E’ con le foto dei primi reportage di LIFE che viene inaugurato AuditoriumExpo, nuovo spazio del Parco della Musica, dedicato unicamente a esposizioni figurative.
“Consultato Renzo Piano abbiamo trasformato il parcheggio inutilizzato ed esteso gli spazi” racconta Aurelio Regina, presidente della Fondazione Musica per Roma. “Esposizioni d’arte sono state sempre presenti nei foyer durante concerti e festival tematici oggi avranno uno spazio dedicato e dei percorsi strutturati. La crisi non diminuisce l’esigenza di confronto con l’arte.“
LIFE. I grandi fotografi, dal 1 maggio al 4 agosto. La selezione delle foto e l’allestimento sono stati curati da Fondazione Forma per la Fotografia, la cui sede è Milano, con l’ausilio di Contrasto; mentre Renault lo sponsor espone Captur, il crossover abbinato all’evento. “Ci siamo subito interessati all’iniziativa. L’assonanza con il claim del crossover Capture Life ci ha subito convinto.”
Era il 23 novembre 1936 e nelle edicole americane si presentava per la prima volta LIFE, rivista di fotogiornalismo. L’immagine di copertina rappresentava una Diga. Uno scatto di Margaret Bourke–White che, insieme ad Eisenstadt, Loengard, Capa e molti altri, ha raccontato guerre, vita quotidiana e grandi personaggi storici ai lettori della rivista; Margaret e i suoi colleghi hanno esplorato le frontiere delle tecniche fotografiche e regalato alla storia frammenti di memoria.
“La prima esigenza era quella di raccontare agli americani il loro stesso paese” spiega Alessandra Mauro direttrice artistica di Fondazione Forma per la Fotografia. “Dopo i paesaggi decisero di descrivere la vita dei cittadini. In quel periodo l’America usciva da una forte crisi economica e viveva per le strade in cerca di lavoro e in ripresa economica. ‘Nascono’ gli adolescenti prima d’allora nessuno si era curato di loro. Da quel momento hanno invece dei volti e dei comportamenti sociali che li connota.”
Dopo la vita quotidiana arriva la vita dei grandi personaggi, politici e del mondo dello spettacolo. Sono esposte le foto che descrivono non solo la vita della famiglia Kennedy ma anche la tragica morte. Sono in mostra anche gli spledidi ritratti a personaggi quali Gandhi assorto nella lettura accanto al suo arcolaio, o ancora Sophia Loren in un espressione naturale che la rende ancora più bella, Allen Ginsberg sorpresa da Loengard mentre fuma e metà del viso si confonde con gli arabeschi di vapore.
I reportage di guerra sono poi quelli che hanno influenzato più d’altri l’immaginario collettivo. “Gli scenari di film cult come Apocalypse Now e Full Metal Jacket devono molto ai reportage pubblicati da LIFE, soprattutto alle foto a colori di Larry Burrows di cui portiamo tre esempi” continua Alessandra. Le foto erano veri e propri frame di avvenimenti, lo dimostra la sequenza le foto di “Operazione Yankee Papa” del 1965 di Larry Burrows. Ma molti altri esempi come il bombardamento di Mosca immortalato da Margaret Bourke-White, la foto del miliziano colpito a morte scattata da Robert Capa, repoter di guerra per antonomasia che fu un collaboratore esterno della rivista.
“Negli anni ’30 l’unico canale di informazione erano radio e stampa ed Henry Luce ebbe l’idea di raccontare fatti, personaggi e luoghi attraverso le immagini.” L’idea fu vincente finché non nacque la televisione. Il declino di LIFE fu irreversibile. Oggi, periodo in cui l’uso della fotografia è massiccio e un po’ abusato, soprattutto nel mondo 2.0. Scattare una foto significa raccontare, in questa mostra possiamo osservare i primi autori e lavori che hanno immortalato il mondo attraverso la macchina fotografica.
M. Daniela Basile
(2 maggio 2913)
viale De Coubertin 30 Prezzo 8 euro Orari di apertura – lunedì-mercoledì dalle 1.30 alle 20.30 -venerdì dalle 14:30 alle 323:00 – Sabato dalle 11.00 alle 23.00 – Domenica dalle 11.== alle 20.30 Riduzioni: convenzioni, over 65, under 26, card, gruppi scolastici Disabili e invalidi civili ingresso gratuito Leggi anche
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