Esc non si tocca: l’appello per fermare lo sgombero del centro sociale

Esc non si tocca

Zerocalcare, Valerio Mastandrea, Maurizio Landini, Luciana Castellina, Elio Germano, Wu Ming, Walter Tocci, Livio Pepino, Rossana Campo, Stefano Fassina, Curzio Maltese, Giacomo Marramao, Martina Pignatti Morano, docenti universitri, poltici, architetti, avvocati, giornalisti, scrittori , studiosi, cittadini hanno aderito all’appello contro lo sgombero del centro sociale Esc, a San Lorenzo. Nel mirino del Comune di Roma 800 realtà, tra cui 90 centri sociali. Il Comune si appiglia a questioni economiche, affitti non pagati, ma intanto monta la protesta che culminerà martedì 26 gennaio, dalle ore 17.30, in un’ assemblea pubblica per difendere l’atelier autogestito e tutte le realtà simili.

Il 31 dicembre 2015 doveva essere la data della riconsegna dei locali di Esc. Così non è stato e “così non sarà mai” afferma Giansandro Merli, attivista di Esc. Il Comune chiede gli arretrati del canone in sospeso. “Esc è a posto su questo”. Nel 2009 vinse la battaglia per un “canone sociale”, sancita dalla Delibera 26/1995. Una delibera che riconobbe il valore sociale di tali spazi, portando al 20% la quota che tali realtà avrebbero dovuto corrispondere. L’ipotesi odierna di un pagamento elevato al 100% del canone porterebbe queste realtà ad abbandonare il campo, soccombendo a soggetti esclusivamente commerciali – es. palestre, bar – che al contrario potrebbero permettersi la copertura dell’intera quota. Per la precisione: lo sgombero non è una novità del corso amministrativo del Prefetto Tronca, ma viene “da più lontano: la giunta Marino e un pasticciato tentativo di rimettere mano alla Delibera 26/1995” riporta l’appello di Esc.

Ma la battaglia non è solo legata al canone, alla questione economica. Quella iniziata da Esc è una lotta per un’idea diversa della città. Non si possono bandire gli “spazi di socialità accessibile a tutti e di produzione culturale indipendente” afferma Merli, usando le ragioni della valorizzazione del patrimonio pubblico. Esc offre supporto legale ai precari, ai rifugiati, attività culturali, seminari e una scuola d’italiano per stranieri. “La scuola d’italiano di Esc – ci racconta Michela Nicolucci – è un servizio che intercetta i soggetti più deboli del territorio garantendo l’accessibilità gratuita alla formazione linguistica, a momenti di socialità, alla tutela legale attraverso lo sportello legale gratuito infomigrante, alla tutela dei diritti sul lavoro attraverso lo sportello delle clap (camere del lavoro autonomo e precario)”. La scuola d’italiano aderisce anche alla Rete Scuolemigranti, oltre 122 organismi per un totale di 13mila alunni, perché afferma Michela “la consideriamo un presidio importante nella difesa dei diritti dei migranti e del lavoro sociale che, dal basso, la anima”.

Mentre crescono le adesioni all’appello di professori di università, politici, personaggi dello spettacolo – sono al momento oltre 400 firme -, che provengono da tutto il mondo, il quartiere si stringe intorno a Esc. Quel quartiere che, secondo Giansandro, rischia di essere al “centro di future speculazioni e trasformazioni”, vede oggi ancora in piena attività il centro sociale. “Anzi abbiamo incrementato l’offerta, le nostre proposte” afferma Giansandro. “Da questa settimana terremo aperto da martedì a venerdì, per proporci come spazio a metà strada tra l’internet caffè e un’aula studio”.

Fabio Bellumore(20 gennaio 2016)