A pochi giorni dalla presentazione della guida Noi dell’Europa dell’Est imprenditori, associazioni e artisti si incontrano nell’evento organizzato dall’associazione culturale Matrioska in collaborazione con Tetyana Kuzyk, Consigliera aggiunta per l’Europa non comunitaria di Roma Capitale. Parola d’ordine: fare rete.
Una rete formata innanzitutto da associazioni e organizzazioni: ben 78 quelle ucraine – secondo Svitlana Kovalska presidente dell’Associazione delle donne ucraine lavoratrici in Italia – che svolgono un ruolo centrale nel mantenere e diffondere la cultura d’origine, facilitare i processi di integrazione, ma anche tessere rapporti con le istituzioni. È il caso dell’Associazione dei genitori romeni in Italia che oltre ad aver lanciato la rivista Cealaltâ Românie e a organizzare eventi e attività culturali opera come ponte tra le istituzioni italiane e quelle romene: “Stiamo lavorando con il Comune a un progetto di ricerca sul rapporto tra ente pubblico e associazioni civili romene – spiega la vicepresidente Casina Ursu – per far emergere un numero elevato di organizzazioni ancora poco conosciute che possono rappresentare una risorsa importante”. E quando si parla di ponti tra culture non può mancare il riferimento alle nuove generazioni e all’importanza delle scuole che consentono ai ragazzi di apprendere la lingua e le tradizioni del paese di origine: dalla scuola ucraina Prestigio al Centro didattico per lo studio della lingua e cultura russa Nicolay Gogol.
Decisamente ricca e nettamente rosa la presenza di imprenditrici, professioniste e artiste: da Iulia Margine, intermediaria di Alleanza Assicurazioni, a Svetlana Donceva, interprete italiano-russo, a Anna Voloshyn, esperta di massaggi e Liliya Terletska, impegnata nel settore dell’estetica e benessere. C’è chi come Alina Docenco si divide tra il lavoro full time come babysitter e la passione per il fimo e le perline, realizzando splendide creazioni curate nei minimi dettagli. E chi come Galyna Chukhal lo spettro delle professioni l’ha attraversato tutto, partendo dall’ingegneria meccanica per approdare, dopo un’esperienza da giornalista, all’arte del ricamo. Nei suoi quadri, realizzati con la tecnica del punto croce slavo, agili velieri si alternano a sinuose tigri, caldi papaveri ad algidi panorami invernali.
C’è anche chi, giunta in Italia per amore, dell’amore ha fatto business, realizzando il sogno di ogni donna nel giorno più bello della sua vita. Anna viene dalla Russia ed è una make up artist e hair stylist, Iana è armena e ha una boutique di abiti da sposa. Si sono conosciute in Italia e ne è nata una collaborazione professionale che lo scorso anno le ha viste insieme a Roma Sposa. E vedendo sfilare le modelle che indossano gli abiti candidi e lucenti, il trucco delicato e le morbide acconciature, sogniamo un po’ anche noi.
Ad accompagnare la serata specialità culinarie e musica tradizionale dell’est europa nello stile caratteristico dell’associazione culturale Matrioska. A un sontuoso buffet che occupa un’intera parete con finger food, dolci e frutta esotica segue una cena a base di affettati e formaggi tipici, come bugenina – carne arrostita simile alla porchetta – e brynza – cugino caucasico della feta – accompagnati da un saporito pane di segale. E ancora soffici crepes ai funghi, teneri involtini di carne avvolti in foglie di cavolo e tante altre prelibatezze. “L’associazione è nata 4 anni fa con l’obiettivo di creare un angolo in cui i migranti dell’ex Unione Sovietica potessero sentirsi a casa, ritrovando la loro cucina e la loro musica” spiega il presidente Gagik Avetisyan “Oggi abbiamo 17000 soci, dei quali 5000 italiani”.
Ai tavoli si chiacchiera, si canta e… Si demoliscono falsi storici: “Due cose non sono russe: l’insalata russa e le montagne russe” rivela Marharyta Skosarenko, insegnante di musica e mediatrice culturale “La prima fu inventata ai tempi dello Zar da un cuoco francese di nome Olivier”. E per quanto riguarda la ricetta: “Non deve essere acida, deve risultare delicata e leggera”. Il segreto? “Niente verdure conservate in aceto, solo in salamoia e per la maionese: 1 uovo, 1 bicchiere d’olio, 1 pizzico di sale, 1 cucchiaio di succo di limone”. Passiamo alle montagne russe: “Quando ero bambina ci fu a Mosca una grande esposizione di attrazioni prodotte in tutto il mondo e alla fine il governo acquistò le montagne russe: che non sono russe ma americane”. Da un prestito all’altro si scopre che i bistrot prendono il nome dall’espressione usata dai soldati russi nei ristoranti francesi: “Bistrot, bistrot: presto presto!”. E tra canzoni russe, moldave, ucraine si impara una lezione importante: “Cogliere l’attimo, perché questo è la vita: un attimo”.
Sandra Fratticci (13 novembre 2013)
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