Max Romeo in concerto, “Chase the devil” outta Villa Ada

imagesLunghi dreadlocks canuti per il passare del tempo, camicia a maniche corte rosso porpora in tinta con i pantaloni, 69 anni e non sentirli. Max Romeo si presenta così al concerto del 17 luglio a Villa Ada, nell’ambito della rassegna “Roma incontra il mondo”, per dare agli amanti del reggae quello che si aspettavano. Giamaicano di Saint Ann Bay, Romeo pur avendo lasciato l’attività musicale dal punto di vista della produzione di nuovi brani, non rinuncia ai tour che lo portano lontano dall’isola natia, come quello attuale in giro per l’Europa e che subito dopo la tappa romana lo vedrà approdare in Francia, a Sauveterre de Rouergue, a nord di Tolosa e Montpellier.

Non poteva mancare un omaggio al più noto cantante reggae, il leggendario Bob Marley, con la cover di Redemption Song, eseguita senza strumentale. “Emancipate yourselves from mental slavery/ none but ourselves can free our minds”, recita il testo (= “liberatevi dalla schiavitù mentale/ nessuno all’infuori di noi può liberare le nostre menti”). Un verso che – purtroppo – non dimostra gli oltre trent’anni di età e che sembra sposarsi alla perfezione con quella che è la “missione” di questo periodico.

Frequenti poi i richiami alla religione rastafariana, elemento inscindibile della musica e cultura reggae. “Every man ought to know who Rastafari is”, (= “ogni uomo dovrebbe sapere chi è Rastafari”), è il ritornello di “Open the iron gate”, riferimento all’imperatore Etiope salito al potere con il nome di Hailè Selassiè nel 1930 e, secondo questo credo, discendente del re Salomone, meritevole quindi di essere riconosciuto come il nuovo messia. O ancora con il brano “A little time for Jah” (= “Un po’ di tempo per Jah”) – uno dei nomi di Dio nella confessione che affonda le radici nel Cristianesimo e di riflesso nell’ebraismo – tratto dall’omonimo album del 2003.

Il trionfo sul male Costante anche la presenza di Satana, il male, nemico da sconfiggere ma il cui “regno sta per crollare”, “satan Kingdom is about to fall”, soprattutto in quello che è probabilmente il pezzo più noto di Max Romeo, “Chase the devil”. “Lucifer son of the mourning, I’m gonna chase you outta earth”, “Lucifero figlio del cordoglio, ti caccerò via dalla terra”, l’apertura del brano che ha esaltato il pubblico più di altri – canzone che ha aumentato la popolarità anche fra i non “adepti” del reggae per la presenza nella colonna sonora del videogioco “Gta San Andreas” e per i remix anche in versione musica da discoteca.

Ma anche temi più strettamente sociali, seguendo il solco della tradizione giamaicana, come l’inutile violenza che ci mette contro, “2000 years of history of wars” (= “duemila anni di storia di guerre”), in cui “fratello uccide fratello”, “brother kills brother”, come si evince da “2000 years ago”. Fino al più puro intrattenimento di “Jamaican ska”, altro genere musicale nato nell’isola caraibica nel corso della liberazione dalla colonizzazione britannica degli anni Sessanta e che mescola elementi jazz con il rocksteady e lo stesso reggae. Insomma, a volte può bastare anche lasciarsi coinvolgere dal ritmo.

http://www.youtube.com/watch?v=MsIA9_F55g0&feature=youtu.be

Gabriele Santoro(19 luglio 2013)

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