Spazio aperto in movimento… passaparola!

La prima lezione di Passaparola

Siccome Piuculture fa parte della Rete Scuole Migranti, e ne adora il concetto, ci è piaciuta, a livello simbolico questa fusione tra II e III Municipio e così siamo andati a cercare, visto che si parla delle grandi differenze tra i due, un’associazione simile alla nostra.Abbiamo trovato Passaparola Italia “nata da un gruppo di 5 persone che fanno anche altro nella vita” dice Adriano, “sognando che un giorno questa possa diventare la nostra prima attività: diffusione della cultura italiana, prima alfabetizzazione, mediazione culturale e un aiuto alla noiosa e complicata amministrazione”.Adriano è perplesso sull’utilità dell’accorpamento: “non ci avevamo ancora ragionato, ma purtroppo non credo che l’accorpamento unisca le forze, piuttosto le sintetizza. Ci saranno più rallentamenti e magagne burocratiche. Si vede quello che succede quando si accorpano gli enti… una sussidiarietà virtuosa sarebbe l’ideale”.Uno spazio aperto, una fucina di sentimenti e storie di vita senza sede stabile, che vive grazie al sostegno del quartiere San Lorenzo: sono molti i locali notturni che offrono loro gli spazi durante il giorno, come il Beba do Samba, per svolgere le varie attività che coinvolgono più tipologie di “stranieri”: “da una parte ci sono i comunitari che arrivano in Italia per vari motivi – in cerca di lavoro, come ricercatori o semplici passeggeri per Roma – dall’altra i veri migranti che spesso hanno esigenze diverse per mancanze prioritarie: le attività di sostentamento”.

La locandina degli incontri del martedì

Per l’alfabetizzazione Passaparola offre un corso, ABC Italia, diviso in due cicli (ottobre-gennaio e febbraio-giugno) per due incontri gratuiti a settimana, il lavoro è portato avanti dai volontari, “l’unico ritorno è umano e in realtà non sono corsi molto frequentati, ma è normale quando hai l’urgenza di costruirti anzitutto una vita”.Molto più forte va il corso di teatro, un orario serale e un modo probabilmente più semplice e spontaneo di capire e capirsi, con l’aiuto di gesti ed espressioni. Il martedì invece si svolge la conversazione in italiano: “ogni settimana si sceglie un tema che va dall’italianità all’internazionalità, un cultural exchange/tè-aperitivo sulla cultura italiana. Ieri per esempio, in occasione dell’intronizzazione del Papa, abbiamo affrontato il tema del rapporto che ognuno ha con il capo della propria religione. Noi volontari abbiamo parlato dei nostri modi di dire – ogni morte di Papa, morto un Papa se ne fa un altro – una ragazza iraniana l’ha trovato inconcepibile, “augurate la morte al vostro capo spirituale?” mi ha chiesto.”Non mancano le gite nei finesettimana, visite per Roma, dal Colosseo ai Fori, un corso di danza del ventre e, il sabato mattina, un corso di sceneggiatura in inglese, condotto da una ragazza americana laureata in Cinema.“Per me questo lavoro è terapeutico, sono più felice io delle persone che aiuto. Anche perché”, al contrario di quello che si potrebbe spesso pensare “sono tutte persone positive, ognuna con la sua domanda, dal tedesco che vuole lavorare nella ristorazione alla spagnola che vuole insegnare, fino all’egiziano che non ha casa e ora sta appoggiato da noi. Noi cerchiamo di dargli delle dritte”.Siamo felici di far parte della Rete Scuole migranti: “ci aiuta a conoscere meglio questo mondo e a metterci davvero in rete – quando qualcuno non può occuparsi di altre persone, intervengono gli altri”. Questa è la sussidiarietà.

Alice Rinaldi(21 marzo 2013)