4StelleHotel.it Un condominio multietnico sulla Prenestina

4stellehotelMagari si pensa che ci sia ben poco di creativo quando si tratta di immigrazione. www.4stellehotel.it è una protesta reale e multimediale che succede da circa due anni sulla via Prenestina a Roma e che dimostra il contrario: si può parlare alla gente in modi diversi e anche le lotte quotidiane, che i migranti e non solo combattono, possono diventare straordinarie.

Era dicembre del 2012, 250 persone senza casa, esasperate, decidono di occupare l’Eurostars Roma Congress, business hotel a 4 stelle, tutto vetrato, alla periferia Est della capitale, vicino al raccordo anulare, improvvisamente abbandonato l’anno prima coi licenziamenti, circa 60, che ne conseguirono. A tutti sembrò un’opzione ovvia: la riabilitazione di luoghi abbandonati alle necessità della gente dovrebbe essere una pratica accettata e regolarizzata. Invece l’occupazione è illegale e le famiglie hanno subito lo stacco delle utenze più di una volta, in seguito al Piano Casa del Governo (e del ministro Lupi). Ma loro resistono.

Al secondo giorno d’occupazione il video maker Paolo Palermo e il fotografo Valerio Muscella rimasero colpiti dalla storia, decidendo di raccontarla con un “web doc”. Detta così può sembrare un documentario che si vede sul web. Ed è così. Ma non c’è solo video, il sito è un prodotto multimediale che a scorrimento ti fa scoprire foto, ritratti, video, testi, interviste, tracce audio. Tutti questi media insieme creano un nuovo modo di raccontare una storia che in Italia è ancora poco conosciuto. Nel sito si inizia con una gigantografia dell’hotel suddivisa in Mattina, Pomeriggio, Sera e Notte, quattro momenti della giornata come le stelle, con tanto di luce che cambia a seconda di dove si sposti il mouse. Gli autori riveleranno una parte del giorno alla volta. Dal 24 ottobre 2014 è visibile online la prima release: la mattina.

4stellehotel2Si inizia dunque dalla strada, da quello che succede a Roma: “ogni anno oltre 10mila sfratti nella capitale”, si legge nell’intro, “30mila famiglie in attesa di una casa popolare e centinaia di edifici vuoti”. Nell’ultimo anno migliaia di persone hanno manifestato contro gli sgomberi e alcune di queste, il 6 dicembre del 2012, hanno scavalcato i cancelli dell’Eurostars perché se la casa non c’è e non arriva in breve tempo significa che si vive in strada. Ma per quale motivo non è possibile utilizzare quello che già c’è? Allora la casa va presa da soli e un hotel abbandonato è già un buon inizio.

“Un condominio multietnico”. Così l’hotel diviene un palazzo come un altro dove ora convivono 500 persone. Molti di loro sono richiedenti asilo e rifugiati. Alcuni di loro lavorano, i bambini vanno a scuola, chi rimane “a casa” pensa a tenerla in ordine. Pochi i single, molte le famiglie: “dei 218 nuclei familiari, 52 provengono dal Corno d’Africa, 85 dal Nord Africa, 20 dall’Africa sub sahariana, 28 dall’Est Europa, 29 dall’America Latina, 4 dall’Italia e 12 sono famiglie miste. Circa 20 famiglie hanno ottenuto la cittadinanza italiana dopo molti anni di rinnovo del permesso di soggiorno”. I protagonisti vengono presentati con dei bellissimi ritratti fotografici e sono: Fikir dall’Etiopia, stanza 152; Ibrahim dal Marocco che vive con Valentina dalla Romania e il piccolo Islam, nato in Italia, stanza 412; Rabia Alì dalla Libia, stanza 215; Anna dall’Etiopia, stanza 302; Zeina dal Senegal con Serigne Fallou nato al 4Stelle, stanza 521; Eugenio dalla Moldavia, stanza 244; Agnes dalla Nigeria, stanza 144; Nasser dall’Algeria, stanza 316; la famiglia Petru dalla Romania, stanza 231; Mimi dall’Etiopia, stanza 108; Ramsi dalla Tunisia, stanza 410; Ninish e Tezfai dall’Etiopia, stanza 127.

4Stelle_Hotel_RomaNella hall campeggia uno striscione: “Basta miseria Casa e reddito #OCCUPY”. Agnes dice che devi amare il tuo vicino come te stesso, mica solo quelli che conosci. “L’occupazione mostra come la convivenza tra persone di culture diverse è possibile e arricchisce la vita di ognuno”, commenta Palermo in un’intervista. I conflitti ci sono, non possono mancare, ma basta un “evento collettivo” per ripristinare la pace. Per esempio “la difesa dell’occupazione, quando arrivarono numerosi blindati della polizia il 2 maggio dell’anno scorso. In quei momenti di una mattina qualunque a Roma sul tetto dell’albergo erano tutti fratelli, non c’erano più antipatie o conflitti, tutti assieme difendevano la propria casa!” Ma “credo che i momenti più emozionanti sono i grandi eventi collettivi, molti legati alle feste religiose: per esempio la pasqua ortodossa – festeggiata da quasi tutti: etiopi, eritrei, ucraini, russi e moldavi – è stata condivisa con gli arabi, i latinoamericani, gli italiani… Mangiavano e ballavano tutti assieme al ritmo di musiche tradizionali etiopi o della disco romena”.

Alice Rinaldi (30 ottobre 2014)