La storia del fumetto affonda le sue radici nel 1895 e, da allora, le evoluzioni del genere e i personaggi che si sono avvicendati sulla carta e poi online sono stati numerosi. L’immediatezza del fumetto, la sua molteplice possibilità di dare forma ai pensieri nei disegni ed alle parole nei baloon, ne ha fatto uno strumento poliedrico, multiforme e talolta, interculturale. Con quest’ultima chiave di lettura vi proponiamo una breve carrellata di quattro autori multiculturali, per provenienza o natura delle storie raccontate.
Innanzitutto la celebre Marjane Satrapi, che ha acquisito fama mondiale grazie alla serie Persepolis, romanzo a fumetti autobiografico, pubblicato a partire dal 2000 e dal quale è stato tratto anche un film, nel quale descrive la sua infanzia in Iran e la sua adolescenza in Europa attraverso una serie di episodi di vita quotidiana. Nel 2003 ha poi pubblicato “Broderies” (in italiano, “Taglia e cuci”), nel 2005 il suo terzo albo, la storia autoconclusiva “Poulet aux prunes, pubblicato in Francia e ancora inedito in Italia. Accanto a queste opere più celebri e diffuse, Marjane Satrapi dal 1977 scrive e illustra libri per i bambini, e ha inoltre collaborato con numerose riviste nella realizzazione di illustrazioni, più (in “Internazionale”) o meno (in “Flair”) a sfondo politico e sociale.
Quindi Takoua Ben Mohamed, giovane fumettista originaria della Tunisia. Conosciuta grazie al suo “fumetto intercultura”, con il quale quale affronta diverse tematiche legate alle seconde generazioni, dall’essere musulmani alla questione del velo. Attualmente frequenta l’accademia di cinema d’animazione a Firenze e collabora con Village Universel, Italiani+ e Near, e lavora come sceneggiatrice presso la produzione Big J Factory.
Hamid-Reza Vassaf è invece un artista originario di Teheran; è fotografo, grafico, disegnatore e fumettista, ed oggi vive in Francia. Nel 2006 pubblica “Nel paese dei mullah”, la suoa prima graphic novel (in Italia edito nel 2014 da Eris Edizioni). Il libro rappresenta uno sguardo sulla storia recente dell’Iran. Nel libro, un incrocio di fatti di cronaca camuffati da vicende immaginarie mostrano un quadro sociale complesso, che si snoda tra relazioni internazionali, diritti delle donne, repressione culturali, libertà di stampa e di espressione.
Per chiudere la breve rassegna ecco un italiano, Luca Genovese che ha disegnato Long Wei, il protagonista di una miniserie di dodici episodi. È ambientata nella Chinatown milanese, con sullo sfondo i grattacieli dell’Expo. Long Wei è un giovane attore fallito che arriva a Milano a casa dello zio. La sua conoscenza del kung fu, che non è riuscita a farlo diventare un divo, gli sarà fondamentale per tirare fuori il suo parente dal brutto giro di scommesse e sarà uno degli ingredienti principali delle sue peripezie in quello che gli autori definiscono un “ noir metropolitano”.
La china del fumetto diventa così un tratto sottile in grado di unire rive e continenti, poiché l’intercultura ha sempre nuovi orizzonti da raccontare.
Piera Francesca Mastantuono
(22 gennaio 2015)