Strane straniere: la grinta delle imprenditrici migranti a Roma

strane straniereMigrazione donna: una risorsa. “L’idea è di far conoscere due figure: quella del migrante e del femminile, che sono viste come fragili, incapaci, bisognose di aiuto, ma che hanno anche la forza di creare un’impresa”, racconta l’antropologa Maria Antonietta Mariani che insieme alla scrittrice Sarah Zuhra Lukanic ha ideato il progetto Strane Straniere. “Cerchiamo di monitorare l’immigrazione femminile in provincia di Roma – tredici imprenditrici su cento sono straniere, – raccontare la loro storia vincente della quale di solito si parla solo in occasione di qualche premio”, aggiunge Sarah. Il secondo incontro del laboratorio si è svolto il due marzo nella sala strapiena del Circolo degli Artisti, iniziato con la musica delicata e soave della bengalese Sushimita Sultana, alla presenza delle autorità diplomatiche di Perù, Serbia e Croazia. In un’atmosfera cordiale, le imprenditrici migranti sono state presentate dal giornalista Luca Telese, coinvolto nel progetto perché suo figlio va a scuola con il figlio di una delle protagoniste straniere. Telese ha dichiarato la sua ammirazione per queste donne forti, che vanno incoraggiate perché stanno costruendo il futuro economico del nostro paese. Le partecipanti immigrate hanno esposto al pubblico il loro percorso: dalla fuga in Italia fino al successo.

strane straniere“Per diventare una donna d’affari bisogna prima di tutto imparare bene l’italiano”, spiega Daisy Chacko, dottoressa Ayurveda, che ha portato dall’India i segreti della medicina ayurveda e oggi è considerata una delle massime esperte in Italia. Oltre a massaggi e sedute di meditazione, mette a disposizione con la sua associazione culturale Ayurvedico Devata corsi di medicina ayurveda per studenti che arrivano da tutta Italia. Riesce a fare una diagnosi soltanto toccando il polso della persona e non ha avuto grosse difficoltà nell’aprire uno studio nel 2002.

strane straniere“Andavo in banca dove tutti i pagamenti erano a nome mio e loro mi dicevano che volevano parlare con il titolare. Arrivava il controllo nel mio ristorante, incontravano me vestita da chef e mi chiedevano dove è il principale. Era difficile accettare che una straniera fosse la proprietaria, tutti episodi molto dolorosi per me”, dice la chef Elsa Javier Piacentini, ex docente di filosofia in Perù, venuta in Italia nel 1990 per motivi di salute e qui ha incontrato l’amore. Per quattro anni ha gestito La Limena, primo ristorante peruviano introdotto in una guida eno-gastronomica italiana. In silenzio ha preparato sul palco una serie di specialità del suo paese che ha fatto assaggiare al pubblico incuriosito. Insieme al marito, Luciano Piacentini, gestisce il servizio di catering Luelpi, preparando ricette peruviane. Perdutamente innamorata della cultura e cucina latinoamericana, ha vinto numerosi premi per le doti culinarie, come Las Americas del Comune di Roma.

“Devo andare a rinnovare ogni anno il permesso di soggiorno, mentre con la mia società pago lo stipendio a quattro italiani”, questa è l’ingiustizia rilevata dalla più giovane delle imprenditrici Neda Mokhtari, designer iraniana laureata a Roma che cinque mesi fa, insieme a una socia italiana, ha fondato la boutique di bellezza Concept image, dove si prendono cura delle clienti dall’estetica e make-up alla sartoria.

strane straniere“Sono riuscita ad avviare il mio negozio con soli 5mila euro, prestati dalla mia amica immobiliarista italiana che ha creduto nel progetto. Alcuni anni fa stava bene economicamente, adesso è lei che ha problemi e le sto saldando un po’ alla volta il debito”, è il racconto della sarta colombiana Margarita Perea Sanchez che ha emozionato per la sua sincerità e semplicità. In Italia dal 2001, dopo aver lavorato per grandi stilisti come Valentino, Dolce e Gabbana, ha deciso di diventare autonoma, aprendo un laboratorio di creazioni e riparazioni sartoriali a Roma: La Clinica dei vestiti. Si ricorda con gratitudine delle persone che l’hanno aiutata: la proprietaria del locale che l’ha agevolata nel pagamento dimezzando l’affitto, la ditta che le ha regalato dei macchinari, la merceria che le ha fornito materiali con pagamento posticipato. “Prima avevo quattro dipendenti, adesso con la crisi sono solo io e mio figlio”. Non ricorda momenti di razzismo o pregiudizi Margarita, con il suo carattere aperto e combattivo ha guadagnato la fiducia di tanta gente e nel 2011 ha vinto il premio Money Gram nella categoria Innovazione.

strane straniere“Sono arrivata 15 anni fa dalla Nigeria”, riesce a dire Gloria Roberts e poi si gira con le spalle ai presenti per nascondere la sua commozione. Grazie a un prestito per giovani imprenditrici, Gloria ha trasformato un negozio di fotocopie Pensieri in attività di rilegatura libri, gadget e grafica digitale. “Noi, donne, abbiamo bisogno di indossare i pantaloni per riuscire, non abbiamo nulla in meno rispetto ai maschi, anzi, siamo molto più forti”. Tosta e determinata, Gloria non pensa mai di mollare, anzi, sogna di creare il proprio marchio di abbigliamento.

strane straniere

Ci sarebbero ancora tante storie da scoprire di donne che hanno avuto il coraggio, la grinta e la forza di tentare un’attività loro, l’indipendenza, la libertà, malgrado la preoccupazione per tasse, stipendi, debiti. Tante straniere hanno aperto un’impresa ma per colpa della crisi sono state costrette a chiuderla e sono tornate dipendenti. Almeno hanno provato a superare i propri limiti. Sentendo queste donne qualcuno potrebbe pensare: sono state fortunate, ma dalle loro storie capiamo che hanno sfondato solo con la loro insistenza, tenacia e una grande voglia di riuscire.

Raisa Ambros
(05 marzo 2014)

Leggi anche…

MygranTour: il giro del mondo in un giorno

Donne ed alimentazione, dalla FAO verso l’EXPO 2015

Le seconde generazioni di Tam Tam d’Afrique: Africa chiama Italia