Eid al-Fitr alla moschea di Roma

Come ogni anno, in tutto il mondo, si è celebrata la fine del ramadan. A Roma il centro dei festeggiamenti è stata la grande moschea, anche se sono stati molti i luoghi della città eterna dove i fedeli all’ Islam hanno onorato questa importante ricorrenza. Come spesso accade, si è dovuto aspettare sino agli ultimi giorni prima di poter decretare con certezza quando si sarebbe potuta svolgere la festa di fine digiuno. Dopo alcune ore di attesa l’annuncio è arrivato, e domenica 19 agosto l’Eid al-Fitr ha avuto inizio. La giornata, caratterizzata da suoni, colori, profumi e lingue di ogni tipo, ha previsto tre preghiere a distanza di un’ora l’una dall’altra. La prima si è svolta alle 8:30 l’ultima alla 10:30.Prima di entrare, per seguire il rito religioso, è d’obbligo una veloce passeggiata tra le bancarelle che costeggiano il muro di recinzione della moschea. Qui uomini, donne e bambini mussulmani, respirano a pieni polmoni l’aria ricca di sapori e si soffermano di tanto in tanto per gustare un kebab, nonostante l’ora, o per bere semplicemente un tè in compagnia. C’è un clima di festa per la strada, accompagnato dal canto di due donne sedute vicino ad un banco di dolci. Varcati i cancelli c’è la possibilità di scambiare qualche parola con i fedeli che stanno aspettando il loro turno per andare a pregare. Tra di loro c’è Giulia, una ragazza italiana, convertita da cinque anni che spiega così la sua decisione:” Prima di diventare mussulmana ero atea, ma ho sempre pensato che superati i vent’anni, fosse necessario iniziare un percorso di conferma o di cambiamento del proprio credo. Così ho passato sei anni a studiare l’Islam e mi sono resa conto che era quella la mia strada spirituale. Sono al quinto ramadan, ma devo dire che non è mai stato difficile affrontare questo periodo, proprio perché ero estremamente convinta della mia scelta. La mia famiglia ha accettato di buon grado la mia decisione, dicendomi che qualsiasi cosa mi avesse resa felice l’avrebbero condivisa”.Oramai si avvicina il momento dell’ultima preghiera e i fedeli percorrono, per l’ultima volta in questo mese, la breve strada che li porta all’ingresso del salone principale, dove si svolgono le funzioni. A differenza di tante altre volte, il clima, anche durante l’orazione , è molto rilassato. Donne e uomini condividono lo spazio di preghiera, mentre i bambini corrono da una parte all’altra della sala per raggiungere i genitori. Questo rito, non sarebbe obbligatorio, è più che altro la chiusura del cerchio, la fine di un percorso che ha portato i fedeli a dedicarsi completamente alla propria spiritualità durante tutto il mese. E’ un’incredibile occasione di incontro, di condivisione e di unione per le comunità.Terminata la preghiera il salone principale si svuota in poco tempo e i fedeli si avviano verso l’uscita, incuriositi da una berlina scura che si è fermata in mezzo al piazzale della moschea. Dalla macchina scende il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che come lo scorso anno è passato per salutare le comunità mussulmane presenti nella capitale. Il primo cittadino viene sommerso dall’entusiasmo della folla, con cui scambia qualche parola e si fa fare alcune foto. “ Sono venuto a portare gli auguri a tutti i musulmani di Roma e d’Italia. È un momento importante e noi vogliamo difendere il diritto di ognuno di professare la propria religione, nel massimo rispetto di ogni posizione e di ogni identità». Ad accoglierlo, il presidente del Centro islamico, l’ambasciatore dell’Arabia Saudita Saleh Moh’d Al Ghamdi che si dice molto soddisfatto per l’elevata presenza di fedeli in moschea durante il ramadan: “Sono più di 25.000 i fedeli che si sono recati alla moschea quest’anno. Siamo contenti, perché il numero è in aumento e questo non può che giovare alla nostra comunità”. Dello stesso avviso è l’ambasciatore del Marocco Hassan Abu Ayub : “Quella di oggi, e di tutto questo periodo, è stata l’ennesima dimostrazione di quanto la comunità islamica di Roma sia unita. Non importa quanto distanti siamo dalla nostra terra di origine perché questa è la terra di tutti, è la terra di Dio” 

Adriano Di Blasi

(22  agosto 2012)