Roma, una città accogliente. “Dobbiamo valutare ogni persona che arriva nella nostra città come una risorsa e mai come un problema, in questo momento cosi’ cruciale, la coesione sociale e’ fondamentale per lo sviluppo della società in un paese civile e democratico”, e’ quanto si legge nella relazione mandata dal sindaco di Roma Ignazio Marino letta come introduzione al convegno “Sei dei nostri, tutti per uno, uno per tutti”, tenutosi il 19 novembre nella Ludoteca tecnologico-scientifica di via Spallanzani 1, Villa Torlonia. Il progetto della Presidenza della Commissione Scuola di Roma Capitale e’ rivolto a tutti gli istituti romani ed incentrato sul tema dell’integrazione scolastica degli studenti di lingua non italiana.
“Vogliamo concentrarsi sull’immigrazione dato che parliamo di persone che hanno lasciato il loro paese sfuggendo agli stenti e alle guerre ed hanno affidato alle nostre scuole e ai nostri insegnanti il loro futuro. In questo caso, l’istruzione non è un aspetto secondario, ma la continuità più importante che fornisce un percorso alla loro vita. Il progetto Sei dei nostri è una grande sfida sia per il nostro sistema scolastico che per la nostra società”, con queste parole ha aperto il convegno Valeria Baglio, presidente della commissione scuola di Roma Capitale. I relatori hanno raccontato ai dipendenti e ai dirigenti scolastici, oltre che ai rappresentanti delle associazioni e ai giornalisti presenti a che punto è l’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole della capitale. Il progetto che inizia con il convegno del 19 novembre, e finisce a maggio, ha l’obiettivo, per l’amministrazione comunale, di creare una rete tra le istituzioni e gli operatori al fine di costruire una scuola solidale, delle pari opportunità tra gli allievi, che non lasci indietro nessuno e raccolga esempi di buone pratiche e strumenti per l’integrazione nelle scuole.
“I numeri sono importanti, servono per prendere delle decisioni”, questa è la conclusione della relazione di Vinicio Ongini, direttore generale per lo studente del MIUR, che ha presentato una fotografia della scuola multiculturale: nell’anno scolastico 2012/2013, su un totale di circa 800.000, di cui 40.000 nelle scuole di Roma, il 47, 2% sono nati in Italia. Mentre nelle scuole d’infanzia di Roma i bambini stranieri nati in Italia sono l’80%. Le principali provenienze nelle scuole della capitale sono: Romania, Filippine, Perù, Cina, Equador. La più grande difficoltà d’inserimento si riscontra tra le nazioni che parlano una lingua non-latina. “Quasi 2 alunni stranieri su 10 sono in ritardo nella scuola primaria, più di 4 su 10 nella scuola di primo grado. l’8% degli alunni stranieri è bocciato nel primo anno della scuola di primo grado, il 12% è bocciato nel primo anno della scuola di secondo grado. Cerchiamo di distinguere i bisogni dei neo arrivati dai bisogni e dalle problematiche degli studenti di origine straniera nati e cresciuti in Italia”. Ongini ha mostrato diversi progetti e azioni in corso, tra quali Peer education in contesti multiculturali: alunni e studenti di seconda generazione che fanno da tutor agli studenti stranieri neo arrivati nella penisola.
„Le scuole italiane sono la Lampedusa per i ragazzi stranieri, non proprio come un centro di prima accoglienza ma qualcosa di simile”, dichiara Marco Rossi Doria, sottosegretario di Stato al MIUR riconoscendo i problemi al livello d’integrazione scolastica, visto che 12 anni fa erano soltanto 50.000 bambini stranieri nelle scuole mentre oggi ce ne sono 800.000. Pertanto se un’insegnante ha 32 bambini in una classe, sarà difficile dare un’attenzione particolare a tutti e non potrà certo seguire un bambino in modo preferenziale. „Abbiamo deciso di lavorare sulla geografia italiana nella scuola primaria e poi sulla geografia europea nelle medie, e questo ha aiutato tantissimo perché oggi nelle classi si chiedono tra loro: Tu da dove vieni?” Rossi Doria ha raccontato della sua visita in Veneto, dove le maestre hanno manifestato la loro soddisfazione e gioia per i bambini di lingua non italiana, perché hanno rappresentato una nuova apertura per i genitori italiani. „L’integrazione avviene dove oltre ad una scuola buona, abbiamo un buon sistema d’istruzione”. Inoltre, è molto importante avere una buona scuola superiore: se una famiglia arriva da un altro paese con due figli, uno va alle superiori e l’altro va nella prima elementare, ognuno di loro sarà una risorsa diversa per il nostro paese. Naturalmente, quello che inizia il percorso scolastico da piccolo ha più chance d’integrazione futura.
Rete scuolemigranti. E’ stata ribadita l’importanza di conoscere la lingua italiana, come base per l’inserimento scolastico e per l’apprendimento delle altre materie nell’intervento di Paola Piva, rappresentante della rete Scuolemigranti – area minori e presidente dell’associazione Piuculture, che ha illustrato l’attività dei volontari che insegnano l’italiano agli alunni e genitori in più di 70 scuole della capitale. Sia durante l’anno scolastico, sia tramite le iniziative estive, i bambini stranieri sono aiutati a imparare l’italiano per avere le stesse opportunita’ di successo di un bambino madrelingua. “Gli stranieri non sono radicati, tuttavia, chi non ha una relazione con le scuole, e’ più debole”, Paola Piva ha sottolineato l’importanza di far conoscere ai genitori le opportunità della rete Scuolemigranti nella fase di preiscrizione: “e abbiamo bisogno che gli insegnanti ci conoscano, ci stimino e capiscano che non siamo tappabuchi. Lavorare gratis è una trappola perche’ si rischia di essere considerati scontati e quindi di serie B. Il nostro valore risiede nel radicamento sociale costruito in anni d’impegno civile nel territorio e nel dialogo transculturale”. E aggiunge: “e’ bello diventare bilingue, accogliere le tradizioni culturali diverse non minaccia l’identità personale, anzi, è possibile crescere come protagonisti nella nostra città”. Alcune delle volontarie di Piuculture hanno sottolineato che “se il comune di Roma ha in mente di fare una regia di tutto questo progetto allora il problema di comunicazione diventa ancora piu’ importante”. Maria Grossi, presidente associazione Insieme immigrati in Italia, si aspettava una presenza più numerosa, un’aula più vasta ed una dimensione più grande per questo convegno. “Si sta cominciando dal comune di Roma, ma è importante che si estenda ad altri territori: io porterò il progetto con me, in provincia di Latina, con la volontà fermissima di ripetere l’esperienza anche da noi. Le istituzioni pubbliche oggi hanno bisogno di un volontariato responsabile, consapevole e lucido nel valutare ed offrire le proprie risorse, professionali e competenti”.
Come si può partecipare a “Sei dei nostri”? E’ sufficiente registrarsi ed inviare il relativo materiale alla prof.ssa Maria Maddalena Quattrocchi (mail mariamaddalena.quattrocc@tin.it, cellulare 3317974984), responsabile del progetto.
Raisa Ambros(20 novembre 2013)
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