Supporto ai bambini stranieri: un lusso che ci piace coltivare

IMG_1928 - CopiaIl 15 maggio, nella sala Starlin Arush di Intersos, Piuculture ha tirato le fila in “Una scuola grande come il mondo” di un altro anno di esperienza nella scuola pubblica a fianco dei bambini stranieri,  è il secondo appuntamento nel quale si confrontano insegnanti, dirigenti scolastici, volontari, tirocinanti dodici mesi dopo “Parlo italiano anch’io”.“Nell’incontro organizzato nel maggio 2012 Teresa Boschetti, Direttrice dell’Istituto San Pio X, ci disse che nel suo Istituto preferivano non consegnare i bambini a dei volontari, una affermazione importante che non voleva essere aggressiva, ma testimoniava il desiderio di affidare gli alunni a persone competenti. Una dichiarazione che è stata uno stimolo a investire sui nostri volontari” spiega Paola Piva presidente di Piuculture “e a formalizzare il nostro lavoro specificando qual’ è l’offerta formativa per continuare a essere gratis e competenti. Quest’anno Piuculture ha ampliato l’attività nella scuola  con un corso d’italiano dedicato ai genitori e estendendo all’attività sportiva il supporto ai bambini stranieri in collaborazione con Sport senza frontiere“.Per Antonio Cutolo, dirigente della Direzione Generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione del MIUR, “I 750mila alunni stranieri sono un’opportunità, non un problema. L’intercultura deve essere una risorsa per la nostra scuola, l’istituzione scolastica deve avere al centro la persona. Gli insegnanti come diceva Edgard Morin ‘Non debbono limitarsi a trasmettere competenze, ma diventare compagni di viaggio. Conoscere quali sono i bisogni dei ragazzi, i sogni, i progetti, le difficoltà’. I dati che emergono dal rapporto annuale sugli “Alunni con cittadinanza non italiana” segnalano un aumento annuale  di 45mila studenti stranieri, “una presenza così significativa ha portato alla realizzazione di un progetto interministeriale fra MIUR, Ministero dell’interno e Ministero del lavoro e quattro maggiori onlus che operano sul territorio. Inoltre verranno firmate a breve dal Ministro  le ”Nuove linee guida per l’integrazione”, a sette anni di distanza da quelle del 2006, indicazioni aggiornate e flessibili che daranno agli insegnanti utili strumenti sul come affrontare il complesso problema dell’integrazione dei bambini stranieri nella scuola” Fortemente critico Cutolo sui BES (bisogni educativi speciali che fanno riferimento a tutti quegli alunni che presentano delle difficoltà che richiedano interventi individualizzati ndr )dove si “allineano senza alcun senso portatori di handicap, disabili e stranieri, chi ha fatto questa scelta non ha capito cos’è l’intercultura, mi dispiace che i BES siano un prodotto del MIUR”L’interesse per la persona e il privilegiare la scuola pubblica sono i principi ispiratori dell’intervento di IMG_1924Piuculture nella scuola come ha spiegato Anna Crisi “lavoriamo con pochi bambini,73 in 12 plessi, un lusso, che ci piace coltivare, per far si che i bambini acquisiscano tranquillità e sicurezza. Il rapporto con la scuola è complesso, serve il riconoscimento reciproco e un  rapporto più strutturato”.“Le associazioni di volontariato che operano nella scuola sono aumentate al punto che si è costituita anche una rete scuolemigranti minori ,” per la coordinatrice Giuseppina Fidilio “è importante che anche per i minori si realizzino convenzioni fra associazioni di volontariato e istituzioni scolastiche dove ognuno riconosca la specificità del proprio compito, e come associazioni si sia inseriti all’interno di un piano didattico condiviso. Per evidenziare queste tematiche stiamo organizzando un convegno per il prossimo autunno”Eugenia Maldera, formatrice DITALS presso L’UPTER, si è soffermata sulle problematiche legate all’insegnamento dell’italiano L2, ha evidenziato le problematiche legate alla differenza nell’apprendimento fra l’italiano scolastico e quello per la comunicazione apportando anche contributi teorici. Patrizia Sentinelli di Altramente ha evidenziato che l’utilità dell’intervento del volontariato nelle scuole non sta nella gratuità, bensì “nel il tipo di comunicazione che facciamo, nel lavoro di accompagno”. Silvia Di Girolamo, giovane volontaria Piuculture, ha fornito indicazioni su strumenti, per l’insegnamento dell’italiano ai bambini stranieri, reperibili online sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale; sui supporti didattici si è fermata anche Antonella Di Clemente della cooperativa Anthea che ha prodotto un testo di educazione linguistica interculturale.IMG_1930I dirigenti scolastici Loredana Teodoro dell’IC di via Volsinio, Anna Allerhand dell’IC di via Boccioni hanno evidenziato le difficoltà provenienti dalla scarsità di risorse che finiscono con influire anche “sulle possibilità di integrazione con chi fornisce il volontariato, lavoro preziosissimo”. Per Giovanni Scancarello del Liceo Statale Montessori “l’autonomia scolastica consente una gestione territoriale delle problematiche che la scuola da sola non può risolvere, l’auspicio è di fare sempre più rete”Nel dibattitto ha infiammato i cuori, in conclusione, la giovane avvocato Carla Fermariello di Bee free che ha evidenziato come la conoscenza della lingua è elemento fondamentale per garantire il rispetto dei diritti per lo straniero in particolare per le donne, sono loro l’anello più debole della catena, che senza una rete territoriale di protezione rischiano di veder calpestati anche i diritti più elementari.

Nicoletta del Pesco

(20 maggio 2013)

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