Luminita Butuc: traduttrice di rumeno per Piuculture

Luminita Butuc
Luminita Butuc

La sezione in rumeno di Piuculture, nata il 2 giugno in coincidenza con il primo anniversario di Romit Tv, è cresciuta in modo considerabile grazie ai traduttori volontari che si sono offerti di tradurre gli articoli scritti in italiano dai redattori del giornale. Luminita Butuc ha risposto con entusiasmo al nostro appello e nonostante si trovi a Torino è diventata in poco tempo una delle più attive nel gruppo. “Le traduzioni migliorano molto il mio vocabolario sia italiano, sia rumeno. Sono consapevole dell’opportunità che mi avete dato, per me è anche una svolta professionale. Leggendo Piuculture ho scoperto il mondo della migrazione illustrato da tanti punti di vista e sono fiera di poter offrire un servizio ai miei connazionali, che potranno leggere le notizie nella lingua d’origine”, racconta con un sorriso solare Luminita. “Dopo 4 mesi di lavoro, mi riesce più facile tradurre un articolo in rumeno. Mi aiuto anche con gli strumenti offerti dal web, come dizionari online e per la ricerca di sinonimi”. Soddisfatta della collaborazione, ha proposto ad altri colleghi dell’università di diventare traduttori volontari ma in pochi hanno voluto provare forse “perché i giovani di oggi preferiscono vedere i risultati subito – inclusi quelli economici”.

Luminita Butuc rappresenta Italia, Moldova e Romania in diversi convegni, workshop e conferenze nazionali ed internazionali. Questa estate ha partecipato ad un progetto in Turchia con una tematica sensibile “Youth Unemployment”, dove ha presentato la situazione della disoccupazione dei giovani italiani per i paesi come Azerbaijan, Grecia, Georgia, Turchia, Germania, Francia, Moldova e Romania. “Sono riuscita a fare un’analisi economica dei paesi presenti al progetto e ho capito che le differenze rendono meraviglioso il nostro mondo e la loro accettazione ci permetterà di uscire dalla crisi economico-sociale-religiosa nella quale ci troviamo”.

Dieci anni fa ha vinto una borsa di studio in Romania, sostenuta dai genitori, che le hanno dato il coraggio necessario a diventare indipendente. Quest’esperienza l’ha portata a mettersi in gioco: doveva dimostrare che non ci sono differenze a livello di studio tra lei che veniva da un paese ex-sovietico, come la Moldova ed i colleghi rumeni.

Luminita ha sofferto per integrarsi all’arrivo in Italia, cinque anni fa: “Mi chiudevo in me stessa, non riuscivo a comunicare con gli altri perché mi consideravano straniera, una che parlava e pensava diversamente da loro. I giovani del mio gruppo mi hanno attribuito una caratteristica: moldava;  ho dovuto lottare molto con i loro pregiudizi”. Nel 2010, una volta appresa la lingua, si è iscritta all’Università degli Studi di Torino, attualmente sta seguendo l’ultimo anno di corso triennale in Studi internazionali dello sviluppo e della cooperazione e “c’è ancora strada da fare”, dice la ragazza che intende di seguire anche i corsi di specialistica.

“Il lavoro duro mi ha fatto scoprire il valore della diversità. Durante gli studi mi è piaciuto scoprire la cultura italiana e non solo, confrontandomi con i miei colleghi, visto che il 30% di loro proveniva da paesi esteri”. Qui è diventata volontaria di AIESEC, la più grande organizzazione studentesca al mondo che l’ha fatta divenire ciò che era già: un’anima internazionale. “Ogni sei mesi arrivavano a turno studenti da tutto il mondo. Con questa attività ho imparato a lavorare in gruppo, a sbagliare e iniziare da capo, a non arrendermi”. Da luglio scorso si occupa della promozione di due progetti internazionali, RomeMUN e 1 Concerto per 1000 sogni, organizzati da Giovani nel Mondo, associazione con un network in oltre 60 paesi. E da settembre ha iniziato la collaborazione presso l’ufficio Internazionalizzazione del Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino dove è iscritta attualmente.

luminita butuc2“Come potrei essere felice, se non facessi quello che mi piace nella vita? Senza le esperienze di ieri, io non sarei quella di oggi”. Scoprire, incontrare gente, sorprendere, confrontarsi, a volte fino al conflitto, questi sono i verbi che la spingono all’azione. “Sono andata via dal mio paese perché volevo conoscere dell’altro, superare delle barriere, avendo un bagaglio essenziale: la mia identità, portando in giro per il mondo un pezzo della mia terra”. Si considera uno specchio di sogni ed emozioni di una generazione “occidentalizzata” in fretta, un’esploratrice del nuovo e del diverso, una ricercatrice delle opportunità non solo spaziali, ma anche emotive, professionali, culturali.

Si definisce così Luminita: sensibile, fragile ma forte al tempo stesso, creativa come un bambino che dipinge il proprio corpo, perfezionista anche se l’annoiano i dettagli se li deve curare senza l’aiuto di qualcuno, testarda e talvolta irascibile, sincera fino ad essere molto diretta. Si irrita facilmente ma si calma ancora più velocemente, è impulsiva in certe situazioni, decisa perché oggi è oggi, e bisogna credere nelle proprie potenzialità. Sempre.

Raisa Ambros(17 ottobre 2013)

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