Lifang Dong: primo avvocato donna italo-cinese

Lifang DongA 14 anni gestiva da sola un ristorante da 300 coperti. A 32 anni ha fondato un suo studio legale. Ha una laurea cum laude alla Luiss e un master dell’Università di Pechino, parla 5 lingue, è consulente di imprese e associazioni cinesi, italiane e straniere, insegna nelle università di vari paesi, scrive libri, interviene a seminari e convegni nazionali e internazionali.
Lavora anche 20 ore al giorno, ma nei fine settimana non rinuncia a un po’ di sport a Villa Ada, a una chiacchierata con gli amici, a un bel romanzo. E appena può prepara la valigia e gira il mondo.
Affronta la vita con determinazione, coraggio e un pizzico di ironia.

Curiosa e intraprendente, fin da bambina. Nata a Wenzhou, nella provincia del Zhejiang, ad un anno dalla legge sul figlio unico, Lifang Dong arriva in Italia all’età di 6 anni, insieme alla madre e ai 2 fratelli maggiori: “Mio padre lavorava qui e l’avevo visto l’ultima volta quando ero molto piccola. All’inizio avevo paura di lui perché per me era come un estraneo”. Ambientarsi in un nuovo paese non è semplice. A scuola è l’unica bambina con gli occhi a mandorla, ma grazie al carattere solare non fatica a farsi degli amici e, per quanto riguarda la lingua, ogni occasione è buona per fare pratica: “Ad esempio per imparare la erre mi allenavo guardando il programma televisivo di Iva Zanicchi Ok il prezzo è giusto”. E se gli altri bambini frequentano il catechismo perché non provare? “Vedevo nella religione un’occasione di inserimento sociale, ma dato che la mia famiglia è buddista andavo in chiesa di nascosto. Dopo un anno mi ha scoperta mio fratello e ho smesso” ride senza rimpianti “Ma questa esperienza mi ha insegnato la tolleranza religiosa ed il rispetto per le opinioni altrui”.

Da Portonaccio a Pechino. Abituata da sempre ad aiutare i genitori a 14 anni inizia a gestire un ristorante da 300 coperti in zona Portonaccio, a Roma: “Mio padre era presidente della comunità cinese e gli incarichi istituzionali non gli consentivano di seguire le diverse attività imprenditoriali che aveva avviato, quindi ce ne occupavamo noi figli”. Lavorando di giorno e studiando la notte si laurea in legge alla Luiss: 110 e lode, una medaglia e il sostegno della commissione per la pubblicazione del suo primo libro. Nel frattempo ha trascorso un anno in erasmus presso la University of East Anglia. Conosce il diritto romano e quello anglosassone, l’unico tassello che le manca è il diritto cinese. E neppure la Sars riesce a fermarla: “Avevo vinto una borsa di studio per un master all’Università di Pechino, una delle migliori. Mi sono detta ‘Si vive una volta sola’ e nel 2003 sono partita per la Cina”. Il viaggio è anche un ritorno alle origini: “Ero mancata per tanti anni e mi sentivo un’ estranea, ad esempio io gesticolavo ma lì non si usa e mi guardavano come una persona un po’ buffa”.

Lifang DongDong & Partners Law Firm. Se da piccola sognava la carriera diplomatica, negli anni ha avuto modo di conoscere questa professione, lavorando prima al Ministero degli affari esteri italiano, poi alla Camera di commercio italiana in Cina e all’Ambasciata italiana a Pechino. E ha capito che non fa per lei: “C’è troppa politica e troppi favoritismi”.
In compenso può vantare il primato di essere il primo avvocato donna italo-cinese e di aver fondato un suo studio legale a soli 32 anni: “All’inizio volevo tornare a lavorare a Pechino, ma l’occasione giusta non si è presentata e allora ho capito che dovevo fare da me”. È nato così Dong & Partners Law Firm, studio legale a vocazione internazionale che si rivolge soprattutto alle imprese italiane e straniere orientate ad espandersi sul mercato asiatico, in particolare cinese, e alle imprese cinesi che vogliono investire a livello globale, soprattutto in Europa e in Italia. Al team interno formato da 7 avvocati italiani e cinesi che operano a Roma si affiancano partner selezionati in tutto il mondo. Tante le lingue parlate e i settori coperti: dal diritto commerciale nazionale alla contrattualistica internazionale, fino alle acquisizioni societarie. Dalla proprietà intellettuale alle questioni legate a immigrazione e famiglia.
A 3 anni dalla nascita i risultati sono più che soddisfacenti: “Non ho mai fatto pubblicità e il mio sito è scritto solo in cinese. Nonostante questo il numero dei clienti e degli studi che chiedono collaborazioni con me è cresciuto al punto che oggi sono obbligata a fare una selezione”.

Un’altra generazione. I segreti di questo successo? Volontà e tanto sacrificio. In questo i giovani cinesi sono diversi dai coetanei del Bel Paese: “Io mi trovo molto bene con gli italiani cresciuti negli anni del boom economico perché hanno il mio stesso spirito. I giovani no, purtroppo sono molto pigri salvo rare eccezioni”. Dipende anche dall’educazione ricevuta: “I cinesi arrivati in Italia negli anni ’80 hanno lavorato veramente tanto. Non conoscevano la lingua, non avevano soldi, ma si sono fatti da soli e hanno investito sul futuro dei loro bambini”. Lei di tutto questo ha fatto tesoro: “Vedere la fatica e il sacrificio dei miei genitori sicuramente mi ha aiutato ad avere uno spirito imprenditoriale e ‘fai da te’ molto più elevato rispetto alla gente normale”. E oggi restituisce parte di questa ricchezza svolgendo attività di utilità sociale: “Ad esempio offro consulenza legale attraverso 7 associazioni italo-cinesi di cui sono rappresentante”. “Non ho studiato e lavorato solo per me stessa ma anche per la mia famiglia e per tante persone immigrate che non hanno avuto questa fortuna. Come avvocato cerco di aiutarle a far valere i loro diritti”.

Sandra Fratticci
(10 gennaio 2013)