La sfida delle migrazioni in Europa

Conferenza "La sfida delle migrazioni in Europa" martedì 29 novembre 2016, Istituto Luigi Sturzo
Conferenza “La sfida delle migrazioni in Europa” martedì 29 novembre 2016, Istituto Luigi Sturzo

“La questione dei flussi migratori è un tema fondamentale sia per l’Italia che per la Germania” L’Europa deve superare l’immobilità e la divisione tra gli Stati membri e comprendere che il fenomeno migratorio non è un pericolo ma una risorsa”.

Con queste parole Caroline Kanter, direttrice della Fondazione Konrad Adenauer Stiftung in Italia, ha introdotto la conferenza organizzata dall’Istituto Sturzo e dalla Fondazione Adenauer il 29 novembre scorso dal titolo “La sfida delle migrazioni in Europa”. L’incontro concludeva il corso di formazione omonimo, organizzato dai due istituti.

I dati illustrati da Elena Ambrosetti, docente di Demografia a l’Università La Sapienza, parlano chiaro: il 2016 è stato l’anno record per quanto riguarda i decessi avvenuti in mare, ben 4.600, confermando che il Mediterraneo è la rotta più pericolosa. Sono 170.973 gli arrivi via mare in Italia nel 2016: dati che continuano ad aumentare, visto che nonostante l’inverno il flusso migratorio non sembra attenuarsi. Ma chi sono e da dove vengono queste persone? Se nel 2014 la maggior parte degli immigrati erano siriani, sottolinea Ambrosetti, negli ultimi due anni il luogo di provenienza è l’Africa subsahariana, in particolare Nigeria ed Eritrea. La maggior parte sono uomini, mentre cresce la quantità di minori non accompagnati (12%).

Ma parlare di migrazioni significa soprattutto parlare di una questione culturale, come ha ricordato il Sottosegretario Domenico Manzione del Ministero degli Interni:“Il fenomeno non ha più un carattere di eccezionalità, ma ha assunto i connotati di un fenomeno strutturale. La risposta perciò deve essere culturale: non si può incitare la pancia degli italiani, ma bisogna far comprendere che è un fenomeno destinato a durare nel tempo, non solo a causa delle crisi internazionali, della instabilità politica, ma anche per le condizioni climatiche e demografiche”. Le due strade che si stanno percorrendo sono quelle dell’ “accoglienza diffusa: ossia la cooperazione tra il centro e la periferia del nostro Paese, attraverso mediazione culturale, assistenza medica/psicologica, mediazione linguistica e infine il processo di autonomia volto a favorire l’integrazione” e quella dell’ “accoglienza di carattere volontario, frutto di una scelta territoriale consapevole”. “Il deficit culturale non è solo italiano, ma europeo” continua Manzione “ne sono una testimonianza muri, fili, spinati e barriere”.

Stefano Lusa, giornalista di Radio Capodistria per la quale conduce il programma Il vaso di Pandora, ha ricordato che il fenomeno inaspettato e incontrollabile ha creato “un processo di sfaldamento sulla questione dei migranti in Europa. In assenza di risposte europee sono arrivate risposte parziali da ogni Stato”.

                                                                                     Elisa Carrara(30 novembre 2016)