L’italiano quotidiano, al via i corsi dell’Università popolare Upter

CTP - corso di italiano per stranieri - 303“Parlare una lingua è il primo strumento per far conoscere sé stessi e la ricchezza che c’è in ognuno di noi”, l’opinione di Maria Assunta Rosa, del Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di Paesi terzi, intervenuta nel corso del convegno “L’italiano quotidiano”, tenutosi giovedì 9 maggio nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati. “Avere un idioma in comune è una valorizzazione reciproca”. Il Fondo è attivo nel sostenere gli immigrati in questo processo bidirezionale, tramite azioni congiunte con le Regioni, ad esempio istruendo sulle normative. “Non basta l’alfabetizzazione, serve sostegno su più fronti”.

È stata anche un’occasione per presentare il nuovo corso di italiano promosso dall’Upter, l’università popolare di Roma. Trenta ore di lezione per trenta euro totali di spesa, con percorsi personalizzati a seconda delle esigenze di orario e sedi dislocate in ogni parte della città, per superare gli ostacoli spaziali e temporali  dei destinatari (info allo 06-6920431 o sul sito internet www.uptergratis.it). “Il fulcro sono gli insegnanti”, spiega Marco Mason, coordinatore della scuola. “Da subito si sono dimostrati entusiasti. Il gruppo di lavoro è creativo e proviene da diversi livelli ed esperienze di formazione”. In un primo momento ci si focalizzerà su nozioni spendibili nella vita quotidiana, per poi ampliare il bagaglio di competenze linguistiche. “L’auspicio è la gratificazione, il ritorno che si potrà avere dagli stranieri che con la loro passione potranno migliorare l’ambiente sociale in cui vivono”.

“Dove si apprende l’italiano?”, si domanda Gianni di Giuseppe, direttore della sede Rai delle Marche e consulente del progetto Prosit. Ovviamente nei luoghi di lavoro e… sui mezzi pubblici. Tutti i giorni su metropolitana ed autobus, grazie alla tv mobile, si potrà vedere Prosit, 30 filmati animati incentrati sul permesso di soggiorno, occupazione, casa, tempo libero, sanità, arte e cultura. In più ci sarà  la possibilità di approfondire ogni giovedì sul quotidiano free press Metro o accedendo al sito www.avventurediprosit.it con unità didattiche utilizzabili indipendentemente una dall’altra. L’idea ricalca quella di Yellow Kid, che debuttò nel 1894 sull’inserto a colori del New York World di un certo Pulitzer. “I fumetti erano il principale strumento di lettura per gli immigrati”.safe_image

“Nella necessità di integrarsi, la lingua costituisce la prima fase, per riuscire comunicare”, ritiene Mohamed Hanout, della Consulta Cittadina per gli immigrati. Laureato in agronomia, vive in Italia da oltre 20 anni ed ora è tornato studente, alla facoltà di Scienze politiche. “Io consiglio a tutti di imparare bene l’italiano, per migliorare la qualità della vita”. A volte non è facile, specie se manca il lavoro, avere la forza mentale di apprenderlo, “ma va considerato un investimento, fondamentale per lo sviluppo della società”. Senza dimenticare che è un passaggio obbligatorio per l’ottenimento del permesso di soggiorno di lungo periodo.

“La lingua ha a che fare con il diritto di cittadinanza, rompe le barriere di accesso al paese”, aggiunge Massimiliano Smeriglio, vicepresidente ed assessore alla Formazione della Regione Lazio.”È un’opportunità per costruire sinergie”. In un periodo di eccessiva semplificazione del pensiero, “non si deve solo rimettere in piedi l’economia, ma anche la cultura”. La salvezza del Paese può arrivare “costruendo ponti, includendo chi già c’è e chi arriverà, in Regione proveremo a fare questo”.

Giovanni Floris, conduttore di Ballarò
Giovanni Floris, conduttore di Ballarò

Un peso importante va dunque assegnato alla cultura, “nell’accezione di programmazione collettiva della mente, sulle pratiche ed i valori per la costruzione di sé”, spiega Pierangela Diadori, direttore del centro Ditals dell’Università per gli Stranieri di Siena, riferendosi ad un sistema di simboli, valori, religione, ruolo della donna, identità ed altro. “È da questo che nascono le difficoltà di contatto, parlare un’altra lingua è facile, si può passare dall’una all’altra velocemente, cambiare modo di pensare no”. Lo stesso può avvenire per i metodi di apprendimento, in molti hanno difficoltà o possono trovare controproducente lo sforzo squisitamente mnemonico, non è così per i cinesi, “il percorso scolastico li indirizza fin da piccoli e per imparare una nuova lingua trovano di aiuto ad esempio lunghe liste di vocaboli”.

Una questione di prospettive che trova sostanzialmente d’accordo Giovanni Floris, il conduttore di Ballarò. “I genitori di un compagno di scuola di mio figlio sono austriaci, da loro il Risorgimento è chiamato ‘ribellione delle province periferiche’, mentre le invasioni barbariche  sono ‘migrazioni di popoli’. Quale che sia la giusta visione – se di giusto o sbagliato si può parlare – non impedisce ai bambini di giocare insieme o alle persone di entrare in contatto”.

Gabriele Santoro(10 maggio 2013)