Mentre a Kiev continuano le proteste in piazza contro il governo Russo, mentre il premier ucraino Mykola Azarov chiede scusa per la reazione violenta della polizia contro i manifestanti pro-Ue che da giorni occupano il cuore della capitale, anche a Roma la comunità ucraina organizza una manifestazione il 5 dicembre in piazza della Repubblica per appoggiare la firma dell’Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea: “crediamo che la pace in Ucraina sia la cosa più importante in questo momento storico anche perché da essa, direttamente o indirettamente, dipende la pace in tutta Europa”. Il 28 novembre, davanti all’ambasciata dell’Ucraina si è svolto un sit-in con più di 70 persone tra ucraini, moldavi e italiani, durante il quale sono stati consegnati ad un rappresentante dell’ambasciata per il Presidente dell’Ucraina una lettera aperta e l’appello della Comunità ucraina in Italia che ha raccolto migliaia di firme pro-Europa. Il premier Azarov è accusato dal suo stesso governo di aver svenduto l’Ucraina alla Russia, decidendo di non firmare a Vilnius l’accordo di associazione con l’Unione Europea. Un’accusa pesante per Azarov, che è di origine russa e che si è trasferito a Donetsk, in Ucraina, solo in età adulta, e non ha mai imparato l’ucraino. Il premier si è difeso sottolineando che a svendere il paese non è stato il suo governo, ma Yulia Tymoshenko che nel 2009 ha sottoscritto con Vladimir Putin l’accordo sul nuovo prezzo del gas. Al vertice di Vilnius del 28-29 novembre, solo la Repubblica di Moldova e Georgia hanno firmato l’accordo di associazione con l’Unione Europea.
“La situazione in Ucraina è grave. Ci sono tanti casi di violenza contro i manifestanti. Oltre 100 mila persone sono nella piazza centrale Hreshatik della capitale Kiev giorno e notte, dal 21 novembre”, si legge nel comunicato della consigliera aggiunta di Roma Capitale Tetyana Kuzyk, che ha organizzato le manifestazioni della comunità ucraina in sostegno al popolo ucraino che ha espresso la volontà di proseguire verso la firma dell’Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea. “Siamo convinti che anche i cittadini ucraini dovrebbero avere il diritto di manifestare nella loro patria. Questo è un diritto universale di un paese indipendente e democratico e non può essere violato da parte dello Stato”.
“Il processo delle trattative riguardante l’Accordo di associazione è durato più di 5 anni ed è stato ultimato con una preparazione del documento bilaterale. L’accordo non solo porrà le fondamenta per una nuova base giuridica nei rapporti successivi tra l’Ucraina e l’UE, ma servirà quale punto di riferimento strategico per lo svolgimento delle riforme socio-economiche e di sistema in Ucraina e per l’adeguamento della legislazione ucraina alle norme e regole dell’UE. […] L’ampia area di libero scambio Ucraina –UE prevede la liberalizzazione del movimento dei capitali e del movimento della manodopera. Un punto particolare dell’area di libero scambio Ucraina –UE è il programma integrale di adattamento delle norme legislative e regolamentari relative al commercio ai più avanzati standard europei”, questa è l’essenza dell’appello alle autorità italiane per chiedere la solidarietà dei politici europei e italiani per raggiungere questo scopo strategico, sottoscritto dal presidente del coordinamento Centrale delle Organizzazioni Ucraine in Italia Kuzyk.
“Vogliamo un paese democratico, abbiamo il diritto di fare delle proposte anche politiche, visti i sacrifici della diaspora che contribuisce all’economia e allo sviluppo del paese. La voglia di ritornare in un paese europeo è grande, per quello chiediamo al presidente Yanukovich di firmare l’accordo di associazione con l’Unione Europea, se non adesso, in futuro, se non questo testo, allora altri. L’Ucraina è l’ago della bilancia tra l’Europa dell’est e quella dell’ovest, noi abbiamo diritto di fare parte dell’UE”, con questa speranza i cittadini ucraini si sono riuniti avvolti nelle bandiere nazionali, parlando al megafono durante il sit-in del 28 novembre in contemporanea alla diaspora di tutto il mondo.
“Il nostro paese ha buone risorse per l’Europa, è soltanto indebolito da tanti eventi storici che si sono succeduti. La firma del presidente darebbe tante possibilità al mercato libero, allo sviluppo e alla crescita economica per i diritti sociali e della vita”, sostiene Svitlana Cowalsca, presidente dell’associazione Donne ucraine in Italia. “Io voglio tornare nel paese mio, ma solo quando sarà nell’UE, perché la dittatura non piace a nessuno”, aggiunge Valentina, collaboratrice domestica. “Oggi il popolo ucraino chiede il rispetto e la possibilità di dare il supporto per costruire un paese democratico”, conclude la consigliera Kuzyk.
Raisa Ambros
(04 dicembre 2013)