La via delle spezie. L’unione nell’arte culinaria

da sinistra: Stefania Pasqualoni, Francesca Capanna, Santos Taboada Zapada, Pan Yongchang, Aziz Darif, Domenico Naccari, Felix Enriquez Mendoza, Mohamed M. A. Aziz Hanout, Piero Vereni

La via delle spezie Sotto il segno della fratellanza le ambasciate d’Egitto, delle Filippine, del Marocco e del Perù si sono unite in una serata dedicata all’incontro tra culture: “Unione culinaria. La via delle spezie: peperoncino, zenzero e cannella in un solo tavolo”. L’evento è stato promosso e coordinato dai rappresentanti della Consulta cittadina per l’Immigrazione di Roma capitale: il presidente Aziz Darif di origine marocchina, il vice-presidente Felix Enriquez Mendoza delle Filippine, Santos Taboada membro peruviano del comitato esecutivo della Consulta e da Mohamed Hanout rappresentante della comunità egiziana. Musica, danza e piatti tipici hanno colorato la magica arancera che si trova alle porte di Circo Massimo a Roma.

i musicisti da sinistra Marawan, Samir e Asharaf

La cucina scandisce l’anno e le sue feste “In questa meravigliosa città qual è Roma la presenza degli stranieri è numerosa e il percorso di trasformazione della convivenza tra culture procede ora lento ora veloce. Credo che la multiculturalità sia scambio e non semplice convivenza non conflittuale” dichiara Aziz Darif durante la presentazione e i saluti inziali. La cucina contraddistingue ogni popolo “scandisce il tempo e le stagioni dell’anno. I giorni di festa, sono caratterizzati da piatti tipici che spesso vengono preparati solo in quelle occasioni” spiega Piero Vereni docente di antropologia culturale dell’università di Tor Vergata.

danza peruviana
Pandango sa Ilaw danza peruviana

Musica araba, balli tribali peruviani e danze sinuose filippine Dopo i saluti e i brevi commenti dei relatori – tra i quali Domenico Naccari, consigliere delegato del sindaco per i rapporti con le comunità regionali presenti a Roma, e Pan Yongchang rappresentate della comunità cinese – è esplosa la festa. Asharaf, Samir e Marawan egiziano il primo, turco il secondo e iracheno il terzo hanno aperto la serata con musica araba eseguita con percussioni e con l’ud, liuto del medio oriente. La musica si è poi arricchita dei movimenti e colori delle danze peruviane e filippine: dalla Pandango sa Ilaw dove la lotta tra due uomini viene scandita dal ritmo di padelle battute in coro ai colori tenui delle danze femminili delle donne filippine. Tre tradizioni assai diverse tra loro come quella araba quella del sud america e quella dell’estremo oriente hanno regalato un serata unica nel suo genere inserendola tra i ruderi dell’antico impero romano; cuore del turistico centro storico di Roma

danzatrice filippina sistema la camicetta tradizionale

L’atmosfera ibrida dipinta dai costumi tradizionali è stata poi confermata dal buffet che ne è susseguito. Ogni paese ha proposto un proprio menù. Spaghetti di riso con pollo, caldaretta e dolci tipici per le Filippine; l’ormai nota shawerma per l’Egitto che ha proseguito con riso, koshari, datteri e il Tamir Hindi, bevanda non alcolica; Il Marocco ha portato in tavola cous cous con verdure e cous cous con carne, dolci tipici e thé. Il Perù ha invece  proposto: la quinoa, le patata alla hucaina, dolci tipici e la bavanda non alcolica inca kola.

M. Daniela Basile(29 novembre 2012)