Youth Media Days 2013: Piuculture si racconta, tra giornalismo ed integrazione

Festival del giornalismo giovane - Youth media days 2013Il 21 settembre 2013 Napoli era al massimo delle sue potenzialità: sole brillante, mare limpido e profumo di golosa pasticceria arrivando al PAN, non il mitico satiro certo, bensì l’acronimo per Palazzo Arti Napoli, ovvero la sede della seconda edizione del Festival del giornalismo giovane, o per dirla in maniera internazionale, Youth media days 2013, cui, in quanto redattrice di Piuculture, ho partecipato come relatrice durante un panel nella seconda giornata.

Dal 20 al 22 settembre questo spazio espositivo è stato scenario di incontri, panel e workshop che hanno visto protagonisti giornalisti, addetti alla comunicazione e semplici curiosi per lo più under 35. L’evento è stato reso possibile della fitta rete di solerti volontari e responsabili di Youth Press Italia.  L’obiettivo era confrontarsi e raccontare le proprie professionalità con lo scopo di costituire e dar finalmente vita a quell’auspicata “rete”.  Protagonista della kermesse, sabato, è stata l’Europa, il primo incontro ha visto ospiti di calibro internazionale come Ewelina Jelenkowska Lucà ufficio stampa della Commissione Europea e Andrea Maresi, rappresentante in Italia del Parlamento Europeo, che hanno illustrato concorsi ai quali poter partecipare,  “l’Unione Europea e l’Italia debbono iniziare a considerarsi reciprocamente andando al di là dei particolarismi locali che limitano e chiudono le possibilità”, requisito indispensabile, naturalmente, la lingua, anche se sarebbe meglio utilizzare il plurale.

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Panel: “Studiare giornalismo e lavorare in Europa: le opportunità offerte dalle istituzioni Ue e dai grandi player del settore”

Alessia Cerantola di IRPI (investigative reporting project Italy) affronta il tema del giornalismo d’inchiesta, sottolineandone il ruolo,  soprattutto perché ci troviamo in un’epoca in cui tutto, o quasi, è raggiungibile con un click, il lavoro di analisi ed approfondimento del giornalista diventa un punto nevralgico ed indispensabile. Come evidenziato da Michele Mezza nel secondo panel, durante il quale ribadisce provocatorio “oltre le canoniche 5 w se n’è aggiunta una 6 ovvero while” ed il mentre nella comunicazione la rende più che mai indispensabile alla società odierna.

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Panel “Giornalismo sociale e giornalisti di seconda generazione: quando l’integrazione passa attraverso i media”

E proprio dell’importanza del giornalismo, declinato socialmente in chiave multiculturale, si è discusso nel penultimo panel della giornata dal titolo “Giornalismo sociale e giornalisti di seconda generazione: quando l’integrazione passa attraverso i media” e Piuculture ne è stato protagonista. Il confronto ha attraversato diversi livelli del giornalismo multiculturale, iniziando da quello più istituzionale con il contributo dei rappresentanti dell’Associazione carta di Roma, che hanno raccontato il documento del quale si è dotato l’ordine dei giornalisti circa i giusti termini da usare quando si scrive di stranieri. E proprio sulle parole si fonda l’intervento di Raffaella Cosentino, giornalista di Redattoresociale.it e coautrice del libro “Parlare civile”. Infatti l’importanza nell’uso del linguaggio può fare la differenza tra discriminare ed integrare andando oltre il retorico buonismo. Molteplici le competenze linguistiche di  Sabika Shah Povia giovane G2 di origine pakistana e redattrice, tra l’altro, di YallaItalia.it “si stupiscono sempre quando parlo italiano bene ed ho iniziato a dire che sono italiana di origini pakistane, anche perché la mia pelle lo anticipa”. Il mio intervento ha chiuso il panel sul giornalismo sociale, ho raccontato questi anni d’intensa attività professionale con una redazione coesa come quella di Piuculture, e ho guidato gli ascoltatori intervenuti nella navigazione dell’homepage del sito, proiettata sullo sfondo. Ho raccontato le ragioni profonde del nostro giornalismo e le motivazioni che ci spronano ogni giorno a continuare a fare questo lavoro. Ho letto cifre e parlato di aneddoti, del Ramadan vissuto per strada con chi lavora sotto il sole d’agosto, o dei dei minori afghani che passano per Roma in condizioni di semiclandestinità, o ancora dei rom che siamo andati ad ascoltare in prima persona quando erano stati sfollati all’ex Fiera di Roma. Ho focalizzato l’attenzione su quella bandiera rumena, in alto a destra, descrivendo la nostra novità più recente, la versione in rumeno del sito e la possibilità di allargare il pubblico contribuendo ad un’integrazione reciproca.

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Panel “Donne e Giornalismo: come cambia l’accesso alla professione per le donne in Italia e in Europa”

Difatti, la multiculturalità, per realizzarsi in pieno, necessita di una sinergia di forze tra giornalisti italiani, di seconda generazione, stranieri e chiunque voglia mettersi in gioco e cimentarsi con la sfida di un giornalismo necessario, per raccontare una società che è già cambiata e rispetto alla quale non ci si può permettere di accumulare ulteriore ritardo.

Infine, donne ed equo compenso sono stati i protagonisti della domenica. Nel primo panel le giornaliste presenti hanno parlato delle proprie esperienze professionali. Tuttavia, per quanto innegabile sia  l’esistenza delle difficoltà quotidiane c’è la precisa volontà di “reagire, al di là di autocommiserarsi, facendo invece rete e sostenendosi” come sottolinea Elena Salzano, anche titolare dell’agenzia di comunicazione Incoerenze, fare in modo che il femminile non sia una debolezza, bensì una marcia in più, un diverso punto di vista sulla realtà.

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Panel “Equo compenso, un anno dopo: quale evoluzione per il settore? Le opportunità offerte dalla Youth Guarantee per garantire più trasparenza nell’accesso alla professione”

La mattinata si chiude infine con un dibattito sull’equo compenso, la spinosa questione della retribuzione dei giornalisti e su come un professionista non retribuito adeguatamente sia, di fatto, ricattabile e non obiettivo.“Non vogliamo prendervi in giro” è la frase più ripetuta dai relatori, tra i quali il sottosegretario all’editoria Giovanni Legnini, il presidente dell’ordine dei giornalisti Enzo Iacopino. Ma la conclusione discussione è che, al momento, non ce n’è una. Se ne sta discutendo nei palazzi ed il sottosegretario invita i giornalisti intervenuti a controllare l’operato del governo “sempre che rimanga in piedi ancora a lungo, ma credo di sì”.

Su questa nota dolente per la categoria si chiude una dinamica kermesse di tre giorni che ha visto numerosi protagonisti e che può senz’altro vantare, come fiore all’occhiello, il merito di aver dato l’opportunità di incontro e confronto, poiché, in fondo, anche il mondo giornalistico è una riproduzione in scala di quello reale, con tutte le sue contraddizioni, le diverse anime, e all’interno del quale, come Piuculture, noi siamo gli orgogliosi portatori di quote rosa e multiculturali.

Piera Francesca Mastantuono

(25 settembre 2013)