Bambini schiavi del sesso: aiutiamoli con ECPAT a dire NO

Fonte: ECPAT Italia - foto di Elisa Rolfi
Fonte: ECPAT Italia – foto di Elisa Rolfi

Nel mondo 2 milioni di bambini sono vittime di sfruttamento sessuale. In Cambogia sono 20 mila i minori costretti a vendere il proprio corpo sulle spiagge, per strada, nei bordelli. Spesso sono usati per produrre foto e filmati pornografici. End Child Prostitution Pornography and Trafficking – ECPAT lavora per garantire a questi bambini un futuro diverso, come hanno spiegato i volontari dell’associazione lunedì 26 novembre nell’incontro “Raccontiamo i bambini della Cambogia”, organizzato presso la biblioteca Villa Leopardi per la campagna Biblioteche Solidali.

Un orrore senza confini. ECPAT è la più grande rete internazionale di organizzazioni impegnate nella lotta allo sfruttamento sessuale dei minori. Quando fu fondata, agli inizi degli anni ’90, aveva l’obiettivo di contrastare la grave emergenza del turismo sessuale con minori nel Sud-est asiatico. Ben presto però ci si rese conto che tali fenomeni avevano una portata molto più ampia e capillare, tanto che oggi ECPAT è presente in oltre 70 Paesi nel mondo, con 80 gruppi nazionali, tra cui quello italiano. I dati diffusi dall’associazione parlano di 1,2 milioni di bambini tra i 14 e i 17 anni vittime di tratta ogni anno, per un mercato che è il terzo al mondo dopo quello delle armi e della droga, ai quali è spesso collegato.Anche il turismo sessuale, con la crescita dei viaggi low cost, è diventato un problema globale che, secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, muove ogni anno 3 milioni di persone alla ricerca di sesso a pagamento, spesso con bambini o adolescenti.Le stime sulla prostituzione minorile hanno cifre da capogiro: 10 mila vittime in Costa Rica, 18 mila in Kenia, 25 mila nella Repubblica Dominicana, 35 mila in Colombia, 500 mila in Brasile. Sono solo alcuni esempi di un fenomeno alimentato da clienti locali e da turisti provenienti da tutto il mondo, che in Brasile e Kenia registra il triste primato degli italiani come principali clienti stranieri dei bambini costretti a prostituirsi. L’Italia, oltre ad essere destinazione dei traffici di minori, alimenta il mercato del turismo sessuale con 80 mila presenza all’anno e figura tra i primi paesi per detenzione di materiale pedopornografico.

Video ECPAT ItaliaCombattere su più piani. Come tutti i fenomeni legati alla criminalità organizzata anche lo sfruttamento sessuale minorile è difficile da debellare, perché si organizza in forme sempre nuove e si nutre del potere del denaro. Per questo è necessario intervenire “Sia nella punizione del reato, sia nella promozione dei diritti delle vittime” come evidenzia Yasmine Abo Loha, coordinatrice dei programmi di ECPAT Italia. Dal 1994 l’associazione realizza progetti di recupero delle vittime e di prevenzione in paesi in cui la povertà, l’instabilità dovuta alle guerre e la mancanza di cure e istruzione mettono a rischio i minori. Attraverso azioni combinate di formazione, informazione e sensibilizzazione, coinvolgimento dei mass media e dei decision makers si punta alla promozione di una offensiva globale a questo crimine. Che richiede, necessariamente, anche l’adozione di adeguate politiche di contrasto. Le leggi 269/998 e 38/06, fortemente volute da ECPAT Italia: “Hanno garantito alla nostra nazione una delle migliori normative nella lotta allo sfruttamento della prostituzione, della pornografia e del turismo sessuale a danno dei minori”. La Convenzione di Lanzarote, ratificata lo scorso 19 settembre, prevede inoltre pene più severe e la possibilità di perseguire nuovi reati come l’adescamento dei minori in rete e la “pedofilia e pedopornografia culturale”.

Fonte: ECPAT Italia - foto di Letizia Taroni
Fonte: ECPAT Italia – foto di Letizia Taroni

In Cambogia: dove un bambino è già adulto. “Si paga in Cambogia, anche per andare a scuola. E uno dei fattori di rischio è proprio la mancanza di educazione, perché i bambini non hanno consapevolezza dei loro diritti”. Letizia Taroni, che cura l’area del sostegno a distanza, spiega quanto sia delicato e difficile intervenire: “Il confine è sottile perché i ragazzi sentono di dover contribuire al sostentamento della famiglia e il fenomeno dello sfruttamento evolve e cambia”. Così a Phnom Penh, la capitale, sono sorti accanto ai bordelli i karaoke bar: “Per tante ragazze minorenni è più semplice essere assunte come cameriere in posti del genere, ma capita che oltre alla paga sia loro offerto un extra in denaro per prestazioni sessuali”. Grazie al sostegno a distanza ECPAT ha creato a Phnom Penh 7 centri, ossia scuole gestite da una organizzazione locale che garantiscono a oltre 1000 bambini protezione, istruzione e formazione, controlli medici periodici, vestiario e aiuto economico alle famiglie. “Il nostro obiettivo è tenerli lontani dai pericoli, insegnare loro a difendersi, aiutarli ad apprendere un mestiere che li renda in futuro autonomi”. Tra loro c’è Borey, abbandonata dai genitori e cresciuta con la zia, grazie a ECPAT ha avuto la possibilità di scegliere la propria strada e oggi lavora come sarta e sogna di aprire un suo negozio. C’è anche chi ha deciso di proseguire gli studi: Srey On con il suo impegno costante ha convinto i genitori che l’istruzione è un fattore capace di portare reddito e soddisfazione a tutta la famiglia e oggi frequenta la facoltà di inglese commerciale.

E noi cosa possiamo fare? Per sostenere un bambino a distanza bastano 25 euro al mese. L’associazione assicura un contatto continuo, attraverso le lettere tradotte dai volontari e, se la famiglia sostenitrice ne la possibilità, accompagnandola a conoscere il bimbo, come raccontano Mauro e Lia, andati in Cambogia per incontrare i propri “figliocci” Srey Neang e Chhun Panha. Si può sostenere l’associazione anche attraverso una semplice donazione, destinando il proprio 5×1000, oppure offrendo il proprio contributo come volontario. ECPAT I(n)soliti regaliE, visto che il natale si avvicina, possiamo fare un I(n)solito Regalo, dai biglietti augurali ai doni per i bimbi della Cambogia o del Brasile: i pacchetti alimentare e igiene hanno un costo di 5 euro, il pacchetto scolastico 10 euro e quello educazione 20 euro. Per noi piccole cifre, per loro la possibilità di continuare a sperare in un futuro migliore.

 

Per tutte le informazioni su ECPAT Italia Onlus visitate il sito www.ecpat.it

Sandra Fratticci (29 novembre 2012)