Insieme Immigrati in Italia: quando lo straniero è una risorsa.

Foto di Tety Feshak
Foto di Tety Feshak

Con dieci anni di attività alle spalle, Insieme Immigrati in Italia è un’associazione di volontariato inter-etnica e laica profondamente radicata nei comuni di Formia, Gaeta, Minturno, Spigno, Fondi ed Itri, ha aggregato molti stranieri interessando scuole, enti locali, altre associazioni che oggi condividono l’impegno in un protocollo territoriale.

“E’ in questo contesto, racconta la presidente Maria Grossi, si sono svolti due laboratori. Il primo ha raccolto narrazioni del disagio di bambini e adolescenti stranieri che sono stati pubblicati rispettivamente in Il seme e il sasso e Tappetto”. Il secondo laboratorio ha prodotto una trasmissione radiofonica Nonsonsoloparole, realizzata da giovani socie, italiane e straniere.

Insieme è un punto di riferimento per interlocutori istituzionali e singole persone che cercano un doposcuola, una consulenza, un confronto. Tutto avviene in un clima di vicendevole scambio, perché “lo straniero per noi è una risorsa”. Nei vari corsi di italiano s’incontrino persone sorprendenti come Anjeza Lala, Irena Hima, Tety Feshak e Isabel Rojas, provenienti dall’Albania, dall’Ucraina e dal Messico, approdate all’associazione in veste di allieve che oggi, raggiunti alti livelli di competenze, sono diventate insegnanti volontarie. Eccellenti, perché riescono a comprendere molto bene le difficoltà di apprendimento di chi è all’inizio del cammino.

Anjeza e Tety giovani socie con Giulia Tucciarone e Roberta Centola sono riuscite a portare nell’associazione diversi ragazzi albanesi. Tra loro c’è Arben che è stato seguito con particolare attenzione a causa di una situazione familiare complessa. E’ stato affidato a cinque studentesse del liceo sociale Marco Tullio Cicerone che l’hanno accompagnato nello studio per alcune settimane, sciogliendo alcune chiusure relazionali. Adesso, quando ci incontra a scuola ci saluta” affermano timidamente. Arben bisogno ancora di sostegno e lo spiega la spigliata sorellina di nove anni, durante il doposcuola. “A casa, io e mio fratello laviamo i piatti ogni giorno” e un attimo dopo aggiunge “beh noi in quel tempo anche mangiamo”. Tempo libero nullo in famiglia.

Nella vicina Fondi l’esperienza d’Insieme è diversa. Giulia Tucciarone e Laura Di Sotto portano avanti un laboratorio ricreativo per bambini dai 2 ai 12 anni, altre volontarie tengono un corso d’italiano per le mamme. “I ragazzi più grandi hanno maggiore difficoltà nel fare amicizia, collaborano poco nei giochi di gruppo, al contempo sono quelli che cercano di instaurare una relazione con noi, mentre i piccoli stanno in disparte.”

A Fondi, gli stranieri provengono da Pakistan e Marocco equamente presenti femmine e maschi. Le prime sono più riservate, nel raccontarsi, una confessa con gli occhi bassi che le piace giocare a basket. Conosce lo sport e ai prossimi Mondiali deve ancora scegliere per chi tifare. Non ha dubbi invece l’amica: “spero vinca la Spagna, io tiferò per la squadra spagnola, perché ha vinto gli europei”. Una terza, si tiene in disparte impegnata a disegnare con una matita blu saldamente tenuta tra le mani. Veste un sari rosa accesso, tiene i capelli raccolti in una piccola coda. Traccia dei soli stilizzati e quando mi avvicino per chiederle il nome lei mi guarda: “sole” risponde e sorride contenta. La matita diventa uno scambio, disegno una casa, un pesciolino, delle onde, lei osserva silenziosa poi disegna un sole guardandomi compiaciuta.

Laboratori e corsi come questi sono frutto della consapevolezza che il disagio giovanile è trasversale, accomuna italiani e stranieri. Raccontare se stessi, litigare in maniera furibonda e poi arrivare a essere amici per la pelle è possibile negli spazi d’incontro creati attorno a giovani, meno giovani e bambini. Poi, a giugno, colonia al mare di due settimane, per la gioia di 25 bambini.

Piera Francesca Mastantuono

(24 aprile 2014)