Rete scuolemigranti: Piuculture all’Esopo

Anche quest’anno, prosegue il lavoro dei volontari di Piuculture, per l’insegnamento dell’italiano nelle scuole. Diversi istituti che si stanno avvalendo delle lezioni facoltative per ragazzi stranieri con buoni risultati. La scuola media Esopo è una delle sedi nelle quali si è intervenuti e dove, come spiegano  le volontarie di Piuculture che lavorano li, il progetto prosegue da oltre un anno: “ E’ il secondo anno che operiamo in questa scuola – spiega Anna Meo – rispetto al passato, è molto diversa sia l’organizzazione del corso, che le lezioni che svolgiamo. Lo scorso anno venivamo una volta alla settimana in tre insegnanti,  il nostro compito era quello di assistere i ragazzi, non solo ad apprendere meglio la lingua, ma più specificatamente, li aiutavamo anche nelle singole materie, soprattutto in quelle dove il lessico era più tecnico,  quindi più difficili da apprendere. Per quanto avessero buone basi, i testi alla scuola media sono molto complessi e ogni disciplina ha un linguaggio specifico. Storia, scienze e matematica sono state sicuramente quelle che creavano maggiori difficoltà. Come se non bastasse il livello di questa scuola è alto, questo non faceva che aumentare le difficoltà di questi ragazzi.

Le differenze

Quest’anno invece siamo due insegnanti per cinque studenti di prima media: 3 filippini, un rom e un ecuadoregno e ci occupiamo quasi esclusivamente dell’italiano, dato che i ragazzi sono quasi tutti appena arrivati, addirittura una a settembre, e hanno bisogno di basi linguistiche solide per affrontare la scuola. Per aiutarli stiamo pensando di aumentare il numero delle ore di lezione: passare dalle quattro settimanali, a sei, magari aggiungendo lezioni pomeridiane. Il problema è che, sia a livello di volontari che di organizzazione con la scuola, non siamo ancora pronti. Fino a Natale continueremo così, poi cercheremo di modificare qualcosa. Per fortuna il clima con gli insegnanti è di estrema collaborazione. Il nostro lavoro è più strutturato e loro sono stati i primi a capire che può essere davvero utile per gli studenti.

Le famiglie

Passando all’atteggiamento delle famiglie nei confronti della scuola e in particolare dei corsi di italiano si capisce immediatamente la consapevolezza delle volontarie che i genitori degli studenti: “ fanno di necessità virtù, iscrivendoli in scuole come questa. E’ evidente che il livello culturale e pretesa in termini di impegno scolastico che viene richiesta da questo istituto, sia molto alta, ma non possono fare altrimenti. I genitori di questi ragazzi lavorano per lo più come badanti nelle case del quartiere. E’ quindi un enorme comodità avere l’istituto dei figli vicino al posto di lavoro. Forse neanche sono consapevoli della scuola che frequentano i figli, semplicemente, è quella a disposizione. Il vero problema è che le istituzioni dovrebbero supportarli, invece non fanno nulla. E’ come se un ragazzo italiano venisse proiettato in una scuola filippina, senza nessun aiuto. E’ ovvio che avrebbe grosse difficoltà .

Purtroppo non c’è rapporto con le famiglie, questo anche per la volontà dei ragazzi di non parlare delle loro origini : “ Una volta arrivati qui, vogliono essere italiani, e inizialmente, rifiutano il proprio passato. Poi superati i primi anni cercano magari di recuperare contatti con la terra d’origine. Anche quando abbiamo provato a parlare delle fiabe o dei racconti del loro paese, argomento che di solito cattura l’attenzione, si sono dimostrati molto restii”

Nonostante le difficoltà, la soddisfazione per il lavoro svolto è molta. Soprattutto quando raccontano l’incontro avvenuto ad ottobre con gli studenti dell’anno passato, traspare dalle parole delle volontarie, la gratitudine dei ragazzi, nei loro confronti. “Quando siamo passate davanti alla loro classe, ci hanno salutato tutti con affetto e una ragazza ha detto: “ Prof, prof, ho preso otto in storia!Grazie!”. Suona la campanella, l’intervista è conclusa, la lezione può iniziare.

 

 

Adriano Di Blasi

(14-Novembre-2012)