Il cinema rumeno: ricchezza al MedFilmFestival

Alina Barbulescu
Alina Barbulescu

„La cinematografia rumena è molto ricca e sono contenta che quest’anno il festival del cinema mediterraneo dedicherà di nuovo una giornata al mio paese. La storia post-comunista, le tradizioni, la mentalità della gente, le conseguenze dell’immigrazione, tutti questi temi che ritroviamo nei lavori dei registi rumeni possano mostrare la vera faccia della Romania, non solo quella manipolata dai massmedia”, dice Alina Barbulescu, la giurata rumena per MedFilmFestival 2014. Fare parte della giuria Piuculture è un onore per lei, specialmente perché ama il cinema e il festival le dà la possibilità di conoscere meglio altre culture e condividere con i colleghi giurati le informazioni riguardanti le sue origini.

„Volevo fare la giornalista in Romania e non ho mai pensato di trasferirmi in Italia. Non immaginavo di poter scrivere articoli in un’altra lingua, ma con lo stage di Lab 4  sono entrata a far parte della redazione di Piuculture, dove posso imparare tanti trucchi del mestiere e superare i miei limiti”, racconta Alina, studentessa in Comunicazione e pubblicità per pubbliche amministrazioni e non profit  dell’Università La Sapienza. Ha scelto questo indirizzo perché era il più simile ai suoi studi di giornalismo nel paese d’origine. “A questo corso mi stanno insegnando come parlare in pubblico, mentre prima ero abituata a fare io delle domande agli intervistati e soprattutto a scrivere per i giornali”. Nel primo anno ha avuto delle difficoltà con la lingua poi ha studiato da sola l’italiano.

DSCF4381„A 13 anni mio padre è partito per l’Italia, dopo un anno l’ha raggiunto anche mia madre. Io sono rimasta a vivere dalla zia”. Siccome Alina è l’unica figlia e condividevano tutto in famiglia, le hanno chiesto se era d’accordo con la loro partenza. Suo padre era un ex-campione di rugby, ha smesso la carriera per un incidente e quando il cugino l’ha invitato a lavorare in Penisola, ha subito accettato. „Non vivevamo in povertà, ho accettato di stare lontano dalla mia famiglia prendendo la situazione come un’opportunità, per una vita migliore”. Veniva in vacanza da loro due-tre volte all’anno, a volte le mancavano però Alina si concentrava sullo studio e passava molto tempo a scuola. „Hanno provato diverse volte a portarmi con loro, ma ho rifiutato perché ero appassionata di giornalismo e in Italia avrei dovuto iniziare tutto da capo con la barriera della lingua”.

alina barbulescuI suoi genitori vivono a Roma da più di 10 anni e si sono integrati benissimo, anche perché nelle vicinanze vivono diversi parenti. Nella zona di Monterotondo c’è una grande comunità di romeni e moltissimi frequentano la chiesa ortodossa. „Ci sentivamo spesso al telefono, s’interessavano se andavo bene a scuola. Dall’altra parte mi spiegavano che lo facevano anche per me, per garantirmi un futuro migliore. Sicuramente, se fossero rimasti in Romania, la nostra vita sarebbe stata peggiore”. La giovane giornalista è arrivata a Roma per caso e subito ha deciso di iscriversi all’università. Per motivi burocratici non è riuscita ad accedere dal primo anno, così ha trovato lavoro in una gelateria. Lì ha avuto la fortuna di conoscere un suo connazionale che andava spesso a mangiare il gelato, dopo un periodo di fidanzamento è diventato suo marito. „Mi hanno sostenuto e incoraggiato a seguire i miei sogni, sia mio marito, sia i miei genitori”. Alina non crede che abbiano fatto dei sacrifici per aiutarla a studiare: „Penso che abbiano fatto quello che qualsiasi genitore fa per il suo figlio, probabilmente rinunciando a qualche vacanza”.

 Alina Barbulescu Zuzu„A scuola sognavo di diventare architetto, ma non avevo il talento per il disegno. Così ho scelto il giornalismo e per hobby studio da sola il design d’interni, una mia soddisfazione personale”. Di recente, Alina si è riunita al gruppo di traduttori per la sezione rumena di Piuculture, per cui traduce gli articoli dei suoi colleghi dall’italiano al rumeno. „La redazione di Piuculture è giovane, amichevole e piena di vita e il giornale è molto utile per gli stranieri: dà una prospettiva diversa sulla loro vita, visto che gli immigrati oggi sono visti da un lato negativo. Piuculture fa vedere la loro importanza: fa capire agli italiani che gli stranieri non sono una minaccia, ma delle persone con le quali convivere, che possono dare degli esempi. Per capire meglio gli stranieri, raccomando a tutti la poesia Prigione, di Ndjock Ngana”.

Raisa Ambros

(18 giugno 2014)