Il cinema interculturale del Festival di Roma

Torna, per la settima edizione, dal 9 al 17 novembre 2012, il Festival Internazionale del Film di Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, che contrariamente a qualche voce critica e i pochi biglietti venduti, presenta un carnet interessante di film che affrontano, anche, le questioni migratorie, soprattutto da parte di registi italiani. In Concorso, spicca Alì ha gli occhi azzurri, dal regista documentarista di Fratelli d’Italia, Claudio Giovannesi, una settimana nella vita di Nader, adolescente di origine egiziana, nato e cresciuto a Ostia, che fugge dai genitori contrari al fidanzamento con una ragazza italiana, mentre Stefano, il suo migliore amico dimostra interesse per sua sorella. Spose celesti dei mari della pianura del russo Alexey Fedorchenko, 23 brevi racconti sulle donne del popolo Mari, popolo finnico del Volga, di antichissime tradizioni. Marfa girl, il ritorno del grande Larry Clark dagli Stati Uniti, dopo Kids e Ken Park, una nuova storia che ritrae gli adolescenti americani di oggi, affrontando in particolare la tematica del razzismo a Marfa, in Texas, dove l’arrivo di un’eccentrica comunità di artisti acuisce i conflitti etnici. Mai morire di Enrique Rivero, una storia messicana da Xochimilco, a sud di Città del Messico, recitata da chi vive in quel territorio da sempre conoscendolo a perfezione. Fuori Concorso, l’atteso La bande des jotas, racconto tra Francia e Spagna, il nuovo film di Marjane Satrapi, iraniana naturalizzatasi francese, dopo le forti emozioni della sua opera prima, il bellissimo Persepolis, film di animazione autobiografico ambientato durante la Rivoluzione iraniana e Pollo alle prugne, presentato a Venezia nel 2011. Black star di Francesco Castellani, quattro amici italiani gestiscono una squadra di calcio di rifugiati politici, nel cuore di Pietralata, ma l’opposizione di alcuni abitanti del quartiere, porterà all’occupazione del campo sportivo.

Nader Sarhan di Alì ha gli occhi azzurri

Una sezione a parte, PIT, è dedicata esclusivamente alle Prospettive Italia che conferma l’interesse per le tematiche migratorie e di esistenze ai margini, che forse l’Italia, proprio in questi anni, sta vivendo più forte di altri Paesi. Milleunanotte di Marco Santarelli entra nel penitenziario Dozza di Bologna e nelle storie personali dei detenuti… Acqua fuori dal ring di Joel Stangle, film duro da un regista apolide, affronta due storie che si ripetono: due pugili che combattono per sopravvivere dentro e fuori dal ring, Toscano, un giovane siciliano che lotta contro il suo passato e Barca, un immigrato africano che lotta per il suo futuro, incontrandosi alla fine nel presente. Cosimo e Nicole di Francesco Amato – opera seconda dopo Ma che ci faccio qui, su un giovane adolescente e il sogno di attraversare l’Europa, vincitore nel 2007 del David di Donatello – racconta di Cosimo, italiano e Nicole, francese, che si conoscono e si innamorano a Genova durante gli scontri del G8, decidendo di tornare a vivere proprio in quella città. Con Razza bastarda Alessandro Gassman, al debutto alla regia, sceglie un film con protagonista Roman, immigrato rumeno giunto in Italia 30 anni fa che non riesce a districarsi dai giri di spaccio e piccola delinquenza, ma con un figlio, Nicu, cresciuto senza madre a cui intende dare un’esistenza migliore…

Acqua fuori dal ring (Ring of water)

Con la sezione Retrospettiva, Cinema Espanso dal 1962 al 1984, realizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, si approfondiscono i legami tra cinema e arti visive che si svilupparono in Italia in quegli anni. Identikit di Giuseppe Patroni Griffi, racconta di Lisa, signora tedesca che si trasferisce da Amburgo a Roma per una vacanza, ma in crisi di identità… Der leone have sept cabecas (Il leone ha sette teste) di Glauber Rocha, è ambientato in un paese africano, dove alcuni mercenari fanno prigioniero un latino-americano, Pablo, venuto ad appoggiare gli indigeni nella loro lotta contro i colonialisti. Dice il regista “ho girato sempre impiegando con gli africani le loro stesse forme di rappresentazione”. Nella sezione Eventi, da segnalare, Ebrei a Roma di Francesco Pannone, che con il suo sguardo, e attraverso testimoni, si avvicina alla più antica comunità ebraica occidentale, quella di Roma. David è stato il braccio destro dell’ex Rabbino Capo Elio Toaff e gestisce un’attività commerciale in vita da sette generazioni. Giovanni, 40 anni, ha deciso di investire sull’enogastronomia ebraica e come molti coetanei coltiva un forte sentimento religioso, in cui il mangiare kosher è anche riscoperta identitaria. Michela, madre 30enne, fa la guida turistica nel Ghetto, unendo passato e presente.

Una foto di scena da Razza bastarda di e con Alessandro Gassman nel ruolo di Roman

Un’interessante nuova sezione, curata dal MAXXI di Roma, XXI CINEMAXXI, presenta forse il cinema più creativo e sperimentale, affrontando la società e la convivenza, dalle basi, oltre le differenze culturali. Da Tagalog di Guy Lumbera, una storia di memoria nata da qualche parte in un villaggio remoto delle Filippine, a Tutto parla di te di Alina Marazzi, che affronta una storia di donne: dopo molti anni Pauline torna a Torino, sua città natale, e riprende contatto con Angela che dirige un Centro per la maternità, intraprendendo una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a partire da testimonianze, video e fotografie. Con Avanti popolo di Michael Wahrmann, vediamo Andrè tornare nella casa d’infanzia a San Paolo – dove vive il padre nell’attesa dell’altro figlio partito da 30 anni per l’Unione Sovietica e mai più tornato – intraprendendo un viaggio nella memoria di un paese dove ancora aleggia lo spettro della dittatura e le lusinghe del comunismo. A mesa ferida di Marcos Barbosa, racconta di una compagnia teatrale messicana che giunge a Guimaraes, Capitale Europea della Cultura per presentare uno spettacolo su Frida Khalo. Scontro tra culture o stravolgimento culturale? Fino ai più complessi e poetici Il regno delle carte di Q aka Kaushik Mukherjee, dall’India porta al cinema il celebre dramma musicale di Rabrindanatah Tagore: naufragati su un’isola, il principe e il suo amico si imbattono in una strana società dove gli abitanti sono tutti soldati che si fanno chiamare Carte – come quelle di Lewis Carroll di Alice nel paese delle meraviglie – che vivono secondo leggi che bandiscono ogni comportamento umano e Vamos tocar todos juntos para ouvirmos melhor (Suoniamo insieme per sentire meglio) di Tiago Pereira, un docufiction sull’accettazione e sul senso di una possibile decostruzione delle idee e dei temi radicati nell’immaginario collettivo della nostra società.

Alice Rinaldi (9 novembre 2012)

Per il programma completo: www.romacinemafest.it