Il Ramadan dei musulmani di seconda generazione

Sara Keshk
Sara Keshk: “Alle medie ho cominciato a rispettare e seguire il Ramadan, un mese emozionante per tutta la mia famiglia”

Fare del bene per doppia ricompensa. “Quest’anno abbiamo deciso con la mia famiglia di mettere dei soldi in un salvadanaio per poi donarli alla fine del mese ai bisognosi”, racconta Suzan Mohamed, nata in Italia 21 anni fa dai genitori egiziani, responsabile dell’associazione Giovani Musulmani d’Italia a Roma. La sua famiglia è praticante e già da un po’ di tempo si stanno preparando per il Ramadan, che secondo il calendario islamico, basato sulla scansione lunare, è iniziato il 10 luglio. “Durante questo periodo facciamo tanto  volontariato perché il Corano ci insegna che quelli che rispettano il digiuno avranno doppia ricompensa. Seguiamo le cinque preghiere della giornata e chi vuole può farne anche di più”.

I figli si recano insieme ai genitori alla Moschea per la preghiera della notte, che dura due ore. Poi la famiglia rimane sveglia fino alle ore 3.00 per leggere il Corano, che secondo le usanze va letto tutto entro la chiusura del Ramadan. Alla recitazione individuale si affiancano anche delle letture di gruppo.

“La colazione la facciamo prima delle 3.00, un po’ ricca per acquisire le forze fino al tramonto. Verso le 3.30 è obbligatorio recitare la preghiera dell’alba. Di giorno aiutiamo nostra madre a preparare il cibo per la sera, quando ceniamo a casa oppure alla Moschea dove portiamo anche da mangiare per i poveri. Beviamo acqua prima della preghiera del tramonto, per poter poi cenare con calma”.

Suzan Mohamed
Suzan Mohamed: “Durante questo periodo facciamo tanto volontariato perché il Corano ci insegna che quelli che rispettano il digiuno avranno doppia ricompensa”.

Suzan racconta che in un giorno dispari, probabilmente il 27 luglio, la maggioranza dei fedeli non dorme: “Restano svegli a leggere il Corano, in questo modo gli saranno cancellati tutti i peccati”.

Alla fine del Ramadan si celebra una festa di tre giorni, da trascorrere insieme ad amici e familiari. Chi vuole può digiunare per altri sei giorni. Allah ha promesso una ricompensa che rimane una sorpresa, ma sarà talmente grande da superare qualunque sacrificio.

Alcuni coetanei musulmani di seconda generazione rispettano la tradizione del Ramadan, altri no. Quest’anno le vacanze estive coincidono con il digiuno e tanti sono partiti per il paese d’origine dove l’atmosfera è molto più autentica. “Il digiuno si riferisce anche ai rapporti intimi tra i partner e al fumo: vietato prima del tramonto. Conosco persone che dopo questo periodo hanno smesso di fumare”.

Suzan è una giovane musulmana molto attiva nel volontariato: la sera va in Moschea per insegnare ai bambini il Corano e il 4 agosto organizza sempre nel locale di culto un concorso di recitazione del libro sacro aperto a tutti. Insieme ad alcuni amici sta preparando una cena di beneficienza per i meno fortunati, mentre per l’associazione Islamic Relief, che sostiene i poveri di 40 paesi, stanno promuovendo una campagna di aiuti per la Siria, attraverso l’invio di pacchi alimentari e le adozioni a distanza.

“Quando ero piccola facevo il digiuno solo di sabato e domenica”, ricorda Sara Keshk, egiziana di seconda generazione. “Alle medie ho cominciato a rispettare e seguire il Ramadan, un mese emozionante per tutta la mia famiglia”. Alla domanda se riesce a non mangiare durante il giorno risponde con una controdomanda: “Chiedetemi se si riesce a riprendere a mangiare dopo il Ramadan”. Sara sottolinea l’importanza della purificazione spirituale e fisica e la carità per le persone bisognose: “Nascere e vivere in Italia non significa dimenticare la religione, sei sempre musulmano, ovunque”.

Conosco dei non praticanti che digiunano, nessuno ti obbliga se non resisti”. I malati di diabete hanno la libertà di scegliere cosa mangiare: “In cambio dovrebbero regalare ad un povero una somma di denaro corrispondente a quello che hanno mangiato. Le donne durante il ciclo mestruale non possono pregare, tenere in mano il corano e digiunare, hanno la possibilità invece di recuperare questi giorni durante l’anno”.

“Durante il Ramadan ho più sete che fame” racconta Sara Keshk, 19enne nata in Italia dai genitori provenienti dall’Egitto. “La cosa che apprezzo di più è invitare gli amici e parenti a mangiare la sera”. Considera il Ramadan un’occasione per disintossicare il corpo e purificare l’anima, anche vedendo dei programmi religiosi a tema in tv oppure andando alla moschea.

“Digiuniamo anche per ricordarci dei poveri e della loro sofferenza, di cosa significa non poter mangiare quando manca il cibo. Il digiuno avvicina l’uomo a Dio”, testimonia Chaima Msalmi, giovane tunisina. “Non è difficile come sembra, nulla è impossibile con l’aiuto di Allah”. Lei riporta i benefici del digiuno del musulmano testati dallo sheikh Abu Bakr Djaber El Djazairi: “Il corpo elimina gran parte dei grassi accumulati, i tessuti si rinnovano, le tossine vengono scaricate. Lo stomaco riposa, l’intestino si disintossica. La mente gode immensamente del risparmio di energie ottenute eliminando i processi digestivi diurni. L’attenzione è più viva, aumenta la lucidità e l’acutezza del pensiero, la memoria è pronta e sicura. Ma certamente l’effetto migliore e più grande lo possiamo osservare sullo spirito”.

Raisa Ambros
(10 luglio 2013)

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