“Solo l’intima rivoluzione di ogni cittadino può portare ad una vera rivoluzione di un popolo” afferma Francesca Bellino, autrice del libro Sul Corno del Rinoceronte. E le rivoluzioni al centro del suo libro sono quelle che vivono le due amiche e la Tunisia, l’unico Paese in cui si possa parlare di un vero cambiamento, a differenza di nazioni come Egitto e Libia. Quello di Francesca Bellino è un racconto avvincente, che a volte appare un giallo, una storia che si intreccia, ricca di flash back, che vede tra le scenografie anche il quartiere romano del Pigneto.
Il libro è il racconto intenso di un giorno memorabile: il giorno dopo la caduta di Ben Ali – militare alla guida della Tunisia dal 1987 – 15 gennaio 2011. Mary, antropologa italiana, è lì quel giorno, atterrata a Tunisi per il funerale della sua amica Meriem. Attraversa il Paese in taxi e, nell’andare, incontra villaggi in festa ed altri in protesta. Soprattutto lascia volare la sua mente ai ricordi di quell’amica con la quale ha condiviso stanze e vita a Roma, ed un viaggio proprio in Tunisia. Quando tornerà da quel viaggio di commiato da Meriem, Mary non sarà più la stessa. “L’antropologa antipatica, che pensa di conoscere le altre culture, ma che incappa fragorosamente in continue gaffe e shock culturali – dice Bellino – si troverà a lavorare in un atro luogo tipico della Roma interculturale, la Casa Dei Diritti Sociali, in via Giolitti, il posto dove tutti i migranti cercano il primo riparo”.
“Con la figura di Mary volevo smascherare un egocentrismo tipico italiano – afferma Bellino – che ripresenta i soliti luoghi comuni del “Siamo brava gente” “Non siamo razzisti”. E l’incontro con Meriem è fondamentale per tirar fuori tutti i pregiudizi. Altro elemento caratterizzante il libro è questa “narrazione a specchio – continua Bellino – tra Mary e Meriem, l’Italia e la Tunisia”. Da un lato Meriem che l’antropologa si aspetterebbe di vedere vestita di veli, secondo i cliché, ma così non è. Meriem è al di là del cliché, è una ragazza che non parte dal suo Paese per problemi economici, guerre, violenze, ma un’immigrata d’amore. In Italia per una storia con un italiano. Dall’altra parte una Mary stretta dal suo inconscio senso di superiorità. La narrazione fa specchiare anche i due Paesi divisi solo dal Mediterraneo. Da una parte la Tunisia, che vuole cambiare, che vuole uscire dal suo male, che fa la rivoluzione. Dall’altra l’Italia in piena crisi, “dove ovunque Meriem si giri vede persone vestite con un teschio disegnato”.
La preziosa scenografia dove avviene quell’incontro tra Mary e Meriem, che rivoluzionerà le loro vite è quella del Pigneto “il quartiere dove tutto questo è possibile, perché insieme a Piazza Vittorio, a Roma, è il luogo dove le culture si sono incontrate ed hanno cambiato il volto della città. Se Roma è cambiata in questi anni è grazie all’immigrazione, ed i quartieri che più fotografano questo cambiamento sono il Pigneto e l’Esquilino”. Continua l’autrice “il Pigneto è il quartiere che più avvicina a Roma alle capitali Europee. Non è la classica Roma dei musei, ma il posto in cui le culture si incontrano”. Parte da qui l’amicizia tra le due ragazze che, ognuna a suo modo, troverà la sua identità ed affettività, verso un finale a sorpresa destinato a rimanere nei nostri occhi.
Fabio Bellumore
(21 agosto 2014)