Secondo quanto calcolato dall’Oim – Organizzazione internazionale per le migrazioni – in tutto il pianeta i migranti sono arrivati a 232 milioni, contando anche gli spostamenti interni. Aumentano anche i flussi di persone in fuga, 23 mila al giorno, più del doppio di 10 anni fa. L’Italia si conferma uno sbocco importante, con oltre 4,3 milioni di stranieri residenti, un milione in più di appena cinque anni prima, pari al 7,4% della popolazione. , sia per l’ingresso di nuovi lavoratori che per i ricongiungimenti familiari.
Sono alcuni dei dati emersi dalla presentazione del dossier Statistico Immigrazione 2013, “Dalle discriminazioni ai diritti”, che per la prima volta ha visto la separazione del binomio Caritas Migrantes – Idos, quest’anno affiancata nel lavoro di ricerca dall’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Non cambia invece la location che ha ospitato l’evento del 13 novembre, con la conferma del teatro Orione. L’obiettivo che si evince dal titolo conferito al rapporto è, unitamente alla diffusione di dati certi, “il superamento di un atteggiamento discriminatorio”, spiega Franco Pittau, coordinatore del dossier e presidente del Centro Studi Idos.
“Non si può prescindere dal superamento dello stereotipo se non si conosce una realtà diversa dalla nostra”, aggiunge Ermenegilda Siniscalchi, capo dipartimento per le Pari Opportunità. Il quadro è allarmante, dal trattamento riservato dai media alle già note difficoltà di accesso al lavoro e all’abitazione. “L’Italia non è portata ad atteggiamenti discriminatori, molto dipende dalle difficili circostanze economiche per cui si viene a pensare che lo straniero debba fare un passo indietro”, prosegue la Siniscalchi. “Sta a noi informare, sensibilizzare per rimuovere gli ostacoli che impediscono il cambiamento culturale”.
Nel 2012 i casi segnalati all’Unar sono stati 1983, non di rado dovuti “ad una condotta inconsapevole”. Oltre il centinaio sono veicolate dai media, in particolare i nuovi social network. Ancor più grave la situazione verso rom e sinti, per cui è stata istituita un’apposita strategia nazionale. In questo può rientrare anche l’ottica di genere, con le donne che potenziali protagoniste per “favorire il dialogo e la partecipazione socio-politica verso l’integrazione. Pur se di loro si sa poco, le migranti stanno assumendo una percentuale sempre più significativa”.
“Cercare casa dopo anni di servizio come colf mi ha fatto scoprire un’Italia che non conoscevo”, la testimonianza di Maria Dulce Araujo Evora, giornalista capoverdiana di Radio Vaticana. “Fino a che prendevo appuntamento andava bene, come capivano dal nome che ero straniera mi riattaccavano il telefono. Mi sono sentita come se avessi una patologia grave”. Adesso per lei le cose sono cambiate, ma a livello generale “dopo 40 anni dalla nascita del fenomeno immigrazione restano immense difficoltà. Ci si aggrappa alla purezza culturale, battaglia persa in partenza per la globalizzazione. Incoraggiamo a guardare a questo mondo che si creolizza senza avere nulla da perdere”.
Statistiche – il mondo del lavoro L’occupazione degli stranieri è aumentata sia dal punto di vista assoluto che in termini percentuali, incidendo sul 10% del totale. La maggiore concentrazione è nel terziario (62%) anche se con mansioni meno qualificate e retribuzioni più basse rispetto agli italiani. Il tasso di disoccupazione è però salito al 60% e oltre la metà delle famiglie ha un solo componente con un impiego, nel 13% dei casi addirittura nessuno. Le imprese sono 477 mila, il 7,8%, con la produzione di valore aggiunto stimata in 7 miliardi di euro. Per quanto riguarda lo Stato, a fronte degli 11,9 miliardi spesi c’è stato un rientro di 13,3 miliardi, per un saldo attivo di 1,4 miliardi di euro.
La scuola Gli studenti nel 2012/2013 hanno raggiunto quota 786 mila, l’8,8% del totale. Degli alunni senza cittadinanza il 47,2% è nato in Italia. Le collettività più rappresentate sono quella albanese e la marocchina, circa 100 mila persone. La casa Per quanto riguarda le situazioni abitative, le compravendite si sono ridotte drasticamente per l’effetto della crisi, passando da 135 mila a poco più di 45 mila dal 2007 ad oggi, questo perché i mutui sono più difficili da ottenere e saldare. Anche per gli affitti permangono aspetti ostici: le case disponibili sono spesso in aree degradate e con contratti non sempre regolari. Il 20% vive in condizione di precarietà.
La sanità Solo sei regioni e province autonome hanno ratificato formalmente l’accordo in seno alla Conferenza Permanente per superare le diseguaglianze di accesso ai servizi sanitari. Nodo fondamentale resta l’inclusione dei minori, non citati nell’accordo ma che non potrebbero essere trattati in maniera peggiorativa. Devianza e crimine L’aumento delle denunce verso stranieri è stato più contenuto rispetto all’incremento di presenze: tra i regolari il tasso di criminalità è equiparabile a quello degli italiani, mentre tra gli irregolari è proprio il loro status ad essere di per se fuori legge. Ovviamente la devianza è anche connessa a situazioni di marginalità sociale.
Prospettive politiche “Bisogna lavorare sulla comunicazione contro un approccio non securitario e per farlo si deve partire dai dati statistici”, commenta in chiusura il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, “che propongono una realtà senza demagogie”. La loro diffusione dovrebbe partire dalle scuole elementari, perché i bambini hanno una grande ricettività, come conferma lo stesso ministro: “in un incontro con i ragazzi mi è stato chiesto come mai l’Italia fosse invasa dai clandestini. Le informazioni che passano, che vedono, sono queste. Imparare ad ascoltarli serve ad orientarsi meglio”. L’obiettivo è “focalizzare l’importanza su come si presentano le istituzioni, dando elementi per attuare le politiche prefissate. È in linea con i valori base della società”.
Gabriele Santoro (13 novembre 2013)