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È stato un seminario ricco di interventi quello che si è svolto mercoledì 13 maggio presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Roma. L’incontro “L’associazionismo e la tutela dei diritti sociali dei migranti“ è il frutto della confluenza di due progetti FEI (Fondo Europeo per l’Integrazione) realizzati da ISGI (Istituto di Studi Giuridici Internazionali ) e dal CNR, insieme alle altre associazioni.
“L’immigrazione non fa altro che dare la visibilità a quelli che sono i nostri problemi, le nostre potenzialità come paese,” ha affermato Marco Calvetto delle Acli sul tema delle politiche sociali. “L’esperienza dell’emergenza abitativa ce l’avevamo trenta o quarant’anni fa, oggi l’abbiamo riversata sui soggetti più deboli della società che sono i migranti.”
Dalle testimonianze di chi lavora direttamente con gli stranieri emergono tanti problemi che continuano a persistere nel campo dei diritti sociali. Marco Omizzolo, dell’associazione InMigrazione, fa riferimento alla comunità Sikh di Latina “Le persone là vivono nella condizione lavorativa e sociale di estremo sfruttamento,” che ha trascorso tre mesi all’interno della comunità stessa. L’immobilismo delle istituzioni viene richiamato in riferimento al recente sgombero a Ponte Mammolo, che documenta l’emergenza abitativa di alcuni immigrati, tra i quali anche tanti titolari di protezione internazionale.
![Il seminario era pieno di interventi, tra tanti ha parlato anche Marco Omizzolo dell'associazione InMigrazione.](https://www.piuculture.it/wp-content/uploads/2015/05/2-300x199.jpg)
Dove termina la voglia istituzionale, nasce, però, quella dei migranti stessi di cambiare le cose. “Serve la partecipazione attiva del migrante per potersi integrare,” afferma Fabio Marcelli, il ricercatore dell’ISGI, a proposito del secondo tema affrontato durante l’incontro, quello dell’associazionismo delle comunità straniere. In Italia, ha ricordato Ugo Melchionda, presidente dell’IDOS (Immigrazione Dossier Statistico), sono presenti oltre 2 000 associazioni di migranti, “una grande risorsa per il paese, soprattuto per quanto riguarda la promozione sociale e la mediazione all’interno delle proprie comunità. Mediazione non solo nel senso culturale, ma anche in quello sociale, quello delle politiche del lavoro, o di quelle scolastiche”.
Una esempio emblematico della cittadinanza attiva quello di Romulo Salvador dell’European Network of Filipino Diaspora Italia, che rappresenta una delle comunità più numerose e attive in Italia. Salvador arrivato in Italia come un irregolare nel 1984, dopo un percorso personale è diventato il consigliere comunale aggiunto e oggi dirige la sua impresa. “La voglia e la passione di aiutare gli altri, la voglia di guidare il tuo popolo, il tuo gruppo di amici, questo ti da la forza per andare avanti e migliorare la tua vita. Come ho fatto io: da irregolare a proprietario di una ditta di spedizione.”
Petra Barteková
(13 maggio 2015)