Non sono ancora le 9.00, e nella scuola primaria “Mazzini”, in via Volsinio, Municipio II, due volontari di Piuculture, Valeria e Walter, sono già in classe con quaderni e fotocopie sui banchi, pronti a ricevere i dodici piccoli alunni del corso di italiano L2, provenienti da Bangladesh, Ucraina, Cina, Filippine. Nazionalità, età e classi diverse.Quando arriva Daniela Sansonetti, referente del gruppo, gli alunni entrano in classe, “un’aula un po’ troppo piccola per seguire simultaneamente dodici bambini con livelli di lingua ed esigenza diverse”, spiegano i volontari, che però cercano di sfruttare il piccolo spazio a disposizione per suddividere la classe in tre gruppi. Valeria segue quello più numeroso e vivace, composto da due bambine che inizialmente appaiono un po’ timide, un bambino ucraino, silenzioso ma dagli occhi vivacissimi, e due bambini del Bangladesh. Non proprio: per esattezza, uno di loro, presentandosi ci tiene a precisare: “Io sono nato a Trieste! Sono italiano, ma parlo due lingue…”.L’impegno profuso e il clima di collaborazione tra i bambini rendono orgogliosa Valeria, insegnante volontaria dal novembre scorso. Walter, tirocinante per Piuculture e FOCUS – Casa dei Diritti Sociali, si occupa invece di due sorelline bangladesi e di bambini filippini e cinesi. “Queste sorelline sono arrivate soltanto a dicembre”, raccontano i volontari. Le bambine alla fine della lezione con Walter, terminano con un sorriso l’esercizio: si sentono già un po’ più sicure, e questo si vede dai loro sguardi soddisfatti. Rispetto agli altri, parlano poco, ma hanno voglia di imparare. Come tutti, del resto. “Il grande pregio che accomuna questi bambini è la loro curiosità. Nella biblioteca a fianco, dove facevamo lezione, ognuno di loro prendeva libri dagli scaffali, e si metteva a sfogliarli avidamente, anche solo per guardare le immagini”, racconta Daniela Sansonetti, insegnante in pensione che mette tutta la sua professionalità e passione al servizio di una importante scommessa: “rendere questi bambini autonomi nello studio, insegnare loro a interiorizzare la lingua, non solo a riempire i puntini durante un esercizio di grammatica.”Alcuni di loro presto andranno alle scuole medie. Come lo studente cinese che Daniela segue personalmente. La lezione, individuale, non è fatta di ripetizioni mnemoniche di regole, né di soli esercizi di lettura o scrittura. Conosce bene il bambino che ha di fronte, ne comprende i punti di forza e le criticità. E ammette di essersi molto affezionata a lui, come ai tanti bambini ai quali insegna. Per questo, la lezione si compone di diversi momenti: un breve ripasso, qualche chiacchiera, un po’ di lettura, l’invenzione di una storia, poi il gioco Memory specifico per imparare l’italiano, che Daniela ci tiene a sottolineare “è stato comprato grazie a un tesoretto offerto da Piuculture. L’anno scorso abbiamo acquistato dei nuovi testi, più aggiornati, quest’anno dei giochi per stimolare i ragazzi nell’apprendimento”.Piuculture è parte attiva, con i suoi 90 volontari che operano nella scuola pubblica, della rete Scuolemigranti che è diventata “un ponte tra il mondo del volontariato e quello dell’insegnamento”, spiega Sansonetti, che considera la formazione degli insegnanti volontari un requisito imprescindibile per poter giungere a risultati tangibili.“Agenzie formative, come il CIDI – LEND, organizzano corsi di formazione e seminari rivolti ai volontari che insegnano italiano a bambini e ragazzi stranieri, in collaborazione con le scuole. Per gli adulti stranieri, imparare l’italiano è fondamentale per sopravvivere e integrarsi come cittadini. Per i bambini, invece, l’italiano diventerà la lingua attraverso cui studieranno e si formeranno. Un A2 di sopravvivenza non basta”.
Elisabetta Rossi
(29 marzo 2017)