Roma per il Mali: concerto per aiutare i profughi

Il Movimento degli africani ha organizzato il 23 febbraio, al Centro Policulturale Baobab, la serata Roma per il Mali per sostenere i profughi della guerra, in presenza dell’ambasciatore Drabo Gaoussou. L’evento è iniziato con una cena tipica, dove gli ospiti hanno potuto assaporare delle specialità provenienti da diversi paesi africani. Dopo la presentazione della manifestazione da parte di tanti rappresentanti delle comunità africane, sul palco si sono esibiti musicisti africani di fama:  Anathole Tah, Jack Tama,  Madja Diabaté, Pape Kanouté con la sua kora, il gruppo multietnico Konkoba e il coro multietnico Romolo Balzani, i giovani migranti di seconda generazione della rete G2 hanno proposto una danza africana con Dembelé, il balafonista Sana Soro, e altri artisti della Diaspora Africana in Italia. In accordo con le indicazioni e raccomandazioni del governo del Mali, i fondi raccolti durante la serata saranno destinati ai rifugiati maliani in Burkina Faso, in Niger e nel sud del Mali.

Se il Mali sta male, tutta l’Africa soffre per questo. Vittime di guerra divenuti rifugiati per sfuggire ai massacri, l’iniziativa era dedicata a loro, italiani e stranieri erano invitati a contribuire per sostenerli. Promuovere l’immagine dell’Africa, difendere i diritti umani, fare degli africani dei promotori dello sviluppo del continente nero, sono solo alcuni propositi del Movimento degli africani, che ha più di 400 iscritti dal Sud Africa allo Zimbabwe al nord dell’Africa. “Con la nostra attività cerchiamo d’insegnare agli africani come integrarsi e gli diamo delle linee guida. Io ho sempre rifiutato la parola integrazione, penso che anche gli altri debbano integrarsi a noi. Preferisco parlare di interazione tra le popolazioni”, dice Dabre Yacouba, segretario del Movimento degli africani. “Per il Congo, quando c’e stato l’incendio del deposito delle armi, abbiamo fatto una raccolta di indumenti, come per le persone in Costa d’Avorio quando è scoppiata la guerra civile. Abbiamo cercato di promuovere un’altra iniziativa per il Burkina Faso con un’ associazione che sostiene le donne Burkinabè nella lotta contro l’ infubulazione: fare una raccolta fondi per acquistare 5000 radio che non hanno bisogno di batterie perché sono a dinamo ed energia solare”. Nel Mali c’e stato un colpo di stato e gli islamici hanno approfittato di questa situazione per occupare una parte del paese.

Dabre Yacouba con l’ambasciatore del Mali, Drabo Gaoussou, e Ouattara Gaoussou

“Noi siamo fortunati perché siamo a 6000 km da Mali, ma dobbiamo pensare ai nostri fratelli, madri, padri che comunque sono li. Riusciamo a fare poco, ma ci sentiamo a posto con la coscienza” aggiunge il presidente del Movimento, Ouattara Gaoussou.

“In questa situazione critica è molto importante la solidarietà”, spiega l’ambasciatore del Mali, Drabo Gaoussou “Non conta quanto si riesce a raccogliere per questo popolo, ma fargli sapere che gli siamo vicini. Ringrazio tutti i partecipanti, gli organizzatori: abbiamo lavorato da settembre per arrivare all’appuntamento di oggi”. La comunità del Mali non è molto grande qui a Roma, è più estesa al nord, dove ci sono le fabbriche. “Voglio ringraziare le istituzioni italiane che hanno reso molto più facile il rilascio del visto per i maliani, per il lavoro stagionale, e per aiutare chi si deve spostare a causa della grave situazione esistente nel nostro paese”.

“Dio ci ha dato una bocca e due orecchie per parlare una volta e sentire due volte di più”, così si è presentato sul palco Maouka Sekou Diabate, il responsabile culturale del Movimento, che preferisce esprimersi in metafore, con dei simboli significativi della saggezza africana. Si è occupato del programma musicale della serata: “La musica è vita in Africa, il nostro popolo ha messo la musica al livello di un re. Nella tematica scelta per la serata ci sono delle canzoni con dei versi che danno dei consigli, oppure basate su un ritmo che viene dalla natura”. Mediatore culturale, da tanti anni in Italia, conduce una trasmissione radiofonica di musica africana, un ponte interculturale tra il suo paese e gli altri, affronta ogni giorno le problematiche dell’integrazione, che lui chiama “convivenza tra i popoli”. Agli stranieri appena arrivati nella penisola consiglia di portare e conservare la propria cultura, ma tenendo presente che non è la loro terra e quindi, senza imporla per forza agli altri.

Raisa Ambros
(27  febbraio 2013)