Francesca Del Bello: accogliere per formare i cittadini del futuro

Cancidata PD Francesca Del Bello

In vista delle prossime elezioni amministrative, Piuculture intervista Francesca Del Bello, candidata alla Presidenza del Municipio Roma II per il Partito Democratico

 

1. Quali forze politiche raccoglie la sua lista?
PD, lista Civica per Giacchetti, lista civica Democratici e popolari per Roma, lista Radicali.

2. Perché ha deciso di candidarsi nel Municipio II?
Penso che il Municipio abbia grandissime potenzialità inespresse e vorrei mettere a disposizione del territorio le mie esperienze amministrative precedenti per aiutarlo ad esprimersi al meglio.

3. Quali sono i 3 principali problemi del territorio nel quale si candida ?
Innanzitutto il recupero delle cosiddette opere incompiute sul territorio. Basti pensare alla vicenda di Via Como, sopra il quale doveva essere costruito un centro sportivo, iniziato ma mai portato a termine ed attualmente abbandonato. O anche la definizione dell’assegnazione del punto ristoro del parco Nemorense, altro punto in sospeso.
Il secondo importante problema riguarda la manutenzione del territorio, agli spazi pubblici come giardini, scuole, spendendo semplicemente bene le risorse a disposizione. La giunta attuale ha approvato uno stanziamento di 3 milioni di euro per l a messa a norma del sistema antincendio nelle scuole. In merito alla manutenzione del verde comunale mi piacerebbe anche realizzare un vivaio comunale.
Il terzo problema è la mancata partecipazione dei cittadini, siamo un municipio accorpato da tre anni e i cittadini stessi non se ne sentono ancora parte, ed è il Municipio ad esserne responsabile. Si confronta poco, gira poco per il territorio. Si tratta invece di una realtà che ha in atto delle significative trasformazioni urbanistiche (il progetto urbano di S.Lorenzo, di Flaminio e la riqualificazione della Stazione Tiburtina) nelle quali andrebbero coinvolti i cittadini stessi. Vorrei istituire un osservatorio permanente sulle trasformazioni urbanistiche. C’è anche una proposta di delibera a Giacchetti sui beni comuni, altra formula di condivisione.

4. Il Municipio II ha 176mila abitanti, oltre 20mila sono stranieri quali le 3 prime azioni per agevolare l’incontro fra culture diverse?
La premessa da fare è relativa al riconoscimento necessario della diversità, intesa come rispetto e confronto, senza la quale ciascun discorso è superfluo. Ciò detto, per rendere i cittadini stranieri parte integrante del tessuto sociale partirei sui futuri cittadini, ovvero i bambini. Mio figlio frequenta la Falcone Borsellino e lo scorso 20 novembre, in occasione della Giornata dei diritti del bambino, le maestre gli hanno raccontato la storia di un bambino migrante, è stato un momento positivo di conoscenza.
In secondo luogo bisognerebbe favorire lo sviluppo di una popolarizzazione delle feste ed occasioni d’incontro dei diversi paesi presenti sul territorio. Abbiamo infatti numerose ambasciate ed istituti culturali con i quali si potrebbe lavorare per realizzare insieme feste ed interventi che favoriscano scambi e momenti di convivialità.
E come terzo punto bisogna pensare seriamente a come organizzare l’accoglienza nel territorio, per replicare il modello a tutta Roma. È impensabile che ci siano vari centri di accoglienza nel Municipio VI e nessuno nel nostro.

5. Sta seguendo l’iter della legge di cittadinanza? Cosa pensa in merito a questa legge?
Per i bambini penso sia necessario trovare un metodo di riconoscimento veloce perché se i migranti contribuiscono al nostro PIL bisogna anche anche facilitare le dinamiche d’integrazione e di accoglienza.  Non sto seguendo l’iter della legge di cittadinanza.

6. Quali soluzioni per evitare il ripetersi  del malaffare legato all’accoglienza di migranti (caso mafia capitale)?
Bisogna accompagnare i migranti nel percorso di riconoscimento dello status ed essere noi in quanto istituzioni a dare supporto e risposte. Il volontariato è fondamentale ma l’azione istituzionale deve essere alla base. Dobbiamo liberarci della xenofobia latente e manifesta al contempo e fare un salto di qualità culturale.

7. Ritratto:che studi ha fatto? ha famiglia? hobby?
Ho 43 anni, ho studiato al Tasso e mi sono laureata in Lettere classiche alla Sapienza con una tesi in storia greca. Ho sempre avuto la passione per l’insegnamento ma anche quella politica. Ho un figlio di 5 anni e mezzo che frequenta, appunto, la Falcone Borsellino.

8. Quale è stato finora il suo impegno civile e/o politico?
Ho sempre fatto politica e da quando avevo 24 anni sono stata eletta consigliera comunale fino ai 38. Oggi lavoro con la Regione Lazio e mi occupo, tra le altre cose, di proposte di legge. Ho inoltre seguito la commissione servizi sociale e culturale della Regione.

9. Quale è l’ultimo piatto di cucina straniera che ha mangiato o cucinato ?
Proprio ieri sera ho cenato al ristorante giapponese. Mi piace molto la cucina etnica, e riesco a cucinare piatti semplici come il cous cous. Ho girato tutto il mondo attraverso i ristoranti etnici di Roma, il coreano mi è piaciuto moltissimo.

10. Vorrebbe aggiungere qualcosa che per lei è importante per il Municipio II e che non abbiamo affrontato nelle domande precedenti?
La mia speranza è che il prossimo sindaco concretizzi il decentramento politico per dare più potere ai municipi che così avranno finalmente modo di realizzare un cambiamento. Vorrei realizzare attività sul territorio e penso che l’amministratore più locale possa avere il doppio ruolo di essere efficace sul territorio ed al servizio della politica, per i cittadini.

Piera Francesca Mastantuono

(31 maggio 2016)