Venerdì 20 gennaio, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università Sapienza, si è svolto l’incontro “Il Bagaglio dei Minori Migranti” dedicato al delicato tema dei minori migranti non accompagnati.
I saluti Rettore Eugenio Gaudio hanno aperto l’evento dando via al dibattito moderato dal Professor Mario Morcellini, Prorettore della Comunicazione.
La comunicazione, quella distorta, e la disinformazione sono state al centro di un consapevole atto di coscienza sia del mondo accademico sia di quello giornalistico e politico. La superficialità e la strumentalizzazione mediatica troppo spesso hanno favorito la percezione delle migrazioni come fenomeno negativo e dannoso, togliendo il volto umano di un viaggio drammatico lungo anni in cerca di una possibile alternativa.
Questo duplice aspetto è il cuore di “Il Bagaglio”, il libro inchiesta dello scrittore giornalista Luca Attasio, presentato durante l’incontro. Nella prima parte emerge lo scrittore con la narrazione, umana e profonda, della storia del giovane ivoriano Mohamed Keita, fuggito a 13 anni dal suo paese devastato dalla guerra civile, dopo aver perso entrambe i genitori. Nella seconda è il giornalista a instradare il lettore su un’analisi più profonda sulle migrazioni e sul loro cambiamento e incremento riguardo ai minori: a dicembre 2016 sono 25846, circa il doppio del dicembre 2014.
“Immigrazione non significa massa informe che si muove senza senso, senza storie, senza talenti, senza cultura, ma persone ognuna con un vissuto molto interessante che va approfondito, ascoltato: il suo bagaglio”, sottolinea Luca Attanasio.
Tra quelle migliaia di minori non accompagnati sbarcati in Italia, c’è Mohamed Keita, esempio vivente di un talento “ascoltato” che ha trovato espressione nella fotografia. “Quando vivevo per strada, guardavo tutto diversamente, con curiosità. Quello che ho passato e come poi mi sono trovato, mi ha insegnato a vedere le cose in modo diverso ed è così che è nata la mia passione per la fotografia: esprimo quello che sento”.
Le istituzioni e la politica trovano voce attraverso gli interventi di Alessandra Camporota, capo di gabinetto del Dipartimento Libertà civili e immigrazione del Ministero degli Interni, e Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo. L’organizzazione di un’accoglienza strutturata che va incontro al fenomeno migratorio, non più “emergenza”, e prevedere delle politiche di immigrazione legale, sono gli aspetti sottolineati dalla Camporota.
“I migranti ci aiutano a recuperare e ad arricchire una dimensione transnazionale e interculturale che ogni Paese dovrebbe insegnare ai propri cittadini” aggiunge la presidente Costa, che torna a evidenziare più volte la ricchezza di valori umani dimenticati portati dalle migrazioni.
Giornalismo impegnato e umano è il raccontare di Diego Bianchi, giornalista e conduttore televisivo di Gazebo, che evidenza quanto sia difficile oggi trattare questi temi delicati con la dovuta sensibilità, quando contro c’è chi con la disinformazione punta a parlare alla pancia delle persone più che alle teste.
Dopo l’incontro è stata inaugurata la mostra fotografica “Going back” di Mohamed Keita, presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, dove rimarrà esposta fino al 20 febbraio.
Silvia Costantini
(26 Gennaio 2017)
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