La diversità del tango all’Auditorium di Roma

Con la quarta edizione di Buenos Aires Tango, dal 12 al 21 settembre 2012, rassegna internazionale dedicata alla cultura argentina, ecco “il vero inizio di stagione” dell’Auditorium di Roma. Ogni sera spettacoli, conferenze, lezioni, seminari e l’immancabile milonga – la sala da ballo argentina – allestita nello spazio aperto della Cavea, per la cura artistica di Carlos Villalba e il coordinamento artistico, in tutti e quattro gli anni, di Ignacio Varchausky, contrabbassista, in Italia da 8 anni.
“Il Buenos Aires Tango dell’Auditorium è considerato uno dei più importanti festival del tango al mondo, e sicuramente il più importante in Europa”, esordisce subito Varchausky, “si dà spazio infatti al miglior tango porteño odierno, rivelando tutti i suoi sottomondi: dalle milongas, ai compositori, dai musicisti, ai grandi maestri. Per esempio quest’anno presenteremo una tendenza molto nuova: il jazz che esplora il tango, con il sestetto Escalandrum, con Daniel “Pipi” Piazzolla, nipote del grande Astor. Insomma Piazzolla che suonerà Piazzolla; e tante voci giovani come quella di Juan Pablo Villareal e il Duo Fuertes Varnerín a rappresentare una sorta di corrente vintage della nuova guardia del tango argentino; a fianco al nuovo, la grande cantante Maria Graña, un ponte tra passato e presente che già negli anni ’80 cercò di promuovere il tango nel mondo. Villareal e la Graña daranno vita a uno spettacolo pensato solo per l’Auditorium insieme al chitarrista Esteban Morgado”.

Gli Escalandrum

Due le grandi novità di quest’anno: il Campeonato de Campeones, “otto tra le migliori coppie argentine che hanno partecipato ai campionati di Buenos Aires in gara con un premio finale di 5000 euro” e il Campionato Romano di Tango Salón (da sala), “riservato invece a 30 coppie italiane. Questa idea di far apprendere di più sul tango – ché poi è quello che si fa quotidianamente anche a Buenos Aires – è collegata a una serie di attività che si svolgeranno nei due Foyer dell’Auditorium, dalle lezioni di tango di vario livello al seminario di coreografia della durata di 4 giorni”.
“Tra i ballerini più importanti che si esibiranno durante la rassegna, Horacio Godoy, che noi chiamiamo El Pebete (Il Ragazzo), Milena Plebs, altro ponte generazionale tra maestri e nuovi ballerini, e i Los Macana, fratelli argentini di origine italiana – “quest’anno festeggiamo 100 anni di generazione italica” – davvero molto simpatici. Si chiamano Enrique e Guillermo De Fazio e balleranno in coppia: “non pensate male, è una tradizione familiare in Argentina”. Infatti agli inizi della storia del tango – seconda metà dell’800 – per imparare a ballare gli uomini si esercitavano tra loro (lontano dalla milonga) e solo dopo aver appreso la tecnica gli era permesso di invitare le donne. La pratica continuò anche negli anni ’40 e ’50, dice Enrique: “non si poteva ballare tra uomo e donna, così se ci si voleva esercitare si ballava tra fratelli o le figlie con i padri…” Nel Foyer Sinopoli i due ci danno un assaggio della loro esibizione: il loro stile di ballo riflette la loro ironia…

Un assaggio di tango – Milena Plebs e David Alejandro Palo al Foyer Sinopoli

Milena Plebs, che ballerà in coppia con David Alejandro Palo, con un po’ di italiano, definisce sé stessa e gli altri artisti “ambasciatori della nostra cultura che è fatta di poesia, canto, ballo e musica. Il mio lavoro è un’analisi sui vecchi milongueros oggi scomparsi. Per me è la prima volta all’Auditorium e ho intenzione di trasmettere la mia passione”.
Ma perché un campionato “elitario” se il tango è popolare? “È un modo per comunicare la qualità, per attrarre non solo gli appassionati, ma anche i curiosi” dice Carlo Fuortes, Amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma. “Il campionato è un evento che attrae molte persone, anche in Argentina, dove sono sempre esistiti” sottolineano gli artisti. Racconta Milena: “negli anni ’50 se ne svolse uno che rimase famoso presso lo Stadio del Luna Park di Buenos Aires in cui si “scontrarono” Juan Carlos Copes, il nostro Fred Astaire, e Virulazo, poiché quest’ultimo non finì mai di vantarsi di aver battuto il grande maestro! In ogni caso voglio dire che il tango ha a che fare con la diversità, ogni tanguero ha il suo stile, quindi è in realtà impossibile eleggere un migliore, lo spirito è prendere il campionato come un gioco. Aggiunge Guillermo: “in un campionato di pizza, non bisogna chiedersi qual è la miglior pizza, ma quanta gente è venuta per assaggiare quelle pizze!”
Insomma l’Auditorium con Buenos Aires Tango sembra aver fatto centro da quattro anni, rivelando tra le righe il suo cavallo di battaglia. Gli artisti confermano: “quale tanguero non vorrebbe venire all’Auditorium di Roma?”

Alice Rinaldi
(12 settembre 2012)

Per consultare il programma completo www.auditorium.com