“La politica deve imparare ad ascoltare. Come movimento al di sopra delle parti abbiamo l’obiettivo di unire le idee” spiega Foad Aodi, fondatore di Uniti per Unire e presidente AMSI e Co-mai, in apertura del convegno “Le sfide del futuro. Sanità e scuola in una società multiculturale: criticità e proposte”. Elevata la partecipazione all’iniziativa, che ha voluto affrontare due temi sostanzialmente trascurati dai programmi politici dei partiti: “Sono ben 36 i candidati di tutti gli schieramenti che ci hanno contattati e molti di loro oggi sono presenti in sala”. Al nuovo governo Uniti per Unire chiede di riconoscere finalmente il diritto di cittadinanza ai bambini nati in Italia e agli adulti residenti da almeno 5 anni.
Per una medicina globale. “Tutelare la salute significa salvaguardare la democrazia, perché dal benessere di un popolo dipende il suo sviluppo” afferma Maurizio Benato, vice presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri e presidente dell’ordine dei medici di Padova. Da rigettare la posizione, diffusa anche in alcuni organismi internazionali, che valuta la salute alla stregua di una merce: “I capisaldi di un sistema sanitario efficiente sono l’universalità dell’accesso ai diritti, la comprensibilità delle cure, il finanziamento basato sulla capacità contributiva”.
Sanità e migrazioni: esperienze sul campo. Azzerare le barriere che si frappongono tra migranti e cura è l’obiettivo delle diverse realtà raccontate durante il convegno. Alcuni esempi sono rappresentati dall’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, dal progetto l’accoglienza delle differenze e specificità culturali e religiose nelle strutture sanitarie, dall’operato della Caritas nei settori dell’assistenza, analisi, formazione e promozione dei diritti.
Verso una normativa unica. A livello normativo l’ultima novità è rappresentata dall’accordo varato da governo e regioni il 20 dicembre 2012, che rappresenta una sorta di testo unico per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera, assicurando una interpretazione uniforme delle disposizioni nazionali e internazionali, come la convenzione di New York, in base alla quale tutti i minori, indipendentemente dallo status giuridico, hanno diritto all’iscrizione al servizio sanitario e alla scelta del pediatra o del medico di medicina generale.
Scuola italiana: intercultura voto zero. “Le istituzioni scolastiche non diminuiscono la distanza tra chi proviene da classi avvantaggiate e chi no” sottolinea Kamel Belaitouche presentando la relazione del gruppo di lavoro di Uniti per Unire. Elevate percentuali di abbandono scolastico da parte degli studenti di origine straniera, ritardo di due o più anni rispetto all’età anagrafica, forti tassi di ripetenza e canalizzazione delle scelte verso gli istituti tecnici e professionali. Sono alcuni indicatori dell’incapacità dell’istruzione italiana di affrontare le sfide poste da una società multiculturale, considerando semmai gli alunni non italofoni “una tabula rasa da riempire con la nuova lingua”.
Le ricette per un’istruzione aperta a tutti. Prevedere nelle scuole la presenza di mediatori culturali, organizzare laboratori sull’intercultura, offrire consulenza psicologica per affrontare le difficoltà di inserimento ed apprendimento, potenziare la formazione degli insegnanti, fare rete con le associazioni e le istituzioni territoriali. Queste le ricette proposte da Uniti per Unire per una scuola che valorizzi realmente le potenzialità dei propri alunni, combattendo le disuguaglianze per garantire al paese una reale crescita culturale, sociale ed economica.
Sandra Fratticci
(21 febbraio 2013)