A Roma, all’incrocio tra viale Libia e viale Somalia, i cittadini di tutto il mondo si incontrano nella scuola di Nino Antola per imparare l’italiano. Chi per amore, chi per lavoro, chi per studio e altri per avventura. Sono più di 50 partecipanti divisi in 4 classi. Per molti di loro il corso è sia un momento di studio che un luogo di ritrovo, confronto ed anche la possibilità di conoscere altre persone.
I corsisti si raccontano
Nella I° classe frequentano le persone che sono appena arrivate in Italia e non conoscono l’italiano, infatti la professoressa volontaria Lilia Mangoni insegna l’alfabeto e le nuove parole agli studenti. Ha un ruolo importante, perché è da qui che si pongono le basi solide della lingua, si parte dalla singola lettera e s’introduce il mondo dell’espressione libera del pensiero. Zakir, un cittadino bangladese, dopo aver capito la parola appena spiegata cerca di esporla ai suoi colleghi con un linguaggio colloquiale ma anche attraverso i suoi gesti.
Segue invece la IV° classe chi si prepara per l’esame L2, indirizzato a chi ha l’italiano come seconda lingua, diversa dalla propria lingua madre. Qui parlano meglio l’italiano ed i discorsi diventano più strutturati, come quelli di George un 53enne dalla Georgia, vive da un anno in Italia insieme la moglie. Vuole imparare l’italiano rapidamente “ho tanta voglia di apprendere ed integrarmi nella società, vorrei avere più possibilità di interagire con gli italiani”. George è un amante della poesia e della musica italiana, infatti, durante le lezioni non perde un attimo per recitarne una.
Inacia è una cittadina di Timor Est per lei, la lingua non è stata facile all’inizio “soprattutto i verbi e gli articoli” ma con l’aiuto della scuola e il suo impegno personale è riuscita ad arrivare a livelli avanzati “a casa la mia famiglia ha imparato la lingua velocemente, dopo, ho iniziato anche io. Adesso frequento il corso e studio da sola a casa per andare avanti”. Benni Josef, 52enne indiano, lavora come badante dopo aver raggiunto il fratello “dopo la morte dei miei genitori, il bisogno di sostenere la mia famiglia mi ha spinto a venire a lavorare in Italia”. Professionalmente ha altre ambizioni “il mio obiettivo è imparare la lingua, ottenere il riconoscimento della patente di guida e continuare il lavoro che mi piace di più, l’autista”.
Lilia viene dall’Ucraina. È molto soddisfatta del corso che sta frequentando “per me la scuola è un luogo dove posso conoscere nuove culture e persone”. E’ innamorata della cucina italiana “cerco sempre di imparare piatti nuovi anche se non sono sempre facili da preparare, però ogni domenica sul tavolo c’è anche qualcosa di mia terra che mi racconta”.
Sono alcune delle storie dei corsisti, che studiano anche educazione civica per potersi integrare e comprendere la burocrazia italiana. Per superare i confini della lingua bisogna fare una strada lunga e avere tanta motivazione e volontà, ed è quella che si trova nella scuola Nino Antola.
Ghiath Rammo e Tetyana Feshak
(27 aprile 2016)
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