La festa nazionale delle Filippine: sentirsi a casa

Un appuntamento per tutti i filippini e gli amici italiani e di altre culture, questo è l’obiettivo della celebrazione della Festa nazionale delle Filippine, svolta il 10 giugno in piazza Ankara, in occasione del 114° anniversario dell’indipendenza e 65° delle relazioni tra l’arcipelago asiatico e l’Italia.

Concorso di ballo. Tra i gruppi, tanti giovani di seconda generazione. Jean è uno dei ballerini che ha riunito la troupe “Cruise” quattro anni fa perché avevano la musica e il ritmo nel sangue: “Uniamo diversi tipi di hip-hop e cerchiamo di dare un senso al movimento perchè sia capito dagli altri”. Kyla è nata e cresciuta in Italia, ma le Filippine rimangono il paese di riferimento, perché i nonni sono rimasti lì. Viene alla festa per prendere contatto con la cultura dei genitori. Abey si divide tra i compagni di scuola durante la settimana e la sua comunità nel week-end per pregare e divertirsi insieme. “Quest’anno balliamo meglio che in passato, ci piacciono i ritmi nazionali, amiamo l’ hip-hop come passa tempo. Io mi sento più italiano che filippino: mi piace la pasta e non il riso, la carne e non il pesce”, dice Alen. Per Anna è la prima volta che balla hip-hop,  l’aiuta a sconfiggere la timidezza, dopo aver studiato per anni la danza classica. Arrivata qui all’età di 7 anni ha avuto la difficoltà della lingua ma presto ha scoperto che si può diventare anche la prima della classe. La curiosità della gara è stato “Abitar”, un ballo tribale con un richiamo alle tradizioni, alle origini: “Sono nata qui e mi arrabbio quando la gente mi scambia per una cinese”, dice con orgoglio Lara che ha interpretato la regina, con i costumi e gli accessori fatti a mano con i materiali riciclati dal coreografo Renato. “All’inizio mi sono mancate le Filippine, poi mi sono abituato. Il trucco per andare d’accordo con gli italiani è il rispetto reciproco”, aggiunge Carlo che vuole diventare cameriere. Tanti si sentono italiani e tornare nelle Filippine sarebbe per loro vivere nel “mondo opposto”, dove non potrebbero fruttare il futuro. Per un giorno, invece, hanno cercato di sfruttare il presente e la ricchezza ricevuta da entrambi paesi.

L’unità e l’amicizia, la familiarità e la gioia di stare insieme si leggeva sul volto dei partecipanti, sparsi tra i gazebo e gli alberi alla ricerca dell’ombra. La bella giornata di sole riuniva piccole comunità negli stand, dove con lo spirito di una grande famiglia hanno esposto per promuovere i prodotti tipici, i dolci, la frutta ela verdura. Per gli ospiti un’opportunità di assaggiare i piatti filippini, per loro una possibilità in più per guadagnare qualcosa “per aiutare i genitori”, spiegala studentessa Charlotte. “Il menu di oggi è composto da halo-halo, una granita di fagioli e di prodotti dolci, siopao, pansit, l’arosto michado e tosido”. Le granite sono state apprezzatissime dai giovani per combattere il caldo arido. La giornata ha preso il via alle  9.00 con l’offerta floreale alla statua dell’eroe nazionale in piazza Manila. A ora di pranzo la parata dove i rappresentanti degli enti e delle associazioni provenienti non solo da Roma, ma anche da diverse altre città: Reggio Calabria, Firenze, Napoli, Modena, Reggio Emilia, sono sfilati indossando i colorati costumi nazionali. Resta forte il legame con il paese che ricordano come un posto bello, ma con tanta povertà, motivo che li ha spinti a venire in Italia. La presenza considerevole della comunità è anche l’occasione per promuovere iniziative economiche: società di servizi, banche, negozi, una società che vuole portare la tv via cavo dalle Filippine, esposizione di opere d’arte. “E’ l’unica etnia che riesce a organizzare un’attività con la presenza di 5 mila persone. Il primo anno c’erano i vicini del quartiere che si sono lamentati della festa, il secondo sono venuti a mangiare con noi”, racconta Romolo Salvador, consigliere aggiunto al Comune di Roma. Arrivato in Italia nel1984, ha fatto un percorso d’integrazione da cameriere clandestino in un ristorante a Trastevere  fino al consigliere comunale: “La nostra festa è parte dell’attività culturale del municipio”.

Raisa Ambros(12 giugno 2012)