il Wesak significa anche dedicarsi ad attività caritatevoli aiutando i meno fortunati. “La mattina si andava al tempio a pregare: tra rituali e meditazioni la mente si liberava da qualsiasi pensiero. Nel tardo pomeriggio chi voleva rimaneva ancora, io rientravo  a casa  per poi uscire la  sera per assistere alle celebrazioni, per comprare souvenir, cibo o bevande dalle numerose bancarelle presenti lungo la strada.”

Wesak in Italia “Quando sono arrivato a Roma, nel 1979, non c’era la possibilità di celebrare  appieno questa festività per la mancanza di  templi. Solo intorno alla fine degli anni ‘80 ho saputo dell’esistenza di un monastero Buddhista nella località di Sezze e per alcuni anni io,mia moglie e diversi amici  lo frequentavamo per pregare, ascoltare le predicazioni dei monanci  e per fare offerte. I festeggiamenti per noi si concludevano  nel tempio, diversamente da molti nostri amici con figli che celebrano anche a casa, come vuole la vera tradizione.” è evidente che questa festività è un momento di incontro per la comunità singalese, un momento di preghiere e meditazioni in cui i fedeli dimostrano la loro devozione al buddhismo anche se sono lontani da casa”.

Romina Nizar