“Musica per Lamu”, il ritmo che arriva dritto al cuore.

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Tre ragazze di Lamu riprendono fiato dopo ore di prove, il sorriso non manca mai

Per alcune persone fare un viaggio in Africa ha un significato diverso rispetto ad una vacanza tradizionale. E’ un ritorno alle origini, un riallacciare i rapporti con una parte di se che sembrava essere avvolta da una fitta nebbia e che, giunti alla destinazione, riappare come per magia dandoci la sensazione di essere a casa. Queste sono alcune delle emozioni che deve aver provato Rafael Selas quando è arrivato a Lamu, una piccola isola davanti alle coste del Kenya, per il matrimonio di un amico e colpito dal luogo e dalla situazione sociale, ha deciso di dedicare la sua esistenza ad aiutare la comunità locale. Rafael ha iniziato ospitando venti bambini in una piccola abitazione, ma con il tempo si è reso conto che, data la gravità della situazione, c’era bisogno di altri fondi. Ha coinvolto così i suoi genitori e molte altre persone che visitando Lamu si sono innamorate della sua idea, e nel 2002, ha creato l’associazione Anidan passando i successivi undici anni a curare questa creatura. Nel corso del tempo sono stati molti i progressi raggiunti grazie all’impegno della Onlus, e oggi, le sue strutture ospitano circa 300 persone di cui la maggior parte sono ragazzi orfani. Inoltre sono stati organizzati dei corsi scolastici di base, un’attività di microcredito e una piccola orchestra musicale: la Bloko del valle Juniors Band.

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I ragazzi di Lamu durante le prove del concerto

Proprio grazie all’amore per la musica, anche quest’anno, alcuni ragazzi ospitati nel centro hanno potuto partecipare al concerto “Musica per Lamu”, in collaborazione con l’accademia di Santa Cecilia, ed in particolare con la JuniOrchestra del conservatorio romano. Un evento per ricordare il valore di linguaggio universale della musica, capace di valicare qualsiasi frontiera, territoriale, linguistica o religiosa. “Siamo molto felici di essere riusciti ad organizzare questo evento per il secondo anno consecutivo – ha spiegato Ugo Mattei coordinatore di Anidan Italia nata nel 2011 – e dobbiamo ringraziare tutte le persone e gli sponsor che hanno permesso tale manifestazione”. Al contrario della scorsa edizione, quando il concerto era stato possibile grazie ad una connessione via internet, quest’anno l’associazione si è impegnata per portare alcuni dei ragazzi a Roma:”Sono arrivati il 5 aprile e per una settimana: hanno visitato la città, ricevuto la benedizione da Papa Francesco e provato nelle grandi sale dell’Auditorium. Purtroppo non è stato possibile portare tutti i residenti del centro, e quello che mi ha più colpito è stata la loro reazione iniziale quando li abbiamo avvertiti della partenza: sono rimasti in silenzio. Non erano tristi o spaventati all’idea di lasciare Lamu, ma non manifestavano la loro gioia per rispettare quelli che non sarebbero partiti”.

La concentrazione di una giovane percussionista
La concentrazione di una giovane percussionista

Un’esperienza fantastica per questi undici fortunati che per la prima volta sono usciti dal loro mondo, fatto di asini, piccole case e mare, per passare ad aerei, grandi palazzi e strade di cemento. Per capire le loro emozioni basta guardarli negli occhi. Occhi che hanno visto gli orrori della strada, della povertà, della prostituzione e che oggi guardano al futuro con maggiore fiducia. Durante le prove, il giorno prima del concerto, i volti sono distesi, nei loro visi c’è l’entusiasmo della “prima volta”. Amina ha sedici anni, è tra le più loquaci, parla un ottimo inglese e risponde alle domande con uno splendido sorriso: ” Roma mi è piaciuta tantissimo. La gente è fantastica e i palazzi sono spettacolari! Così alti e colorati sembrano un dipinto. Mi sono piaciuti tantissimo la pasta e la pizza”. Tina concorda:” Nel mio letto a Lamu sognavo ogni notte questo momento. Non posso credere che sia tutto vero”.

Le prove proseguono senza intoppi, con il “direttore” dei ragazzi, che balla e canta tutto il pomeriggio, facendo scoppiare in risate fragorose gli undici musicisti. C’è chi suona i timpani, chi il rullante chi qualche tom-tom, strumenti semplici, ma che tutti insieme scatenano nell’ascoltatore un sentimento di felicità primordiale. Dopo alcune ore, e qualche chiacchiera i ragazzi tornano in albergo. La giornata del concerto passa velocemente, tra un pranzo veloce e il ripasso delle battute principali. Alle venti la sala Sinopoli è gremita: amici di Anidan, ospiti di eccezione e tanti bambini che non mancano di far sentire il loro sostegno ai ragazzi sul palco. Un clima di festa, che per tutta la serata ha accompagnato i musicisti della Bloko del valle Juniors band di Lamu e i ragazzi della JuniOrchestra di Santa Cecilia. Un incontro di suoni e tradizioni diverse, che si sono integrate perfettamente sul palco: dalla danza ungherese di Brahms a Jambo Bwana, dalla marcia di Radetzky alla tradizionale Malaika. Un successo il cui ricavato è andato interamente ad Anidan, ma sopratutto un emozione continua che gli undici ragazzi venuti dal Kenia ricorderanno per tutta la vita.

Adriano Di Blasi

(15 aprile 2014)

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