Senzis – Senza te

Inaugurata ieri, presso lo spazio espositivo dell’Ufficio cultura e informazioni dell’Ambasciata di Turchia a Roma, la mostra personale Sensiz – Senza te dell’artista turca Cenan Uyanusta, curata da Ferdan Yusufi e Stefano Ferracci con il coordinamento organizzativo di Giorgio Bertozzi e Laura Migotto. Sarà possibile visitarla fino al 30 novembre, in Piazza della Repubblica 55-56.

 

Istanbul offended
Istanbul offended
La citta è rimasta triste senza te. Il suo blu piange ogni volta che l’onda, senza schiuma, batte la costa. Le braccia dell’ albero sono stanche di avvolgerti, le foglie impallidite, nella sua ombra non ci sei tu. La nave con il suo fischio si ribella, Il gabbiano con l’urlo si ribella … alla tua assenza. I minareti, come braccia della città, si allungano nel cielo, con speranza con occhi lacrimosi con nostalgia con sogni. Chissà se un giorno finirà la nostalgia. Questo sappiamo: la citta è triste e disperata perché è sola senza te. Tutti sono soli senza te. 
Genç Kiz
Genç Kiz
La nostalgia per la perdita di una persona amata diventa spunto per una ricerca personale che si fa creazione. Finirà questa nostalgia? “Non ha importanza” risponde Cenan Uyanusta con il caldo sorriso che le accende lo sguardo ogni volta che parla. È una donna solare, piacevolmente irrequieta, che trasmette una sensazione immediata di vicinanza e serenità. Che attraverso le sue opere racconta una separazione dolorosa ma mai angosciante: “L’unica cosa che conta davvero è vivere emozioni. Senza quella mancanza forse la mia arte non avrebbe la stessa intensità”.Storia di una donna e di una città che soffre insieme a lei per un’assenza, Senzis è la storia di un’artista che non si nega alla forza dei sentimenti, li lascia fluire nei versi di una poesia che commuove con le sue verità, li fa esplodere nei colori e nei tratti struggenti delle tele, trasparire nelle delicate linee delle sculture. Storia personale e collettiva che riguarda ognuno di noi.La solitudine è viva e vitale. Genera irrequietezza e azione, mai immobilismo. Si irradia dall’artista/protagonista, ritratta nei volti di donne diverse eppure uguali: dalle labbra infelici, dalle spalle voltate, dagli sguardi, celati e potenti, rivolti alla contemplazione di un vuoto che ferisce. Arde nei luoghi simbolo di una Istanbul affascinante e terribilmente malinconica: scuote le fronde degli alberi che si agitano nel buio palpitante di Moda, avvolge la torre di Galata, sferza mari e orizzonti.
Portrait
Portrait
Per Senzis Cenan Uyanusta predilige i dipinti ad acrilico, ma non rinuncia al vetro, elemento centrale della sua produzione artistica. “Il vetro entra nei dipinti come un oblò o una lente d’ingrandimento” spiega Giorgio Bertozzi “che ci porta oltre la velatura triste delle lacrime ad apprezzare i contorni che danno sostanza, alimentano e costruiscono il futuro e il vivere”. Il vetro è presente infatti oltre che nelle sculture Sultanahmet, Geisha e Portrait, anche in molte delle tele esposte.La molteplicità dei piani significanti connota dunque in profondità le opere: alla pittura si sovrappongono e si fondono le parole dei versi e le sottili lenti decorate. Il risultato è una contaminazione avvincente che incanta l’osservatore. “È un’artista che ha una capacità di sintesi straordinaria” conclude Bertozzi. “Con poche pennellate dà vita alla scena, crea movimento, regala emozioni”.

Sandra Fratticci (8 novembre 2012)