Il Papa lava i piedi ai profughi

12932872_1278573355490577_4727780890282874480_nQuei piedi hanno attraversato il deserto. Quei piedi si sono congelati al freddo di una traversata in mare. Quei piedi sono fuggiti da una guerra. Tra i ventiquattro piedi lavati in diretta mondiale da Papa Francesco – in occasione della lavanda dei piedi, del giovedì di Pasqua-c’erano anche quelli di Sira. Un ragazzo maliano, in Italia da un anno e otto mesi, ospite del C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto, dove il 24 marzo Francesco ha celebrato la messa.“Avevo i piedi completamente freddi – racconta Sira – poi le mani del Papa me li hanno scaldati“. Sira non aveva dormito la notte precedente, tanta l’emozione. La sua, come quella degli altri undici prescelti. In dodici – come gli apostoli cui Gesù lavò i pedi la notte prima di morire- di fedi diverse. Quattro cattolici, tre cristiano copti, tre musulmani e un’operatrice. I dodici sono stati scelti tenendo conto delle varie nazionalità. Al CARA sono rappresentate 26 nazionalità diverse: Mali, Eritrea, Pakistan, Palestina, Nigeria, Afghanistan e molte altre.L’annuncio dell’arrivo del Papa è arrivato alla cooperativa Auxilium-che gestisce il CARA-solo due giorni prima. “Quando l’abbiamo detto ai ragazzi – racconta il Direttore Zubaydi Akram – la gioia è stata immensa. È scattato subito un coro unanime degli 892 ospiti”. Una gioia che ha superato anche quella di un’imminente partenza per alcuni di loro, in virtù della tanto chiacchierata relocation. “Accade raramente che gli ospiti siano contenti del dover rimanere, ma la visita del Papa ha cambiato tutto”. Oggi nel centro sono rimasti in 808. Gli altri sono stati “ricollocati” in Francia.

Sira è stato tra i fortunati, tra quelli che hanno potuto sussurrare al Papa qualcosa di sé. Chissà se gli avrà raccontato che fino al 2012 “eravamo felici, fin quando non è iniziata la guerra”. Un conflitto che ha fatto seguito ad un colpo di Stato che vedeva coinvolti anche gruppi islamisti e che è finito nei primi mesi del 2015. Chissà se Sira gli ha raccontato dei suoi “due durissimi anni di viaggio, attraversando il deserto e il mare, per essere soccorso in mare, sulle coste italiane”? Oppure dei suoi sogni di lavorare e studiare, prima in Mali e poi in Italia “seconda madre”.Oggi Sira ha finito i suoi studi di scuola media in Italia e sogna di integrarsi. Giovedì era accanto a undici persone di fede diversa ad ascoltare le parole del Papa che, secondo il Direttore “ha puntato sulla parola chiave fratellanza, in luogo come questo, dove la moschea è a due passi dalla cappella”. Sira era anche accanto ai 892 richiedenti asilo di Castelnuovo e a tutti coloro che nel mondo hanno sentito gelarsi i piedi nel cammino lungo del migrare. Il Papa – figura tra le più considerate e potenti al mondo – ha scelto simbolicamente di pulire e riscaldare i piedi di Sira e degli altri per mandare un messaggio a tutti i Sira della terra.

Fabio Bellumore(31 marzo 2016)