Alla scoperta di San Lorenzo con i ragazzi del Grande Cocomero

Il Nuovo Cinema Palazzo raccontato dai del Grande Cocomero: Cristiano, Diana, Edoardo, Marco, Margherita, Maria Paola, Miriam, Simone e Veronica.
Il Nuovo Cinema Palazzo raccontato dai del Grande Cocomero: Cristiano, Diana, Edoardo, Marco, Margherita, Maria Paola, Miriam, Simone e Veronica

Varcata la soglia del Grande Cocomero, storica associazione di San Lorenzo in via dei Sabelli 88, il primo impatto è di meraviglia. Dal pavimento una zucca enorme ti osserva sghignazzando, a dichiarare l’anima eclettica di un luogo che vuole essere spazio di cambiamento. Poi arriva Cristiano che ti stampa due bacioni sulle guance, con una dolcezza e una spontaneità degna del migliore free hugs. Quindi ti prende sottobraccio Margherita, che da brava team leader ti presenta agli altri ragazzi: Diana, Edoardo, Marco, Maria Paola, Miriam, Simone e Veronica. E dà inizio alla visita guidata del quartiere.

La prima tappa è proprio il Grande Cocomero: dalla sala principale dove due ragazzi si sfidano al biliardino nel trambusto generale di visitatori, volontari e genitori passiamo alla biblioteca e alla sala computer “Dove facciamo ricerche e scriviamo ricette”. Poi è la volta dell’atelier dove sono conservate le maschere confezionate dai ragazzi per i loro spettacoli “ne abbiamo fatti diversi, tutti ispirati alle grandi fiabe”. Fino alla sala prove musicali e alla sala movimento – video attrezzata.

La visita guidata prosegue per le vie di San Lorenzo: dai Cavalieri di Colombo al Nuovo Cinema Palazzo, dal Parco dei Caduti a Villa Mercede a piazza dell’Immacolata. I luoghi di uno dei quartieri simbolo della capitale assumono sfumature inedite nel racconto dei ragazzi, che spazia dalle informazioni di carattere storico-architettonico alle note di colore personali spesso esilaranti. E i genitori, per i quali il giovedì del Grande Cocomero è zona off-limits, fremono di curiosità. Ad accontentarli ci pensa Marco: “Cosa facciamo qui tutte le settimane? Beviamo!” esclama suscitando l’ilarità generale.

L'associazione compie 20 anni - Fonte: il Grande Cocomero
L’associazione compie 20 anni – Fonte: il Grande Cocomero

Il Grande Cocomero è nato 20 anni fa per trasformare in realtà l’intuizione rivoluzionaria Marco Lombardo Radice, neuropsichiatra infantile del Policlinico Umberto I: “La sua concretissima utopia era di creare uno spazio altro che facesse da ponte tra il reparto di psichiatria e la società. Noi l’abbiamo fatto con i corsi di ballo, musica, teatro, cartapesta e pittura”. Lorenzo Manni è arrivato qui da giovane musicista alla ricerca di una saletta in cui provare. Oggi fa il geologo, ma dal Grande Cocomero non è più andato via: “Sono tante le compagnie teatrali che ci chiedono di utilizzare gli spazi della struttura. E in cambio fanno attività di volontariato con i ragazzi”.

Il giovedì – o gioveDJ come l’ha ribattezzato uno dei frequentatori che qui veniva con gli amici a ballare la musica techno – il centro si apre agli adolescenti del quartiere: “Quella di oggi è un’iniziativa nata da loro. Per noi volontari è fondamentale che il Grande Cocomero sia uno spazio degli adolescenti. Qui hanno la possibilità di esprimere la loro creatività. Loro fanno delle proposte e insieme le realizziamo”.

La visita guidata è una delle attività promosse in collaborazione con le associazioni Mama Africa e Cittadini del Mondo attraverso il progetto Volontariato, culture giovanili e dialogo interculturale, rivolto a giovani italiani e stranieri dai 12 ai 26 anni: “All’interno del centro offriamo un servizio di counselling psicosociale e uno sportello di ascolto e orientamento per indirizzare i ragazzi verso attività ludico-ricreative” spiega la presidente di Mama Africa Annamaria D’Ottavi. Tra le prossime iniziative un corso per educatore tra pari in prospettiva interculturale.

La petizione per evitare la chiusura del centro - Fonte: il Grande Cocomero
La petizione per evitare la chiusura del centro – Fonte: il Grande Cocomero

E tra esibizioni in piazza e gite in barca non mancano, purtroppo, i problemi: “Sotto la giunta Alemanno il Comune di Roma ha aumentato l’affitto da 172 a 665 euro, chiedendo un pregresso di oltre 39.000 euro” spiega Manni. Cifre da capogiro per un’associazione che si sostiene grazie al contributo dei volontari e alle donazioni dei cittadini. Dopo le dimostrazioni pubbliche, il lancio di una petizione firmata da oltre 20 mila persone, l’invio di una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini si è arrivati a una trattativa: “Abbiamo elaborato una proposta congiunta in base alla quale la valutazione degli importi dovuti dovrebbe essere collegata alla rendita catastale, calmierando in questo modo l’affitto. Attendiamo di vedere se si concretizzerà in un atto formale da parte del Comune”.

Se ciò non dovesse accadere il Grande Cocomero sarebbe condannato a chiudere. E allora saremmo tutti un po’ sconfitti: i ragazzi che qui hanno trovato una dimensione di cura e di libera espressione, noi cittadini che abbiamo il piacere di partecipare alle loro belle iniziative, il quartiere San Lorenzo, che deve la sua identità popolare, chiassosa e coinvolgente proprio a questo tipo di realtà. Roma, una vecchia signora che ha conservato la sua magia grazie a quei figli che ogni giorno sono capaci di reinventarla.

Mi immagino sempre tutti questi ragazzini che fanno una partita in quell’immenso campo di segale eccetera eccetera. Migliaia di ragazzini, e intorno non c’è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull’orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere dal dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l’acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l’unica cosa che mi piacerebbe veramente fare. – Marco Lombardo Radice –

Se anche tu vuoi aggiungere un seme al Grande Cocomero visita il sito www.grandecocomero.org firma la petizione per impedire la chiusura del centro

Sandra Fratticci (23 ottobre 2013)

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