A peine j’ouvre les yeaux: la battaglia personale di Farah nella Tunisia prima dei gelsomini

Baya Medhaffar e Ghalia Benali in A peine j'ouvre les yeaux
Baya Medhaffar e Ghalia Benali in A peine j’ouvre les yeaux
A peine j’ouvre les yeaux primo lungometraggio di Leyla Bouzid presentato a Le Giornate degli Autori al Lido, ha vinto il premio del pubblico. Leyla è figlia d’arte, suo padre è il regista tunisino Nouri Bouzid.E’ l’estate del 2010, siamo a Tunisi, la cosidetta rivoluzione dei gelsomini scoppierà tra pochi mesi. Farah, la giovane attrice Baya Medhaffar, ha superato l’esame di maturità e sceglie un futuro lontano da quello immaginato dalla sua famiglia, non si iscriverà all’Università, non farà la facoltà di medicina, ama la musica e canta in un gruppo rock. Una band impegnata che rappresenta il dissenso giovanile. Entra in conflitto con sua madre, interpretata dalla cantante tunisina Ghalia Benali, che la mette in guardia sui rischi che corre esponendosi contro uno stato di polizia.
Farah, Baya Medhaffar, e la rock band in A peine j'ouvre les yeaux
Farah, Baya Medhaffar, e la rock band in A peine j’ouvre les yeaux
Film politico e musicale procedono di pari passo esprimendo il desiderio di rivolta di una generazione. Farah non vuole fare nulla che non abbia scelto lei in prima persona, il film parte da lei e via via si estende dalle battaglie individuali ai conflitti collettivi, senza perdere mai di vista la protagonista, il suo sentire. Nel contempo lo spettatore conosce i prodromi di quella che i media chiameranno primavera araba.Leyla Bouzid non sceglie per caso di raccontare una storia al femminile: Farah è una giovane donna vitale che non vuole avere nessun tipo di limite nell’affermare la sua personalità; fondamentale al suo fianco Hayet nel suo ruolo di madre amorosa e consapevole.

Rocco Ricciardelli

(11 settembre 2015)