La musica di Arsene, lo sciamano che ama De André

Arsene e il suo coro
Arsene e il suo coro
“Forse ci siamo visti qualche anno fa, ci siamo incontrati in qualche sfera o universo”. Arsene Duevi, musicista del Togo che vive in Italia, dice di avermi incontrato, ma non è mai accaduto prima di oggi. La cifra dell’artista, che si dice sciamano, si percepisce subito in questo esordio, a pochi giorni dal suo concerto romano, che si terrà all’auditorio Parco della Musica domenica 24 aprile. Tra versi delle sue canzoni, citazioni di artisti come De André e molto altro scopriamo come Arsene, in un decennio, ha fatto cantare più di 3000 persone in ewe, un dialetto africano.Musicista sì, lo capiamo, ma sciamano, cosa c’entra con la musica? “Non faccio lo sciamano spiritistico, quello dei riti – dice Arsene – ma lo sciamano che cura la sfera spirituale delle persone. Dal concerto alla condivisione col pubblico, per me la musica è una sorta di preghiera. Con le mie canzoni vengo in contatto con tante persone. Molte mi dicono che grazie ad esse vedono la propria vita aggiustata, sentono una grande pace”.“Sono arrivato in Italia nel 2002 dal Togo perché ai tempi non era un paese molto stabile. Per me era stretto. Dovevo veramente andarmene e basta. Così è stato”. Quest’anno Arsene compirà quaranta anni, vive a Cinisello Balsamo con moglie e tre figli e l’Italia è la sua seconda patria. Nelle sue canzoni anche i viaggi dei migranti.  Viscere, è “dedicata alla tragedia che stiamo vivendo. Racconta del viaggio in mare di quei visi di bambini nati e non nati, di vecchi, uomini e donne di ogni colore, che ascoltano le onde del mare che fanno ballare le barche”.Il suo nuovo progetto prodotto da Musicamorfosi è un inno alla multiculturalità, alla ricchezza dello scambio. Arsene si racconta con 11 nuove canzoni intrise di proverbi africani, citazioni e omaggi a Fabrizio De Andrè e Bob Marley, in 3 lingue, tutte sue in egual modo. “De André ha condotto gli italiani a scoprire le culture del mondo. La musica zingara per esempio. Con lui ho visto l’Africa del villaggio. Ha portato all’attenzione le radici di tanti popoli”Il messaggio del lavoro si Arsene, univoco, arriva chiaro ed è un invito che parte dalla sua storia personale di giovane migrante: scegli la vita, non farti usare dai soldi, non darti per vinto mai, lasciati abbracciare, alzati e canta, fai sentire la tua voce in un mare di voci. Accanto alla sua voce calda e nera, un SuperCoro di circa 80 elementi e i compagni inseparabili di questo lungo viaggio: Giovanni Falzone alla tromba, Roberto Zanisi alle corde, Tetè Da Silveira e Seydou Dao alle percussioni etniche per un imponente inno alla vita.Il concerto è preceduto da un breve set di Roberto Zanisi che presenta Bradypus Trydactylus, il nuovo album prodotto da Musicamorfosi che rivela uno dei più eclettici polistrumentisti in circolazione. Una musica libera di viaggiare e condurre mente e cuore oltre ogni confine.

Fabio Bellumore(21 aprile 2016)