“La normalità delle migrazioni. Sfide demografiche, sociali, culturali” è il convegno che si è svolto il 21 Aprile a Palazzo Montecitorio organizzato dal Centro Nazionale per il Volontariato e dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione. Sono state messe in luce le controversie, la distanza fra realtà e percezione sul tema del momento: le migrazioni. Infine si è invitato a fare delle esperienze di integrazione e di accoglienza, modelli sostenibili che diano un nuovo volto alla legislazione e alla declinazione del sociale in Italia.
Edoardo Patriarca, Presidente CNV, ha moderato il convegno, parte del percorso verso l’annuale appuntamento del Festival Italiano del Volontariato, a Lucca dal 12 al 14 Maggio, quest’anno dedicato al tema del “ricostruire”, ritessendo le file della solidarietà e dell’impegno nelle città.
La prima sessione del dibattito è volta a contestualizzare il fenomeno dell’immigrazione attraverso dati, tendenze e percezioni. Enrico Giovannini, Portavoce Asvis, evidenzia subito 3 importanti questioni:
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il cambiamento climatico sottostimato ha provocato spostamenti demografici, leggi migrazioni, non calcolati. “Siamo davanti a un fenomeno di non-linearità che può determinare enormi sconvolgimenti, da qui il problema di sostenibilità dello sviluppo: non possiamo cambiare la pressione demografica, dobbiamo capire come gestirla”.
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Crescita del PIL: 3% nel mondo, 2% nei Paesi sviluppati, 1% in Italia. Questo dato, unito alla mancanza di posti di lavoro, ha marcato la pesantezza del fenomeno demografico aumentandone la percezione. “Non solo, il Fiscal Compact tiene conto delle sovvenzioni per le strutture ospitanti i migranti, ma non di quelle per la loro formazione e inserimento culturale: abbiamo categorie sbagliate nella politica”.
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Migrazioni interne. In Italia sono presenti 170 lingue del mondo.
Andrea Torre, Direttore Centro Studi Medi Genova, invita a riflettere partendo dalla definizione di immigrato dove la distanza fra percezione e realtà è notevole “La maggior parte degli immigrati non vengono dall’Africa, non sono uomini e non sono musulmani” e “solo un terzo dei migranti provengono dagli sbarchi”. A dimostrarlo sono i numeri: nel 2016 in Italia i residenti stranieri sono 5.029.000, i nuovi italiani 206.000, i richiedenti in accoglienza 175.023, quindi non sono un’invasione
Ne consegue una società confusa e sfiancata da una legislazione sulle migrazioni non adeguata alla realtà e da una narrazione dei media spesso piegata al sensazionalismo.
“Se il sociale non viene considerato investimento ma costo, il nostro paese diventerà insostenibile”, sottolinea con forza Linda Laura Sabbadini, statistica sociale ed editorialista de La Stampa, arrivando al bisogno di innovazione sociale che sia frutto della messa a sistema delle tante esperienze di integrazione positive maturate negli anni.
Quali allora le sfide da vincere e le opportunità per la migrazione?
È la domanda che apre la seconda e ultima sessione del convegno, che vede al tavolo del dibattito Emilio Ciarlo, Dirigente Ufficio Rapporti Istituzionali e comunicazione Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo, Claudio Cottatelucci, Esperto giuridico Comunità Sant’Egidio, Caterina Boca, Consulente Ufficio Immigrazione Caritas Italiana, e Gianfranco Cattai, Presidente Focsiv .
“Andare verso una migrazione sostenibile promossa attraverso canali regolari che tengano conto dell’inserimento economico e sociale dei migranti nel paese ospitante” Emilio Ciarlo propone una nuova strategia: la nuova frontiera per la migrazione.
Altro dato significativo che spesso sfugge alla narrazione è che nel totale dei migranti internazionali solo il 10% sono rifugiati e quasi il 90% di loro è accolto dai paesi limitrofi. Una migrazione sostenibile non solo migliorerebbe l’inserimento nel nuovo paese ma creerebbe scambi con quello di partenza, capitale umano in movimento che si migliora con migrazioni di ritorno e sviluppo economico anche nei Paesi d’origine (PVS).
Significativo è l’esempio dei corridori umanitari portati avanti, come testimoniato da Claudio Cottatelucci dalla Comunità Sant’Egidio: “dobbiamo essere allarmati per il numero dei migranti che non arrivano, quello sì che è un numero intollerabile”.
Silvia Costantini
(26 Aprile 2017)